Entriamo nell'enorme Villa, guidati da Jeffrey che ci indica le camere e tutte le altre stanze. È un uomo sui cinquanta molto simpatico che, per tutto il tragitto in auto, ha scherzato assieme a noi oppure ha lasciato la musica a palla.
《Ops, mi sa che ci mancano due stanze!》, afferma l'uomo rivolgendosi ad Ash.
《Non si preoccupi! Io e Neil stiamo insieme》, dice Jace cortesemente.
《Allora é tutto apposto! Mia cugina sta con me, quindi...》
《No! Cioè, voglio dire... lei ed io stiamo nella stessa camera! Non c'è bisogno che stia con te...》, dice Damon sempre con quello sguardo di sfida. E poi dice che non è geloso: questa reazione come la chiama, allora? Sbuffo e rivolgo un' occhiata di scuse ad Ash. Lui mi sorride.
《Rilassati, bello! Comunque, se la mettiamo così, siamo apposto!》, dice Ash gettandogli una pacca sulla spalla.
Che coraggio, Ash!
《Damon, ehm... andiamo a sistemare le cose?》
《Andiamo!》, dice afferrandomi la mano e spingermi all'interno della camera indicatici da Jeffrey.
Mentre lui butta il borsone sul lettone e poi se stesso, io inizio a disfare la valigia e a ripiegare le cose nell'armadio.
《Perché fai così?》, gli chiedo indifferente.
《Se ti riferisci al fatto che, tuo cugino, stia cercando di farmi incazzare e io gli risponda male, mi pare evidente il motivo...》, dice svogliatamente.
《Damon è mio cugino, non è un ragazzo che mi può portare a letto se è questo che ti preoccupa...》
《Non solo... mi irrita il suo modo di fare ed è troppo spiritoso per i miei gusti!》
《Non è solo questo, vero? Stamattina dove sei stato?》, gli domando.
《A fare un giro...》
《Un giro? Dimmi la verità... è da tempo che non succede che, io mi svegli e tu non ci sia. S-sei stato con qualcuna?》, dico avendo paura della risposta.
《Davvero lo pensi?》, chiede mettendosi in piedi.
《N-non lo so. Noi non siamo fidanzati e non abbiamo obblighi verso l'altro: tu puoi fare quello che vuoi e anche io!》, dico dandogli le spalle, sul punto di piangere.
《E tu come la prenderesti se sapessi che ho fatto sesso con un altra?》
《Questo vuol dire che... l'hai fatto?》, dico mettendo una mano davanti alla bocca per trattenere i singhiozzi. 《No, non lo farei mai anche se non siamo fidanzati! Ti amo troppo per tradirti.》, dice calmo.
Ricomincio a respirare ma, la situazione non mi piace per niente. Non sono venuta qui per piangere ma, per ridere, per dimenticare e stare con lui senza litigare.
《F-forse è meglio che cambi s-stanza... per stanotte!》
《Cosa? No. Mi hai sentito? Ho detto che non ho fatto niente con nessuna oltre che te...》, dice abbracciandomi da dietro.
《T-tu sei strano da stamattina e io, voglio un pò di spazio, adesso! Vado in camera di mio cugino!》, esclamo. Mi libero dalla sua presa e, senza nemmeno prendere le mie robe, scappo via da lui. Può sembrare banale ma, il fatto che lui non fosse a letto con me, stamattina, mi fa sentire tradita. Non lo aveva mai fatto, solo una volta all'inizio di tutto. È come se fossimo tornati a tre mesi fa!
Mi asciugo le lacrime e busso alla sua camera. Mi apre solo con i boxer e mi sorride ma, non appena vede i miei occhi, mi tira dentro.
《Che ha fatto?》, dice prima che io possa sedermi.
《Come fai a sapere che è colpa sua?》, dico abbassando il capo.
《Perché anche se non conosco lui, conosco te e... si vede come lo guardi e come lui guarda te! Eppure mi pare che lui non sia quello giusto, Kat! Mi sbaglio?》, dice serio.
《No, non ti sbagli! L-lui è quello sbagliato ma, lo amo...》
《Capisco! Con Stephan è tutto finito? Eravate fidanzati da tanto!》
《Si... io, l'ho tradito! Nel senso che, quando ho saputo che mia madre voleva farmelo sposare al più presto, io ho deciso che l'avrei lasciato ma... prima, quando ho conosciuto Damon, io ci stavo insieme e ci baciavamo di nascosto da tutti... poi Stephan l'ha scoperto e... puoi immaginare come abbia reagito! Non volevo finisse così fra noi due...》
《Deve essere stato brutto però, per quanto riguarda tua madre, é da ricovero, lo sai?》
《Neanche lei ha una buona immagine di te!》
《Lei é tutta matta, Kat! Nessuno della famiglia, la sopporta... io non so come ci hai vissuto tutti questi anni!》, dice facendosi cadere sul letto.
《Non ne parliamo anzi, non parliamo né di mia madre né di Damon... gli ho detto che sto in camera tua, oggi: posso?》
《Certo, pulcino! Stavo per fare una doccia e ho avvisato i tuoi amici che usciamo per cena: abbiamo ancora due ore!》, dice avvicinandosi a me.
《Che cosa vuoi fare?》, dico ridendo.
《Voglio farti ridere... ti ricordi cosa facevo da bambina quando piangevi?》, dice prendomi dalle caviglie.
《No! Non puoi...》, dico ritirandomi.
《Oh si che posso!》, dice tirandomi.
Finisco su di lui e inizia a farmi il solletico: io soffro un casino il solletico!
《T-ti preg-goo! B-Basta!》, dico contorcendomi dalle risate.
《No! È da troppo che non sento le tue risate!》, dice mentre ride anche lui con gusto.
《Te la faccio pagare!》
Riesco a riprendere il controllo e inizio a farglielo a lui.
Mi implora di smettere ma, alla fine, cadiamo entrambi per terra e ci facciamo una risata reale, per come la situazione si sia spostata sul pavimento, io sopra di lui.
Mi dà un bacio sulla guancia e poi mi abbraccia. 《Stai meglio?》
《Molto... ti voglio bene, Ash!》
《Più io, pulcino... ci sono sempre per te!》
《Lo so e anche io ci sono per te... vuoi guardare un film?》, propongo.
《Prima faccio la doccia, poi guardiamo il film e poi usciamo!》, dice alzandosi insieme a me.
《Dove andiamo?》, domando curiosa.
《In un posto speciale...》, dice toccandomi il naso.
《Odio quando lo fai!》, dico irritata.
《Lo so, per questo lo faccio!》, ammette prendendo un'asciugano ed entrando in bagno. Mi rilasso un pò e scelgo un film dalla sua libreria in vetro.
POV'S DAMON
La sto perdendo: me lo sento! "Che aspetti Damon, va da lei!", dice una parte di me, quella parte che la vuole con me, adesso. Mi sento come un idiota e la sto facendo soffrire, quando dovrei essere io l'unica persona che la fa ridere e della quale, può fidarsi. È difficile parlarle. Ho paura, ho una fottuta paura e dopo la chiamata di mia madre... ero così arrabbiato che ho fatto proprio la prima cosa che Kat odia: me ne sono andato prima che si svegliasse. Una cazzata dopo l'altra. Complimenti!
Solo due ore sapendola dall'altra parte del corridoio, e mi sento così vuoto e solo. É colpa di mia madre: se non mi avesse fatto incazzare in quel modo, ora starai con lei, su questo letto, a sentire la sua voce e a tenerla stretta e non da solo, a rintanarmi dietro il mio scudo che, di solito, non utilizzo mai con Kat.
Cerco tutta la buona volontà e mu alzo per andare, come detto da suo cugino, a cena. Sono uno sciocco, lo ammetto ma, Kat è mia e nemmeno suo cugino può permettersi di portarmela via, di allontanarla da me e di infilarle strane idee in testa su di me e il resto... non posso perderla!
Faccio una doccia la razzo ed esco prima di tutti, ritrovandomi nel anch'esso enorme ingresso di casa. Ci sono parecchi fiori ma, raccolgo quelle che mi piace di più: la rosa bianca.
Sento delle voci e nascondo la rosa dietro la schiena. La sua risata. Dio, quanto la amo. Ora che mi ricordo, é da diversi giorni che non la sento ridere e so che è tutta colpa mia e il mio carattere di merda.
Indossa un vestitino bianco molto aderente con uno scollo al cuore che, la copre fino a poco più su delle ginocchia. É perfetta. Semplicemente stupenda. Accanto a lei, Ash scende con il suo giubbotto di pelle e le spalle più quadrate di quanto le ricordassi. Mi assomiglia in certi aspetti ma, non andremo mai d'accordo. Mai: neanche morto!
Appena lei mi nota, il suo sorriso appassisce mentre io, non so che dire.
《Damon... che fai qui?》, mi chiede.
《Ehm, io...》
《Vado a prendere l'auto e la moto nel garage!》, dice facendole l'occhiolino e poi si allontana.
Si agita sul posto e abbassa lo sguardo.
《P-possiamo parlare?》, dico accarezzandole la spalla nuda.
《Per cosa? Per continuare a dirmi cose brutte e a dirmi bugie? Se è così non ci tengo!》, afferma con un visino triste. Devo averla ferita, sul serio.
《M-mi dispiace, Kat! Non è stata una delle giornate più belle per me e, come mio solito, me la sono presa con te!》
《Quindi? Cosa è successo?》, dice iniziando a preoccuparsi. Non riesce proprio ad essere arrabbiata, almeno non con me.
《Mmh... mia madre, mi ha telefonato sul presto stamattina e... beh, mi sono infuriato con lei e la mia rabbia nei suoi confronti, non mi ha reso lucido. Non capivo che ti facevo del male. Per questo ti c-chiedo scusa e, ti ho preso questa...》, dico in imbarazzo. Non sono proprio un ragazzo da queste smancerie. Le porgo la rosa e lei sorride subita alla sua visione. La prende nella mani, sfiorando la sua con la mia e l'annusa ammirata, come fosse il più bel oggetto mai visto.
《Sei... dolce, Damon!》
《Lo ammetto!》, dico grattandomi la nuca.
《Ora mi perdoni?》, le chiedo speranzoso.
《Prima mi dici cosa ti ha detto di così terribile tua madre!》, afferma sicura. Glielo dico? Si, lo faccio.
《Mi ha... mi ha chiesto di andare da lei per il ringraziamento!》, dico sbuffando.
《E, tu perché ri sei arrabbiato?》, chiede ingenuamente.
《Secondo te, io posso presentarmi in quella casa? Nella sua nuova casa con la sua nuova famiglia? Che se lo scorda... anzi, se fossi in lei, mi vergognerei di rivolgere la parola a suo figlio dopo che lo ha praticamente abbandonato! Adesso si aspetta che vada da lei... come può?》, dico disgustato.
《Ah, allora è questo? Lei... ti manca? Insomma, lascia perdere per un attimo il tuo passato ma, tu vorresti passare del tempo con lei, come figlio, vero?》
《Lo volevo... quando ero un ingenuo tredicenne, fino ad allora lo volevo ma poi, ho smesso di sperare in una persona che mi aveva abbandonato con il padre ubriaco, per andarsene con un altra famiglia... un altro figlio!》, dico sentendomi non tanto un forma. Dicono che ci si sente meglio a parlare ma, per me è tutto il contrario. Mi riporta indietro nel tempo, a quella sera quando successe. Mio padre ubriaco, l'ennesima discussione, l'ennesimo tradimento, l'ennesime grida e infine, la resa, la scomparsa e il "chi si è visto, si è visto" da parte di mia madre. Questa è una madre?
《Ti capisco Damon, davvero! Hai ragione, su tutto! Hai il pieno diritto di avercela con tua madre e la sua nuova famiglia e, come dici tu, come fa a ripresentarsi dopo tanti anni? Però pensa se non l'avrebbe fatto: anche se solo un pò, secondo me ci tiene a te! Sei sempre suo figlio! Vuoi sapere cosa farei io?》, dice mettendomi le braccia al collo.
《Cosa faresti, tu?》, dico calmo.
《Ci andrei! La vorrei ascoltare e sapere il perché, di tutto! Poi, le urlai contro tutto il dolore che mi ha provare e infine... beh, non lo so! Dipende tutto dalle sue risposte! Vacci!》, mi incoraggia ma io, coraggio di affrontare quella donna,
né ho ben poco. Nego con il capo.
《Non mi importa... non mi serve una figura materna a 21 anni!》
《La mamma serve a tutti, Damon; anche a chi a 21 anni perciò, vai!》 Non ci andrei mai da solo. Ho paura di dire o fare qualcosa di cui potrei pentirmi.
《Non vado da solo... vieni con me?》, le chiedo.
《A conoscere tua madre? Non tu pare troppo presto?》, scherza.
《Non farti supplicante! Vado se vieni con me...》
《Perché vuoi che venga?》, domanda più vicino al mio viso. É da tutto il giorno che non la bacio e la desidero più di ogni altro.
《Perché se dovessi perdere il controllo, so che ci sei tu e mi calmerò! Sei la mia costante e ti voglio lì... con me!》
Non so nemmeno da dove mi escano queste parole ma, una parte di me sa perfettamente da dove.
《Dopo queste parole, ti perdono!》, dice appoggiando la fronte sulla mia 《Io so solo che desidero, da quando hai sceso quelle scale, di baciarti!》, confesso guardando le labbra cosparse di gloss.
《Fallo!》, dice sorridendo. La stringo a me per la schiena e l'odore di pesca dei suoi capelli, mi riempie le narici. Le bacio il collo e poi un bacio caldo sulle labbra. È semplice ma, uno dei nostri baci più veri, credo.
《Ti amo!》, le dico.
《Ti amo!》, dice prima di ri attirarmi a sé e riprendere il bacio.
E chi vuole separarsi più?