*3 ANNI DOPO*
Sono passati tre anni, tre anni senza di lui. Sembra incredibile, no? Come la vita ci tende queste trappole dove ci si casca ingenuamente, approfittando della debolezza dei venti anni, un rito di passaggio, per me tragico. É difficile ricordare anzi, é tragico eppure non mi pento di Jonathan. Lui è il mio bambino e anche, lo specchio del Suo ricordo. È la sua fotocopia e in molti gesti, lo rivendo in lui. Dire che, non ci penso, sarebbe la più grande cazzata che io abbia mai detto ma, ora non è passato troppo tempo, un tempo in cui ho sperato di lasciare indietro quella parte del mio passato. Il nostro era un amore malato. Sto bene, adesso. Austin. Alla fine, ho scelto il suo amore per essere felice. Con lui, tutto è più facile e, non devo preoccuparmi che qualcuno del suo passato mi venga a rivelare cose di lui che io non so, perché io so tutto.
Vi domanderete come tutto è iniziato.
Tutto ebbe inizio da quel messaggio, era suo. Mi chiedeva come stessi, incurante di tutti quei brutti eventi accaduti dopo il rapimento. Sorrisi, ricordandomi che, la mia vita non sarebbe finita lì. Gli scrissi, senza dargli spiegazioni che, avevo bisogno di staccare la spina e lui, colse l'occasione per incitarmi ad andare da lui per qualche tempo. Non me lo feci ripetere due volte e dopo aver salutato, la mattina dopo, il mio vecchio amico Cody con poca voglia di perderlo, feci le valigie e mi diressi a New York. Raccontai tutto ad Austin e lui mi ascoltò, come faceva sempre del resto. Non giudicò Damon eppure lo vidi stringere i pugni così forte da procurarsi dolore. Il suo abbraccio era quello di cui avevo bisogno. Successivamente seppe del bambino e lì ne rimase sconvolto. Nonostante ciò, lui mi comprese ancora e come una persona innamorata fa, si prese cura di me e quando seppi il sesso del bambino, lui era con me più felice che mai. Un maschietto. Mi trasferii definitivamente da lui e vivemmo il nostro amore. Perché io, mi sono innamorata di Austin ma, in un modo diverso da
quello di Damon. Quando nacque il piccolo Jonathan, Austin si prese un periodo di pausa dal lavoro e mi aiutò con il piccolo. Stava sempre con lui, ci giocava e lo guardava con quegli occhi come quando si guarda il proprio figlio. Per me, Austin è suo padre, non Damon infatti lui lo chiama papà e ogni volta, mi fa sorridere. Appena compì un anno, mi iscrissi di nuovo al college ma, dopo qualche tempo, grazie a uno stage, trovai un lavoro in un'agenzia di modelle, assumendomi come colei che si occupa di ottenere sponsor e pubblicità per la casa di moda in cui lavoro. Volevo continuare l'università all' inizio ma poi, ho capito che dovevo anche io lavorare per mantenermi e non farmi mantenere da Austin, anche se lui é più che contento di farmi regali e trattarmi come una regina nel suo Palazzo. Paghiamo anche una babysitter per Jonah, così lo chiamo io e, durante la mattina, poiché il pomeriggio porto il mio lavoro a casa mentre Austin lavora tutto il giorno e ritorna in serata. Non vedo i miei vecchi amici da due anni, dopo la nascita del mio piccolo e raramente mi sono sentita con Jade a causa dei veri impegni lavorativi. Cody mi chiama sempre per assicurarsi soprattutto come sta Jonah, che lo ha visto un paio di volte e gli vuole un gran bene anche perché Cody é un bambino peggio di lui. Damon non so che fine abbia fatto. Nessuno l'ha visto né sentito: scomparso dalla circolazione! Non ho più motivo di avercela con lui, l'ho perdonato in cuor mio e sono felice che sia con qualcuna che lo ama. Non ricordo più il sapore dei suoi baci, né il calore dei suoi abbracci sostituiti da quello di Austin. Se lo amo ancora? Come posso non amarlo: è stato il mio primo amore, il mio tutto ed è pur sempre il padre di mio figlio all'oscuro dai suoi occhi. Non potrei mai dimenticarlo se ogni giorno, lo rivedo sempre di più in Jonah. Non lo rivedrò mai più probabilmente ma, lo porterò sempre nel mio cuore. 《Amore...》
Austin entra in cucina stropicciando gli occhi e con i capelli biondi scompigliati come ogni mattina.
《Ei... come mai già sveglio così presto?》
《Ti ho sentita mentre ti alzavo... tutto bene?》, domanda abbracciandomi da dietro e baciarmi la spalla.
《Scusami... stavo pensando a questi ultimi anni...》, affermo sorseggiando l'acqua nel mio bicchiere. 《Sai che penso?》
Mi giro verso di lui, sistemandomisu uno sgabello.
《Cosa?》
《Che ti amo!》, dice prima di poggiare le labbra sulle mie. Mi attira contro il suo petto nudo e io ridacchio quando mi solleva per le cosce. 《Quanto tempo abbiamo?》, sussurra continuando a baciarmi.
《Due ore prima di andare al lavoro e, devo ancora fare la valigia...》, dico ansimante. Già, Ash si sposa e io, devo andare senza Austin e il mio piccolo che rimangono qui. Ha trovato la sua anima gemella.
《Mi basteranno...》
《Andiamo in camera... non vorrai che Jonah sai svegli, vero?》
《Giusto... se si svegliasse, non potrei più avere il mio dolce mattutino...》, sussurra leccandosi le labbra. Gli tiro una pacca sul petto ma, lui non fa una piega e mi porta nella nostra stanza. Nel nostro letto. Ho cancellato come fosse fare l'amore con Damon ma, una cosa che non smetterò di sentire, é il suo profumo. Quella maglietta? É ancora lì, in quella famosa valigia. Non potevo gettarla. Mi ricorda da lui e mi aiuta, a ricordare chi ero. Chi era. Chi siamo stati. Chi eravamo, noi due.
POV'S DAMON
Sono passati tre anni, tre anni senza di lei. No, non l'ho dimentaca anzi, non ho mai smesso di pensare a lei nemmeno nei sogni. Non so dov'è né con chi, nessuno lo so. Ero scappato tre anni fa, per risolvere la questione "Luis", per non mettere in pericolo nessuno dei miei amici. Cosa è successo? Mi sono fatto aiutare e l'ho incastrato. Victor, é stato la mia salvezza e senza dei lui, a quest'ora sarei in galera. Prima, ho trovato la loro base dove, le ragazze venivano vendute per piaceri sessuli a persone pronte a spendere enormi somme di denaro e poi, Victor ha mandato delle pattuglie per circondate l'edificio. Se avessi chiamato io, sarei finito nei guai tanto quanto loro ma, per la prima volta, sapevo di non farcela da solo. Gli ho raccontato tutto e dopo, mi ha aiutato, felice che io non fossi più in quei fottuti giri. Sono stati arrestati uno ad uno e io, assistevo alla scena da lontano, guardando vittorioso verso Luis. Alla fine di tutto, quasi un anno più tardi, ero pronto a ritornare a college, a rivederla e a confessarle la verità del mio abbandono. Avevo atrocemente sentito la sua mancanza e volevo risolvere tutto ma, appena fui lì, lei se n'era andata. Nessuno sapeva dove si fosse rifugiata dopo la morte della madre e ancora oggi, rimane un segreto. Ho passato intere notti a sperare di trovarla, i giorno successivo, tra le mie braccia ma, ho capito che era inutile sperare. L'avevo ferita così tanto, da voler evitare ogni posto dove, avrebbe potuto incontrarmi. Io le ho rovinato la vita e ora, la mia vita è un inferno senza di lei. Tre fottuti anni senza vederla, è una tortura.
《Ancora qui? Hai preso il vestito?》, mi chiede Ash attraversando il salotto.
《Stavo pensando a questi ultimi anni e... mi sono immerso nei ricordi...》
《Damon, sai che lei verrà qua, vero?》
Annuisco e mi passo una mano sulla faccia e poi tra i capelli.
《Damon senti, non so da dove venga ma, sono convinto che, si sia fatta una vita e devi prepararti a sentirti dire che forse... forse avrà un ragazzo...》, dice sedendosi sul divano.
《Tu... tu dici? Lei non sa che sono qui, no?》
《Non sa nulla. Jade le ha sempre detto che tu, sei scomparso fino a pochi mesi fa. Non sa che tu, sei qui da quasi due anni e, quando ti vedrà... le prenderà un colpo.》, esclama. 《E se lei non avesse nessuno? Io potrei parlare, dirle la verità.》, dico speranzoso.
《N-non lo so... Damon devi reagire! L'hai lasciata e lei ti amava, tu sei proprio convinto che lei ti possa amare ancora?》
Questa frase mi lascia per un attimo senza parole. Se lei non mi amasse più? Insomma è da tre anni che non ci vediamo e lei, magari ha un... un fidanzato. Mi fa ancora male dirlo, cavolo! Però io la penso ancora: perché lei non dovrebbe?
《Non ti ho mai ringraziato, Ash...》, parlo ad alta voce immerso tra i miei pensieri.
《Perchè dovresti farlo?》
《Perché è giusto così... sono venuto qui e ci sono rimasto approfittando della tua generosità e aspettando ogni giorno con ansia che lei ti dicesse dove fosse e spronandoti come un bambino a mettere il vivavoce ogni volta che ti chiama, per sentire di nuovo quella voce... dici che, mi vorrà ancora parlare?》
Ash si alza e mi dà una pacca sul braccio. 《Amico, la rivedrai con i tuoi occhi e lei vedrà te. Parlerete se lei vorrà, le dirai la verità e capirai... capirete cosa provate l'uno per l'altro. La speranza non muore mai. Preparati al meglio... sono sicuro che lei, sarà splendida...》, dice sorridendomi. Io e Ash abbiamo creato uno strano rapporto, lo considero un amico o quasi. Quando non l'ho trovata al college, sono andato a casa sua ma nulla e poi, da Ash, scoprendo che lei, non aveva intenzione di farsi trovare. 《Ash, sicuro di avermi detto tutto?》, domando.
《C-Cosa vuoi dire? Sai t-tutto...》, dice con un pizzico di nervosismo che non so a cosa sia dovuto ma, lascio perdere. In fondo, si sta per sposare.
《Hai ragione... vado a prendere il mio vestito! Grazie Ash...》, affermo balzando in piedi vicino a lui. Mi sorride, un sorriso di circostanza e poi mi abbraccia e io ricambio.
《Va da Grace, ora e salutamela. Noi ci vediamo domani...》
《Notte Damon!》, sorride ancora e poi esce di casa per andare dalla sua amata. Ash è fortunato e Grace é una brava ragazza, proprio adatta a lui. Me ne ritorno in camera e mi butto a peso morto sul letto. "Non vedo l'ora di vederla. La amo, non ho mai smesso di farlo..."