Capitolo 68⭐️

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Guardo la luna, cercando un segno o qualcosa che mi dica cosa fare. "Quanto vorrei che fossi qui, mamma...", penso per un momento. Credo che, da lassù, mi osservi. Non abbiamo mai avuto modo di parlare veramente come madre e figlia, per questo rimpiango tante cose. Ho sbagliato anche io e lo riconosco. Lei ha avuto le sue colpe e penso lo sappia e credo che, ovunque sia, mi guardi dall'alto e veda le mie azioni e commenti ogni passo che compio, come faceva quando era ancora in vita. Chissà cosa pensa di Damon? Sicuramente nulla di buono poiché non ha mai provato a capire i miei sentimenti per lui e vedeva solo il mio futuro con Stephan. L'ho perdonata e spero che lei abbia perdonato me di aver dato retta al mio cuore che, batteva solo per Damon, a quei tempi. Nonostante tutto, lei è e sarà sempre mia madre e, sono sicura, mi volesse bene anche se, me lo dimostrano in un modo completamente errato. Faceva tutto per il mio bene e lo capisco solo ora che, sono madre di un bambino bellissimo che amo tanto ed è normale che voglia il meglio per lui ma, non sarò mai come mia madre: lo ascolterò, lo aiuterò ad affrontare la vita e diventare un bel ragazzo forte e sicuro di sé. Sarò la prima ad appoggiarlo ma, anche a metterlo in guardia come penso sia dovere di una brava mamma. Mi prenderò sempre cura del mio bambino, ad ogni costo e credo proprio che lui, sia la mia costante. Chissà cosa avrebbe detto mia madre di Jonathan... mi avrebbe disonorata? Probabile. Mi avrebbe aiutata comunque anche se, in grembo, avevo il figlio di Damon? Vorrei chiederglielo perché a questa domanda, so proprio rispondere e la cosa peggiore, se ci penso, è che non potrò mai porre fine alle mille domande che ancora avevo da farle. Una lacrima. La Luna è protagonista del mio sfogo per mia madre, per Austin e Damon. Non c'è mai stato un vero momento di pace in tutto questo e, mi fa soffrire sapere di essere così incasinata e di stare rovinando la vita anche degli altri: sto tredendo Austin spudoratamente e poi, dopo me ne pento; sto illudendo Damon, non sapendo che futuro avremo veramente eppure li amo entrambi, in due modi diversi ma li amo. Mi sento un mostro... Avevo pensato di lasciarli andare. Entrambi. Farei di tutto per vedere loro felici, a costo di perderli tutti e due! Poi però, ho pensato a Jonah. Damon è suo padre e io, anche se lo rifiutassi, lo rivedrei mentre, il mio piano, sarebbe quello di scomparire definitivamente dalla loro vita. Non è possibile! Un' opzione, scartata! Il mio telefono, squilla. Non penso all'orario ma, solo al bisogno di sentirlo.
"Piccola... ma c-che ci fai sveglia a quest'ora? Sono le tre del mattino..."
"Scusami tanto, io..."
"Piccola ma, stai piangendo? Cosa è successo?"
"Cody, io s-sono confusa e mi manca la mia mamma e, ho tanta paura..."
"Kat, così mi fai preoccupare... Vuoi che prende dei giorni e venga lì per un po'? Ci metto in attimo a chiamare il mio capo per prendermi dei giorni liberi..."
"N-no, non puoi assentarti da lavoro... io v-volevo solo parlarti e dirti che... m-mi manchi tanto..."
"Piccola, anche tu mi manchi! Mi spieghi cosa fai sveglia a quest'ora? Cosa sta succedendo lì? È per Damon, vero?"
Non rispondo.
"Lo sapevo... Kat, dimmi cosa sta successo te di voi, ancora..."
"Cody, io li amo tutti e due, capisci? Io mi sento una merda! Io lo amo ancora però amo anche Austin e-e, mi sento come se la testa, potesse scoppiarmi da un momento all'altro... c-ci siamo baciati e, io l'ho confessato ad Austin ma, lui mi ha perdonata, capisci? Perché cazzo mi ha perdonata? P-perché?"
"Tu non volevi che ti perdonasse così, avresti smesso di lottare contro te stessa e quello che provi per entrambi, è giusto?"
Annuisco, anche se non mi può vedere. Vorrei tanto fosse qui.
"Hai ragione, sei molto confusa ma, Kat tu credi di amarli entrambi..."
"C-come scusa?"
"Ti sei mai chiesta come vorresti senza uno dei due? Ti sei mai chiesta se riusciresti a vivere senza Austin o Damon? È vero, tu hai passato tre anni lontano da Damon ma, non per tua volontà: credevi che il suo amore fosse solo unamenzogna! Adesso che sai che, nulla è cambiato, che vi amate ancora, tu saresti disposta a perderlo di nuovo? Oppure, saresti disposta a sacrificare una relazione pure, senza inganni e senza ostacoli di nessun tipo con Austin? Una vita dove, hai tutto praticamente, perché Austin, può darti tutto quello di cui hai bisogno....
Queste sono le domande ch devi porti e non altre... Hai già una risposta?"
Ho una risposta? Due domande da cui dipende la mia felicità e in parte, anche la loro. Sono vicina, forse. Sono vicina alla risposta.
"D-devo pensarci... quindi, secondo te, capirò chi amo davvero quando perderò uno dei due?"
"Esatto... per il momento, prendi le distanze, Kat... sta con Austin come sempre ma, sii più distante, soprattutto con Damon! Lui è quello che ha fatto nascere i tuoi dubbi quindi, devi stare da sola per capire..."
"C-ci vieni al fidanzamento di Adam?"
"Si, piccola... ci vediamo lì tra qualche giorno, ce la fai intanto?"
"S-i, ce la faccio... grazie Cody, ti voglio bene!"
"Anche io! Ah, Kat?"
"Dimmi..."
"Per quanto riguarda tua mamma... ricordati che, è con te, più di prima! Buonanotte, piccola!"
"Sei l'unico che mi capisce... Buonanotte!"
Rilascio un sospiro e butto la testa all'indietro sull'amaca. Voglio riposare. Prendermi cura di me e non preoccuparmi di nulla, per una volta!
Adam si sta per fidanzare e, non vedo l'ora, come mi aveva consigliato Trevor, di staccare la spina, anche se Damon, sarà ancora lì. Lui c'è sempre. Rientrando in casa, cammino in punta di piedi per non svegliare nessuno e varcata la porta della camera da letto, mi infilo sotto le coperte, dando le spalle ad Austin. Spengo la luce della lampada e mi rannichio su me stessa, riuscendo a chiudere finalmente gli occhi.
*Due giorni dopo*
《Hai preso tutto?》, mi chiede Austin per la seconda volta in dieci minuti.
《Non devo andare a Hong Kong, Austin...》, dico ridacchiando.
《Lo so ma, è meglio che tu non ti dimentichi nulla, no? Jonah sta salutando Damon, di sotto...》
《Ah si?》, chiedo chiudendo definitivamente la valigia.
《Si... sabato pomeriggio sei a casa, quindi?》
《Promesso... ti raggiungo io, alla cena con i dirigenti!》, dico afferrando un giubbino per poi indossarlo. 《E domenica, a casa dei miei...》, aggiuge. 《Pensavo di riuscivo a scappare...》, dico ridendo.
《Kat...》, mi richiama quasi fosse un rimprovero.
《Tu e e mia madre siete proprio delle incredibili!》, commenta Austin. 《Talento naturale...》, dico alzando le spalle.
Vedo la sua bocca incurvarsi in un sorriso. Prende  la valigia, poggiata sul letto e dietro di me, scendiamo le scale fino in terrazza. Lui porta la valigia in auto mentre, io saluto il mio principino.
《Amore di mamma, mi mancherai tanto...》, dico stritolandolo con un pupazzo tra le mie braccia. Lo tempesto di baci e infine, gliene lascio uno leggere sul nasino.
《Ritorni presto, vero?》, mormora.
《Certo, piccolo! Tu stai con papà e ti diverti! Dice che vuole portati al parco giochi più bello di sempre! Noi ci sentiamo domani...》, dico abbracciandolo ancora per poi lasciarlo tra le braccia di Austin che, intanto mi ha raggiunta. Mi accompagnano alla macchina e noto Damon, già al suo posto, intento in una conversazione al telefono.
《Ti amo!》, dice solamente Austin, baciandomi sulle labbra davanti a Jonah.
《Anche io! Ti avviso appena arrivo e per qualunque cosa, chiamami...》, sussurro.
《Staremo bene...》
《Lo so...》, metto una mano dietro la sua nuca e lo bacio ancora un volta, ricordando il sapore delle sue labbra.
《Vai ora... mi raccomando!》
Annuisco e lancio al mio piccolo, un bacio volante, proprio come piace a lui. Sorride e mi saluta con la mano copiando Austin. Mi mancheranno. Apro la portiera e mi intrufolo in macchina. Damon non parla e aziona il motore mentre io, appoggio la testa sul finestrino, provando a ricuperare il sono perduto.
《Come va? So che, hai vomitato ieri notte...》, interrompe il silenzio, porgendo sempre attenzione alla strada.
《Il cibo cinese mi fa sempre questo effetto, tranquillo...》
Annuisce, senza scomporsi. Dopo diversi minuti, con gli occhi in procinto di chiudersi, sento la sua manosulla mia coscia. Guardo la mano che, disegna con il pollice dei cerchi e, non so perché ma, la mia mano si posa sulla sua. Si intrecciano e lui, la stringe più che forte che mai, quasi come se avesse paura di vedermi scomparire. Avvicina la mano alla sua bocca e gli lascia un casto bacio.
《Mio padre è stato ricoverato con un urgenza...》, sussurra. Spalanca gli occhi, incredula alle mie stesse orecchie.
《Oh Dio... l-lui è in pericolo di vita?》
《S-si... prima, al telefono, era l'ospedale in cui è stato ricoverato e... vogliono che vada a firmare delle carte...》, dice stringendo la mia mano per trovare conforto.
《Tu... Damon, da quanto non vedi tuo padre?》
I suoi occhi si incastrano nei miei e riesco a vedere quel luccichio di debolezza e dolore che, forse gli altri non vedono ma, io sì.
《Cinque anni...》
Cinque anni senza vedere il proprio padre. Parlarci. Cercare di capire il perché di tante cose. Cinque anni dove, lui ha continuato a lavorare duramente per dei soldi che, erano destinati, almeno una parte, a quella clinica, senza mai domandarsi come stesse veramente la persona per cui spendeva tutta la sua forza e quel denaro.
《P-perché non lo vai a trovare? Damon, lui ha fatto uno sbaglio che, forse gli... gli costerà la vita ma, sono sicuro che, farebbe bene a entrambi parlare un po'... come padre e figlio! Lo so che, il concetto è un po' difficile ormai ma, n-non fare come me e mia m-madre... ti assicuro che dopo, cose belle o brutte che fatto, rimpiangerai il tempo perduto! Non fare come me...》, gli dico rattristendomi poiché, è raro che io parli di lei ma, è più che ovvio che, l'effetto di Damon, mi dà anche la sicurezza di essere compresa. È come se avessimo delle cose in comune che, ci tormentano e lui potesse capire, a differenza di Austin, che ha vissuta sempre nella serenità della sua famiglia e può solo parlare da un punto di vista esterno. Lui guarda fisso la strada però, sembra rifletterci. Mi aggrappo al suo braccio e poggio la testa sulla sua spalla.
《Fallo per me...》, dico cercando di convincerlo.
Sospira un paio di volte ma, non dice ancora nulla. Deve parlarci. Anche solo per qualche minuto altrimenti, sarà tormentato come me dai rimpianti. Voglio che lui faccia quello che io, non ho avuto la possibilità di fare, ovvero chiarire e lasciarsi il passato alle spalle. I genitori sono la cosa più bella che noi, possiamo avere ma, quando siamo degli adolescenti o dei ragazzi in preda agli ormoni, vogliamo stargli alla larga e ci ribelliamo. Poi, quando ci lasciano, piangiamo. Piangiamo. E piangiamo. È inutile piangere: loro non ci sono più! Io, non vorrei mai che mio figlio mi trattasse in questo modo per questo, cercherò di essere sempre disponibile con lui, una mamma dalle larghe vedute con i giusti limiti... sarò anzi, voglio essere, sua amica! È giusto così.
《Vado se tu vieni con me...》, dice Damon all'improvviso.
《Davvero vuoi condividere il poco tempoche gli rimane, con me?》
《Avrò bisogno di te, in quel momento ma, chi prendo in giro, io ho sempre bisogno di te...》, dice lasciando spazio a un sorriso. Anche a me, viene da sorridere. Mi avvicino e gli bacio la guancia.
《E io, ci sono sempre per te... quando vuoi andare a trovare?》, dico rimettendomi comoda al mio posto, ma le nostre mani rimangono unite l'una all'altra.
《Oggi pomeriggio, se per te va bene... sistemiamo le cose in hotel e andiamo... saremo di ritorno per cena!》, esclama tamburellando le dita sul volante, con fare nervoso.
《Ei, ci sono io... andrà tutto bene...》
《E se... se lui non mi volesse vedere?》
《Perché non dovrebbe?》
《N-non lo so... forse perché l'ho abbandoto in quella clinica... tutto solo e... insomma, non riceveva altre visite o almeno credo... forse è impazzito perché nessuno lo veniva a trovare ed è arrabbiato con me oppure...》
《Ei, calma! Sono sicura che non è così... sa che hai fatto la cosa migliore per tutti ma, soprattutto per lui! Dovrebbe esserti grata per tutto quello che hai fatto, per il denaro che hai investito per curarlo mentre tu, devi mettere da parte il tuo stupido orgoglio e ascoltarlo... solo così potrete chiarire!》 《Sai, credo che tu abbia un dono...》
《Ah, si? E sentiamo, quale sarebbe?》, dico ridendo.
《Mi rendi felice...》
Sorrido imbarazzata e abbasso lo sguardo sul mio cellulare che, vibra sulla mia coscia. Un messaggio da... Trevor. Metto la password e vado sulla mia chat con lui.
"Amica ingrata, quando avevo intenzion di dirmi che sei partita lasciandomi un balia della tua sciocca segretaria, eh? Non é che sei in qualche zona tropicale mentre io mi spacco il culo, no? Te la farei pagare, ragazzina! Comunque, spero ti diverta e stia lontano dai guai e sai benissimo a chi mi riferisco...
Chiamami se ti annoi! Mi manchi! XOXO
- Il tuo idiota preferito."
Stupido Trevor! Devo dire che, mi manca... davvero lo penso?Sto impazzendo, letteralmente ma, in fondo, Trevor si è dimostrato diverso da quello che credevo e mi sono sentita a mio agio mentre parlavo con lui. Quindi sì, mi manca un po'!
Rido da sola per quello che mi frulla nella mente.
"Ahhaha, tranquillo, ti porterò dei ricordini dal posto fantastico in cui sto andando e ti spedirò delle cartoline con protagonista il mare! Mi diveriró per te! :) ;)
Non combinare casini senza di me e non maltrattare Sam! Prometto che ti chiamo appena posso! Mi manchi anche tu! XOXO.
-La tua ragazzina."
Sorrido ancora e poi, poso il telefono nella borsa.
《Chi era?》, domanda Damon curioso.
《Emh... nessuno! Nessuno di importante...》
Non mi sembra tanto sicuro ma, lui si limita ad annuire e a consigliarmi di riposare un po' poiché ci aspetta una lunga giornata. Seguo il suo consiglio e mi appisolo sul finestrino. Non vedo l'ora di arrivare per rivedere Adam e conoscere la sua misteriosa fidanzata! Poi Jade e Neil ma, soprattutto non voglio abbracciare Cody. Mi addormento con il pensiero di raggiungere la mia meta il prima possibile e rivedere finalmente, i miei migliori amici.

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