È stato il giorno più lungo e infernale della tua vita. Avresti smosso il centro della terra per arrivare in ospedale il prima possibile. Ma erano i mondiali e le strade erano piene di macchine e pedoni.
<<non puoi fare un'altra strada?>> chiedi a Rafaella in preda a una crisi di nervi. <<no, e non sclerare. Fa male al bambino>> ripete per la decima volta riferendosi al futuro nipotino nella tua pancia ancora non troppo evidente. Un suono simile ad un ringhio fuoriesce dalla tua gola e ti prendi il viso tra le mani cercando di restare calma. Guardi la ragazza al tuo fianco, chiedendoti come fa a stare così tranquilla sapendo che il fratello si infortunato alla fine di Brasile – Colombia. <<non è grave y/n. Starà fuori per qualche mese ma non morirà>> interrompe i suoi pensieri Rafa, stringendoti la mano. Non le rispondi, troppo preoccupata per pensare ad altro. Lei, da parte sua, cerca in tutti i modi di rassicurarti ma sa che quando si tratta di suo fratello, perdi la testa. Saresti disposta a farlo ricoverare se si sbucciasse un ginocchio. Non perché sei iperprotettiva o gli stai addosso, ma sei ipocondriaca come pochi con le persone che ami.
Passi la mano sulla pancia. Rafaella ha ragione, devi mantenere la calma per il piccolo.Dopo ore interminabili raggiungete l'ospedale in cui hanno portato d'urgenza Neymar. Chiedi all'infermiera al banco dove puoi trovare il calciatore ma lei non vuole dirtelo. <<solo parenti e amici. Niente fan ne giornalisti>> risponde sgarbatamente. Rafaella ti raggiunge e mostra un documento d'identità alla ragazza sottolineando il fatto che sei la ragazza di suo fratello. A quel punto quell'antipatica vi lascia passare e salite in ascensore.
Appena raggiunto il piano il piccolo Davi ti corre in contro. Lo prendi in braccio stringendolo forte a te. Anche se non sei sua madre ti ama tantissimo.
Abbracci i genitori di Ney e su quasi obbligo di sua madre entri nella stanza 509.
Lui è lì, steso a letto, il segno ormai secchi delle lacrime sulle sue guance. Ti avvicini a lui, ti siedi sulla sedia e gli stringi la mano. Subito apre gli occhi e ti sorride. Ti chini a baciarlo sulle labbra e gli passi la mano tra i capelli <<mi hai fatto prendere un colpo>> sussurri facendolo ridacchiare e gemere allo stesso tempo. Probabilmente l'effetto dell'anestesia sta finendo. <<voi state bene?>> chiede accarezzandoti la pancia. Annuisci. Ti fa segno di sdraiarti accanto a lui e, stando molto attenta ad entrambi, fai come richiesto. In un nomo o nell'altro vi abbracciate, le sue labbra sono premute contro la tua fronte. <<quando uscirò da qui diremo a tutti di lui>> afferma continuando ad accarezzarti la pancia da sotto la sua maglia della nazionale brasiliana. <<pensa a guarire>> ribatti stringendoti maggiormente contro il suo corpo. Finalmente, non hai più quella sensazione che ti schiaccia il cuore. Ora siete insieme, e va bene così. Nonostante tutto.
Due capitoli di fila, sto cercando di scrivere il più possibile.
Spero che vi piaccia anche questo capitolo...