Sono troppo impegnata a guardarli da non accorgermi di che ore sono. Damon e Jonah stanno giocando in giardino. Damon lo tiene sulle spalle e Jonah, fa finta di essere un aeroplano. Li guardo dalla finestra, da un leggero strato di finestra non coperta dalla tenda per non farmi scoprire. Mio figlio sta giocando con il suo papà e nemmeno lo sa. Mi sento così in colpa per aver negato a Damon di conoscere suo figlio che, alla fine, credo di essere l'unico mostro qui: lui non ha fatto nulla. Voleva solo proteggermi, in sé non è una giustificazione valida per avermi ferito però, era sempre a fin di bene e per quel poco, lo apprezzo. Io invece, perché non gliel'ho detto? Per paura? Forse. Per paura che lui, se ne fregasse come credevo fosse lo stesso con me. Ripicca? Rabbia? Forse. Ho sbagliato ma, sono felice che si sia risolto tutto o quasi. Manca la parte più importante ovvero, rivelare a Jonah chi è Damon in realtà. Li vedo rientrare e mi affretto a spostarmi. Mi siedo sul divano e accendo la tv, facendo finta di guardarla.
《Kat, sei ancora qui? Non dovevi andare a quella cosa di lavoro?》, mi chiede Dmaon entrando in casa con la mano che richiude quella di Jonah. 《Ehm... ero così presa da questo programma che, non mi sono accorta dell'orario... ora vado a prepararmi!》, esclamo. Prendo Jonah in braccio sentendolo sbadigliare e lo porto a dormire, vedendo anche Damon andare in cucina. Jonah si addormenta alla svelta tra le mie braccia e, prima di metterlo sotto le coperte, lo svesto, lasciandolo solo con una magliettina. Lo sento mugulare qualcosa ma, è troppo confusa per riuscire a capire. Lo bacio sul suo nasino e chiudo bene la porta della sua cameretta alle mie spalle. Scendo di sotto e noto Damon, sulla poltrona, a mangiare della pizza di ieri sera. 《Ancora qui?》, domanda.
《Prendo il telefono e salgo se proprio ti dà fastidio la mia presenza in casa mia...》, ironizzo.
《Non ho detto questo, dolcezza...》
《Siamo ritornati a "dolcezza"?》, dico con un sorriso a fior di labbra.
《Già... comunque ha chiamato Austin mentre tu eri sopra...》
《Dove ha chiamato?》
《Sul tuo telefono...》
《E tu hai risposto perché...》《Perché poteva essere importante ed eri sopra a cercare di far addormentare Jonah: semplicemente, non volevo disturbarti!》
《Per questa volta passa... dammi il telefono!》, gli ordino porgendo la mano verso di lui. La guarda e con uno scatto, la prende facendomi sedere sulle sue gambe.
《C-che fai?》, balbetto.
《Stai un po' con me?》, chiede facendo il labbruccio.
《Damon... devo andare a...》
《Ti prego... abbiamo detto che dobbiamo essere amici e gli amici, stanno insieme e si aiutano nei brutti momenti, giusto?》
《Giusto ma, non mi pare che tu sia in un brutto momento anzi...》
《Questo è quello che credi tu... io sto soffrendo per te ma, non mi aiuti stando così lontana da me! Voglio solo poter stare in pó con te. Ti prego...》
Il suo modo di implorare è efficace, devo dire. Sarà perché è raro che lui implori qualcuno quindi, deve essere una cosa di cui ha davvero bisogno.
《Solo dieci minuti...》
《Solo dieci minuti...》, conferma baciandomi la guancia. Sembriamo davvero dei buoni amici ma, sento che il mio corpo brama sopra il suo.
《Adesso me lo dai il telefono? Voglio assicurarmi che Austin stia bene...》
Lo tira fuori dalla tasca posteriore dei bermuda, porgendomelo. Digito subito il suo numero e poso il capo sulla spalla di Damon, aspettando che Austin risponda.
"Amore mio..."
"Ei... hai chiamato? Scusami se ti ha risposto Damon ma, ero andata sopra con Jonah. Ora sta dormendo!"
"Non ti preoccupare... senti ho dimenticato sei documenti per quell'agenzia di cui ti ho parlato, me li puoi portare prima di andare via?"
"Emh, si... credo di farcela ma, dove li hai messi?"
"Credo siano nell'ultimo cassetto del comodino in camera nostra..."
"Perfetto... te li porto tra mezz'ora, tranquillo!"
"Grazie amore! Mi hai salvato... senti con chi vai a vedere quella collezione?"
"Con quello dello staff, amore..."
"Quindi c'è anche quel Martin?"
"Purtroppo si... perché?"
"Ehm, non voglio che stai vicino a lui... sai cosa pensosul suo conto..."
"Puoi stare, tranquillo! Se solo prova a toccarmi, ti chiamo..."
"Mi preoccupo, Kat! È sempre un uomo e... non lo so! Puoi portare qualcuno con te?"
"Immagino di sì... perché?" "Fatti accompagnare da Damon! Se sei con lui, almeno sto più tranquillo!"
"Davvero ti fidi più di Damon che di lui?", dico ridendo.
"Come si dice: "Tra due mali, scegli quello minore" e Damon lo è, quindi... fatti accompagnare da lui... fallo per me! Chiamo la babysitter e le dico di venire per Jonah."
"Eh va bene... lo faccio solo per te! Adesso fammi andare sennò faccio tardi!"
"Okay, ti aspetto! Ti amo!"
"Anche io! A dopo!"
Ripongo il telefono sul tavolino e mi metto in piedi.
《Vieni?》, gli chiedo.
《Dove? Con te?》
《Si... allora, per fartela breve, c'è il mio collega che, come dire, ci prova con me e cose del genere... cioè quando parliamo di lavoro, mi grida contro se c'e da obiettare su qualcosa che a lui non piace invece, tipo ieri, ha cambiato discorso, dicendo se voleva uscire con me, che ho un bel culo e che sono una bomba sexy... insomma, Austin vuole che tu mi accompagno perché, a quanto pare, si fida più di te che si lui: vieni o no?》
Lui si alza di scatto, prende la giacca in pelle che avevo posato sul bracciolo del divano e se lo infila.
《Muoviti! Prima arriviamo, prima gli stacco le palle a quello lì...》
Faccio una risatina e incomincio a salire le scale: 《Voi due siete pazzi!》, gli grido.
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Damon mi tiene per mano o sotto braccio tutto il tempo, tanto che ho dovuto negare il fatto che io avessi cambiato ragazzo. Tutti conoscono Austin e a loro, sembrava strano che non ci fosse ma, ho spiegato solamente che lui era impegnato con il lavoro e che Damon, è solo un amico molto stretto: sicuramente non devono sapere tutti i particolari della mia vita privata!
《Se quello ti guarda ancora, giuro che gli scavo gli occhi!》, mi sussurra Damon all'orecchio. In effetti, Trevor non mi toglie gli occhi di dosso e sono sicura, che la storia dell' "amico" non se l'è bevuta anzi per quel poco che lo conosco, penserà che io sia una ragazza che se la fa con tutti, un puttana in pratica! Andiamo di bene in meglio, proprio...
《Signorina White, lei che ne pensa?》, domanda il mio capo.
《Signore, è una bella collezione ma, non le pare troppo soft? Quasi tutti i capi sono in bianco e, a parere mio, troppo vintage!》, rispondo ferma.
《Martin?》, chiede portando lo sguardo su di lui.
《Concordo, per la prima volta, con la signorina White...》
《Figurati...》, dice Damon a bassa voce più che altro a se stesso che a me. Gli tiro una gomitata e lui geme silenziosamente per il dolore.
《Però non è del tutto da buttare e, io potrei portare qualche modifica a tutta la collezione. Gli stesso modelli con vari colori ma, magari qualche ritocco qua e là e, saranno perfetti! Che ne dice?》
《Non è un'idea stramba Trevor, lo ammetto...》, dice rigirandosi i tessuti tra le mani. La ragazza affianco a tutti i vestiti in esposizione, sembra non prestare attenzione quando dovrebbe visto che stiamo parlando di un qualcosa che la riguarda ma, indovinate un po' chi guarda? Damon, ovvio. Si sistema ogni due secondi i capelli, perfettamente lisci e si porta il vestito in pizzo, sempre più sopra per evidenziare le sue esili gambe.
《Signorina Jons, per lei va bene apportare qualche modifica? Nulla di esagerato: le assicuro che i miei ragazzi, sono molto efficienti! Potreste lavorare insieme, che ne dite?》, si riferisce alla ragazza ma, nomina anche me e Trevor. Un' altra a rompere? Andiamo sempre meglio!
Tutti e tre ci guardiamo. Io devo solo fare il mio lavoro! Chi se ne frega di loro?
《Per me non ci sono problemi ma, il ho anche un'altra collezione da completare e ovviamente, daró solo qualche consiglio...》
Il mio capo sorride, concordando la mia versione delle cose. Trevor e la ragazza, di cui non conosco il nome e di cui non mi interessa saperlo, annuiscono. Perfetto: ora possiamo andarcene?
《Perfetto... siamo tutti d'accordo! Signorina Jons è stato un piacere e spero di rivederla a presto!》, dice il mio capo stringendo la mano alla ragazza. Dà una pacca sulla spalla a Trevor e sorride gentilmente a me. Il mio sguardo, ritorna sulla ragazza. Ma quanto cazzo lo guarda? Ha mai pensato di trovarsi un hobby? 《Damon, ce ne andiamo?》, gli chiedo.
《Perché? Non devi firmare delle carte o roba del genere per un contratto?》, domanda confuso.
《Si ma, posso portare i documenti a casa e darli domani a lavoro...》
《E che fretta c'è? Già che ci sei, falli no?》 《Cazzo, Damon! Quella ragazza ti sta praticamente mangiando con gli occhi e, mi pare che stia esagerando: tu non credi?》, sbotto.
《Ah... ora ho capito! Dolcezza, non mi dire che sei gelosa?》, mi sussurra con il fiato caldo sul collo. Mi abbraccia da dietro e per fortuna, Trevor mi dà le spalle poiché impegnato a parlare con un altro ragazzo.
《Gelosa? Io? Nah... c-che vai a pensare?》
《Okay, adesso so che sei gelosa ma, io ho occhi solo per te e per nessun'altra! Ci sei solo tu...》
Mi rilasso per le belle parole e mi lascio abbracciare.
《Hai visto? Guarda come ti guarda quella ragazza... è invidiosa! Vorrebbe che io la degnassi di almeno uno sguardo ma, a me potrebbe interessare di meno. Vorrebbe che abbracciassi lei come abbraccio te ma, non potrà mai perché mi sono drogato di te e del tuo profumo... mi fanno schifo tutte le altre!》
La sua voce è così soave, calda e pacata. Le sue parole sono ancora più belle e, ad una ad una, mi attraversano la spina dorsale in veloci brividi.
《Mi piace quando mi dici questa parole, invece di fare il cane in calore...》, confesso ridendo.
《Mmh... sto cercando di essere romantico, dolcezza ma, visto che hai rovinato il momento, ti faccio presente anche che, mi viene duro anche solo a vederti mentre con quella, non mi verrebbe nemmeno se fosse nuda sul mio letto!》
Lo spingo via scherzosamente. 《Andiamo via, prima che faccia buio! Davvero, li compilo domani quei fogli...》, gli dico.
《Va bene... andiamo!》, dice trascinandosi fuori senza lasciarmi il tempo di salutare nessuno ma, a quanto pare, i "nessuno" vengono da me.
Trevor esce e mi raggiunge in un batter d'occhio.
《White, te ne vai e nemmeno mi saluti?》
Damon si irrigidisce sul posto.
《Ci vediamo domani per mia sfortuna, Trevor! Non ti devo salutare ogni volta che ci vediamo...》
Sorrido sornione. 《White, risparmiami il tuo sarcasmo! Chi è qui il tuo amico, piuttosto?》, dice indicando Damon con il capo.
《Non è nessuno che...》, parlo ma vengo interrotto da Damon che gli risponde prontamente.
《Damon Clark, e tu sei Trevor Martin o sbaglio?》
《Indovinato! Katrina non gli avrai mica parlato di me? Mi sento onorato...》, dice ghignando. 《Oh, si! Lei mi ha parlato di te ma, non mi ricordo che lei abbia detto parole graziose nei tuoi confronti!》
《Graziose, eh? Katrina ed io, usiamo sempre un linguaggio "grazioso" quindi, non mi stupisco...》, risponde di rimando Trevor. Damon capisce la sua presa in giro ma, non si smuove.
《Non ti azzardare a toccarla!》, gli ringhia Damon. Improvvismaente, il discorso si è fatto più che serio.
《Altrimenti che mi fai? Sei il suo ragazzo, il suo amichetto di letto o cosa, eh?》
Damon avanza ma, io gli prendo la mano e lo tiro indietro.
《Trevor, finiscila! Damon si preoccupa solo per me ed è mio amico e niente di più... e poi, la mia vita privata non ti deve interessare, chiaro?》
《Chiaro, White!》, risponde semplicemente.
Tiro un sospiro di sollievo e cerco di portarmi via Damon che, si blocca un attimo e gli rivolge uno sguardo di fuoco.
《Se solo vengo a sapere che, le fai o le dici qualcosa che non va, giuro che ti ammazzo!》
Trevor abbassa lo sguardo sulle sue scarpe e credo, di leggere del timore mai visto nei suoi occhi.
《Okay, ora basta Damon!》
Ci infiliamo in macchina, Damon alla guida.
《Testa di cazzo...》, sussurra accendendo il motore.
《Ci devo anche stare quasi ogni mattina con quella testa di cazzo!》, esclamo io.
《Davvero, se succede qualcosa, si ritroverò con la mascella spezzata e un calcio nelle palle!》, dice lui.
《Tu e Austin volete salvarmi da tutto ma, io so cavarmela...》
《Lo so ma, meglio non tenere certe cose per sé! Se dovesse toccarti, io...》
Non conclude la frase ma, come se fosse un gesto spontaneo, premedi più sull'acceleratore. Decido di cambiare discorso.
《Hai saputo che Adam si fidanza?》
《Si... me ne ha parlato Neil anche se, mi sembra strano che non ce ne abbia parlato e poi, nessuno sa chi è questa misteriosa ragazza...》
《Infatti... tu vieni?》
《Perché no... tu?》
《Certo! Tengo ad Adam, non ci vediamo da tanto tempo e, voglio conoscere la sua ragazza: sono curiosa!》, dico poggiando il capo sul finestrino.
《Viene anche Austin? E Jonah?》
《Non so se è il caso di portare Jonah e, non ne ho ancora parlato con Austin... spero che riesca a venire! Questo lavoro lo impiega molto...》 Annuisce. Ora che ci penso, non dovrei parlare così liberamente di me e Austin con lui. Insomma, siamo sempre io e Damon. Il passato non ci ha abbandonati! Amici? Non lo saremo mai. Il problema è, allora cosa siamo? Non capisco. Lui è il padre di mio figlio. E per me? Cosa rappresenta nella mia vita? Solo domande su domande ma, non trovo risposte.
《Scusami...》, sussurro.
《Non importa...》, dice lui con sguardo perso.
《Mi dispiace, davvero...》
《E io, ho detto che non importa, davvero...》, ribadisce. Lascio perdere e noto delle goccie, scendere sul vetro dell'auto. Anche la pioggia , ora! In pochi minuti, siamo circondati da enormi lacrime che cadono dal cielo e bagnano la terra. Noi siamo al sicuro e al riparo ma, giuro che, preferirei essere là sotto che non dentro questa situazione. Austin. Damon. Austin. Damon. Sto lottando contro mente e cuore. Mi rendo conto di essere proprio nei guai.