Capitolo 11⭐️

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Guardare la sua espressione così indifferente e gelida nei miei confronti, mi fa sentire ancora più colpevole di quanto non lo sia già. Dovevo lasciarlo ma, non avevo intenzione di tradirlo prima: non lo merita, eppure l'ho fatto!
《Stephan, io...》, dico cercando di prendergli la mano.
《Stephan, cosa? Cosa, Kat? Mi spieghi cosa ci fa lui nella tua stanza?》, dice irritato e con un pizzico di amarezza. Non oso nemmeno guardarlo negli occhi.
《Lui... io... mi dispiace, Stephan!》
《Ti dispiace? Aspetta... che cazzo hai sul collo?》
Mi sposta i capelli dal collo e il suo viso cambia colore, per non parlare dei suoi occhi. Arretra di qualche passo e poi guarda Damon come se volesse ucciderlo e si trattenesse dal farlo.
《Brutto pezzo di merda... che le hai fatto, eh? L'hai toccata...》
Stephan si fa avanti e lo afferra le la maglia ma, Damon guarda schifato quelle mani che gli sono addosso.
《Se osi ancora toccarmi o urlarmi contro, ti schiaccio contro il muro come un insetto, capito stronzo?》, gli ringhia sicuro di sé. Stephan è abbastanza muscolo ma, Damon pratica uno sport da combattimento e da quanto mi raccontava Jade, non ha mai perso nessun incontro. Adesso temo per l'incolumità di Stephan!
《Vi prego, non litigate! Non sto bene, Damon!》
Mi rivolgono la loro attenzione e Damon se lo toglie di dosso per venire ad aiutarmi, tenendomi per un fianco.
《Mi dispiace... vuoi stenderti?》, mi chiede premurosamente. Non faccio in tempo a rispondere che Stephan mi attira contro il suo petto.
《Quale parola non ti è chiara? Lei é mia! È la mia fidanzata e mi prendo io cura di lei, non tu. Non sei nulla per lei! Non so cosa le hai fatto ma...》
Non posso lasciare che lo accusi di qualcosa che, in parte, è una mia colpa.
《Stephan... Damon non ha fatto niente! O per meglio dire, non è stato l'unico a-a fare qualcosa...》
《Che dici? Tu e lui... un secondo, questa maglietta non è tua! Hai... hai fatto sesso con lui?》, dice staccandosi bruscamente da me. Ha gli occhi lucidi e rivedo il bambino triste che ho conosciuto quand' ero piccola.
《Io... no, certo che no! Ci... ci siamo solo un pò t-toccati e... basta!》, ammetto sentendo un dolore allucinante alla testa. 《Solo un pó toccati, dici? E io, secondo te, come dovrei sentirmi adesso? Io ti amo e questo non cambierà mai... ci conosciamo da una vita e tu mi rimpiazzi con... con questo qui?》, dice ancora con faccia sofferente. Lo sto davvero rimpiazzando con Damon? No, lo volevo lasciare per la questione del matrimonio e non per Damon, anche se...
《Senti pezzo di merda, lei non ti ama! Ancora non l'hai capito?》, dice Damon piazzandosi davanti a me.
No, Damon! NO!
《Tu non parlare! Non sai nulla di cosa siamo io e lei, non sai cosa abbiamo passato e non puoi arrivare tu a portarmela via! Non so perché abbia fatto ciò che ha fatto ma, sono sicuro che lei mi ami... vero, Kat?》, chiede Stephan.
In questo momento ti sto odiando, Damon Clark!
《Io... t-ti volevo...》
《Senti bello, lei non ti vuole e me l'ha detto a chiare lettere meno di dieci minuti fa! Per la precisione... dieci minuti fa ci stavamo baciando e a lei non fregava niente di te! Ah, e quella cazzata del matrimonio? Per questo ti voleva...》
《BASTA, DAMON!》
Si gira a guardami, confuso. Dovevo dirglielo io, era una mia responsabilità e non sua. Adesso ho perso tutto. Stephan tiene la bocca aperta e ci guarda disgustati. Lo ha ferito, profondamente!
《Vattene, Damon! Esci da qui! Anche tu, Stephan! Non mi sento bene...》, li imploro e le lacrime iniziano a sgorgare.
《Kat, io...》, esclamano entrambi.
《Vi prego... lasciatemi sola!》, dico rannicchiando sul letto e portando le ginocchia al petto.
Damon alza gli occhi al cielo e con velocità, esce dalla stanza, sbattendo la porta con forza.
Stephan si rigira il giubbino fra le mani e poi poggia la mano sulla maniglia, dandomi le spalle. La apre e prima di andare, si volta.
《Volevo solo stare con te per sempre, non... spaventarti! Non ti costringerò a fare nulla: non lo farei mai! Io... ti perdono. Ci sono sempre per te! Aspetterò qualche giorno ancora nell'appartamento! Se non mi vorrai più, ritornerò a Miami. Ricordati che io ti amo!》, dice con dolcezza. Sospira e va via.
Mi perdona? Come può... sono imperdonabile e per di più, Damon si è di nuovo fatto vedere per lo stronzo che è! Se non fossi così esausta e dolorante, farei qualcosa, direi qualcosa ma, non ci riesco. Voglio solo lasciarmi trasportare fino al mondo dei sogni.
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Al mio risveglio, fuori è già buio. Ho dormito troppo! Mi metto in piedi e mi guardo intorno. Continuo a sperare che quello che è successo con Stephan sia solo un sogno ma, il ricordo di quella scena, è troppo chiaro. Penso che la febbre sia scesa ma, andando a spulciare tra le cose in valigia, vedo delle bustine e me ne infilo una in bocca insieme all'acqua. Non trovo il vestito di ieri sera e immagino sia in camera di Damon. Non voglio vederlo, per adesso.
Prendo il cellulare e noto il messaggio di Austin. In tutto questo, mi ero dimenticata di quello che è successo con lui. Quel bacio. Sto sbagliando tutto, cazzo! Chissà come sta, ora.
Me ne sono andata come una vigliacca: gli devo una spiegazione.
Digito il suo numero e al primo squillo, risponde.
*inizio*
"Ciao..."
"Ei, Austin..."
"Scusami, sono occupato adesso ma, dimmi..."
Deve essere arrabbiato! Il suo tono è così strano e, non sono abituata a vedere questo lato di Austin.
"Non trattermi così, Austin! Ti chiedo scusa, per tutto! Ho bisogno di qualcuno di cui mi fidi..."
"Che è successo? Tu stai bene?"
"Vieni da me?"
"Dammi cinque minuti e sono lì!"
*fine*
Austin è un altro di quei ragazzi a cui è difficile non voler bene! Assomiglia tanto a Stephan ma, solo per alcuni aspetti. Non voglio farmi trovare con la maglia di Damon, così prendo de fuseaux dall'armadio e una canotta. In bagno, copro i segni sul collo con del fard e lego i capelli in una treccia.
È inutile mettere chilo di fard: questi segni sono sempre lì! Me lo guardo allo specchio e per un attimo, chiudo gli occhi e penso a quando Damon me li ha fatti. La sua bocca. La sua lingua che mi stuzzica. Mi viene una strana sensazione lì sotto, solo a pensarci!
Spaccio il pensiero e sul letto, mi trovo Austin.
Si alza e viene ad abbracciarmi.
《Vuoi raccontarmi?》, mi dice in modo calmo e pacato.
《Sediamoci!》
Fa quello che gli dico e mi fa segno di sedermi sulle sue gambe. Azzardo e lo faccio. Gli racconto quello che è successo con Damon nell'ultimo periodo e anche i baci. Lui mi ascolto senza battere ciglio mentre, mi sistema meglio su di lui. E infine gli racconto l'ultimo di poche ore fa.
《Vuoi sapere cosa penso?》
Annuisco e lo guardo negli occhi.
Prende un bel respiro.
《Voglio essere assolutamente sincero con te perché, ci tengo... forse questa cosa non è ricambiata ma, io provo questo. Hai sbagliato, Kat... Stephan, da quello che mi hai detto é un bravo ragazzo e non se le meritava quei tradimenti. Damon invece, si capisce da lontano che è uno sbruffone. Io, non voglio che tu soffra e, per come me ne hai parlato, credo che tu lo ami...》, dice con un pizzico di tristezza nella voce.
《N-no... io, non credo! N-non lo so...》
Ci avevo pensato? 《Io credo di sì. Forse ancora non ti è chiaro ma, da come ne parli...
Comunque, io lo conosco da tanto tempo e credimi, Damon non è capace di amare... se te lo dimentichi, sarà meglio! Non si merita un amore sincero come il tuo.》
Istintivamente, lo abbraccio e poi lo bacio sulla guancia.
《Grazie...》
《Sono io a dirti grazie! Hai reso questo giorni bellissimi! Non mi sono mai divertito così tanto qui a Boston!》, esclama sorridente.
《Ne sono felice! Tu... devi ritornare a New York?》, dico con malinconia.
Annuisce. 《Ho una proposta da farti...》, dice con un bel sorriso.
Curioso dal cambio repentino d'umore, lo invito a continuare.
《Ho pensato che, magari avresti bisogno di staccare un pò...》
《In che senso?》
《Vieni via con me....

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