Di solito, immagino le chiamate con mia madre, molto noiose ma, questa volta, non credo che sarà una passeggiata parlare con lei.
*inizio*
"Ciao... mamma!"
"Hai il coraggio di rispondere al telefono, eh? Almeno in questo non ti devo richiamare! Ho sentito Stephan..."
Faccio un cenno ad Austin mentre mi allontano: non voglio che senta!
"Mamma, ti prego non fare scene! Io... non stavo bene con Stephan e... non l'amavo: ora lo so!"
"Non lo amavi? Ti dico io cosa è successo: il college, è successo! Ti ha mandata fuori di testa e non Capisco più cosa dici! Stephan é l'amore della tua vita!"
"Cosa? Scherzi? L'amore della mia vita è la persona con cui voglio avere un futuro e che voglio amare! Voglio bene a Stephan ma, non in quel modo..."
"Katrine Joseline White ti conviene richiamare Stephan e chiedere scura per il tuo comportamento poco consono e..."
Riattacco. Non ce la faccio a sentirla parlare! Ma non gli importa di cosa provo o sento? Come posso continuare con questa storia? Mi lascerà mai vivere veramente? Non ne sono sicura. Metto le mani in viso e mi sfogo, liberando qualche lacrima.
《Piccola, tutto okey?》, mi domanda Austin. Mi scosta le mani dalla faccia e, per non mostrargli le condizioni in cui mi sono ridotta, mi butto tra le sue braccia. Mi bacia la nuca e mi trascina fino alla moto.
《Vuoi sapere un segreto?》, mi chiede.
Annuisco. 《Sai perché mi piace andare sulla moto?》
Faccio di no con la testa.
《Perché quando sono su di essa, mi sento libero, come se avessi il mondo in mano. Il vento che ti accarezza e la strana sensazione nel petto, mi piace!
Quindi, adesso... vuoi restare a piangere oppure salire in sella al mio desidero e renderti libera?》
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Mi risveglio, rannicchiata e quasi all'estremità del letto. Mi ricordo di essermi addormentata con Austin, nel suo letto: non riuscivo a dormire ma, lui non ha lasciato il mio spazio e ho sentito raramente il suo respiro! Mi giro nel letto, non trovandolo dove l'avevo visto ieri. Mi metto in piedi e mi accorgo della busta bianca dall'aspetto importate, sul comodino. Su di essa, c'è scritto il mio nome, in grandi lettere di colore nero.
La apro lentamente. Credo centri Austin ma, non capisco. Inizio a leggere:
"Quando leggerai questa lettera, io non sarò più insieme a te! Perdonami, probabilmente mi odierai ma, non ce la facevo. Il solo pensiero di salutarti, non sapendo il nostro prossimo incontro, mi ha turbato a tal punto di non riuscire a permettermi di vedermi partire. Stamattina, ti guardavo dormire: eri bellissima, sei bellissima! Perdonami anche il fatto che, prima di varcare la porta della stanza, ti abbia baciato. Scusami, non ho resistito, ed è stato il più bel regalo d'addio che tu potessi farmi.
Non è un addio, non voglio che lo sia e tu, hai promesso che saresti venuta a trovarmi. Ti aspetterò! Ma soprattutto, vivi la tua vita al meglio e fatti valere: combatti! Combatti per quello che ami, combatti se ne vale la pena, anche se la persona per cui si fa, si chiama DAMON CLARK, combatti per realizzare i tuoi sogni, piccola!
Perdonami ancora per essere stato un vigliacco e per averti lasciata da sola in un albergo. Sulla scrivania c'è il numero del taxi e le chiavi della camera: quando esci, restituiscile per favore, ho pagato tutto io!
L'ultima cosa e poi ti lascio andare: se mai dovessi aver bisogno di una pausa, vieni da me, non esitare! La vita è fatta per sbagliare e io vorrei che se lo facessi, venissi da me...
Salutami tutti e non dimenticarmi: io non lo farò di certo!
Un abbraccio, Austin."
Non so quante volte ho riletto questa lettera. In albergo. In taxi. Al college. Mi mancherà e sì, lo odio per non avermi permesso di salutarlo! Gli ho fatto una promessa e la manterrò: un giorno ci incontreremo.
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"Dove cazzo hai passato la notte?" Damon. Ora che vuole?! Poteva restare dov'era.
"Non sono affari tuoi!"
"Ritorna in camera: dobbiamo parlare!"
Sbuffo e spengo il telefono senza rispondere. Tanto sarei tornata senza che me lo dicesse!
Pago l'uomo sulla trentina del taxi e salgo fino in camera.
Spalanco la porta e me lo ritrovo seduto sul letto.
《Mi prendi in giro?! Vado via solo per un giorno e mezzo e, quando ritorno, il tuo letto è perfettamente rifatto? Dove hai passato la notte?》, domanda vedendo i muscoli farsi più tesi e le vene di una tinta più violacea.
《Damon, non ero in camera okey? Cosa ti importa?》, dico buttando la borsa sulla sedia.
《Mi... importa! Allora, me lo vuoi dire o lo devo scoprire a modo mio?》
《Ehm... ero con Austin, in albergo!》, dico sistemando dei libri nella cartella.
《Austin? Per questo non hai dormito nel tuo letto: doveva infilarti nel suo?》, esclama alzando la voce.
《Non volevo infilarmi nel suo letto! Mi ha invitato a dormire e io... ho accettato anche perché...》
《Che avete fatto? Avete fatto sesso o si è solamente infilato nelle tue mutande?》, dice con pizzico di disgusto.
《Ma perché pensi sempre a ste cose? E perché dovrei dirtelo, comunque?》
《Lo penso perché hai dormito nel suo letto e hai una sua maglietta addosso! Quindi... adesso mi rispondi, cazzo!》, dice a un palmo del mio viso.
Non ti darò questa soddisfazione, Damon!
《Forse sì, forse no!》
Serra la mascella e butta un calcio alle sedia, che va rivesciandosi per terra.
《Dimmelo, porca puttana! Ci tieni tanto a fare la dura e vedermi incazzato?》, grida.
《No, Damon ma, non puoi chiedermi certe cose così intime! A te non deve fregare con chi passo la notte o no perché, per te non conto nulla, no? Quei baci erano solo un errore, no? Tu ed io, questa cosa che sta succedendo tra di noi, è solo un err-...》
Non riesco a concludere, interrotta dalla sua bocca sulla mia. Lingua a lingua. Poggia le mani sui miei fianchi e li stringe, addossandomi a lui. Quasi fosse automatico, getto le mani intorno al suo collo e gli accarezzo i capelli.
《Dimmi che non avete fatto sesso: ti prego!》, dice tra un bacio e l'altro.
Ti prego? Ma perché ci tiene tanto a saperlo? E poi dovrebbe conoscermi: non mi sono spinta con lui, figurati con Austin. Mi morde il labbro e gemo.
《Rispondi o smetto!》, dice affannosamente. Smettere? Di baciarmi? In questo istante, le sue labbra sono la cosa più bella della giornata, dopo la discussione con mia madre e la partenza di Austin.
《Io... noi non l'abbiamo fatto!》, dico ancora. Sorride mentre mi bacia e mi accarezza la schiena e i capelli. Mi fa indietreggiare e finiamo sul letto: lui con una gamba tra le mie cosce.
《Togliti questa cazzo di maglietta!》, esclama. Prende i lembi e me la fa togliere. Mi osserva bene e si lecca le labbra. Sotto il suo sguardo mi sento come una preda. Si alza e ritorna in camera. In un balena é d nuovo sopra di me, a baciarmi il collo. Mi passa una sua maglietta e io la guardo incerta.
《Mettila! Se stai così scoperta, non sono sicuro di riuscire a controllarmi per molto!》
Me la infilo e annuso subito il suo profumo.
《Ti sbagli!》, dice mentre sposta una ciocca di capelli dal viso.
《Su cosa?》
《Non erano degli errori, non sono degli errori quei baci! Li volevo e anche tu...》