Passai il mese successivo, in una continua confusione che portava due nomi: Austin e Damon. Sono così diversi, eppure mi sono innamorata di entrambi. Mi sono innamorata di quell'areoganza, dal profumo, di quelle sensazioni allo stomaco che mi fa provare e di quella dolcezza occasionale di Damon ma, mi sono anche innamorata dell'onestà, delle parole, delle braccia di Austin che mi hanno sempre consolata. Dopo quella conversazione in auto con Damon, tra noi è calata una strana indifferenza. Se non per parlare di Jonah, lui non mi rivolge la parola e le occasioni in cui ci siano ritrovati da sole, sono state poche e rare. Austin ha poco tempo per stare con Jonah a causa del lavoro e, quando vedo che a tavola, mio figlio rivolge la parola più a Damon che a lui, mi si stringe il cuore a vederlo soffrire. Non si merita tutto questo! Lui non me ne parla ma, lo capisco da me perché ormai lo conosco e in qualche modo, vorrei renderlo felice.
《Vuoi che domani mi prenda il giorno libero?》, gli domando accarezzandogli i capelli.
Lui è sdraiato accanto a me, con la testa sul mio petto a stringermi la vita nuda. Siamo coperti solo da un lenzuolo bianco di seta e la nostra pelle, non sente freddo nelle braccia dell'altro.
《Non posso farti dare un altro giorno...》, sussurra. Non si sente bene da ieri mattina, accusando di avere mal di gola e poi, nel pomeriggio di oggi, ha iniziato a salirgli la febbre.
《Amore, non fa nulla! Non posso lasciarti con questa febbre...》
《Ho letto che, dopo aver fatto l'amore, la febbre scende...》, ride per quel che può.
《Credo che, tu abbia letto male perché, si dice che quando si fa l'amore si perdano calorie non che la temperatura corporea scende...》, lo correggo ridacchiando.
《Pobabile che sia giusta anche la mia teoria...
《È passato un' ora da quando l'abbiamo fatto e non ti è calata...》
《Giusto... magari, dobbiamo riprovarci!》, dice alzandosi sui gomiti e sorridendo maliziosamente.
《Ma come fai ad essere così pervertito anche quando stai male?》
《Quando sto con te, perdo la testa e mi dimentico persino di come sto io...》, confessa baciandomi sul collo. 《Domani mi porto il lavoro a casa, così posso lavorare e anche badare a te...》
《Badare a me? Sono grande, piccola!》, dice sorridendo sulla mia spalla.
《Mi piace prendermi cura di te... ora, dormi! Magari la febbre scende...》
《Hai ragione. Me lo dai un bacino?》, dice facendo la vocina di un bambino.
Sorrido e lo bacio sulla guancia.
《Non intendevo quello... dammi un bacio e non fare la stronza!》, dice ridendo.
《Io, stronza? Vedi di dormire, Austin...》, lo canzono dandogli una pacca sulla nuca.
《Stavo scherzando, amore... ti amo alla follia, lo sai...》, dice dolcemente.
《Anche io ti amo ma, se ti decidi a dormire, ti amo ancora di più!》, lo ricatto toccandogli il naso con un dito.
Si sporge su di me e mi bacia le labbra, staccandosi poco dopo.
《Buonanotte, piccola...》
《Notte...》, sussurro prima di mettermi comoda e lasciarmi coccolare dalle sue mani che sfiorano il mio busto in delicati movimenti. *4:30 DEL MATTINO
Sento un caldo terribile e prima di soffocare, decido di separarmi da Austin che, sta sbollendo la febbre poiché è sudato in fronte e ha le labbra leggermente socchiuse. Anche tutta la stanza è avvolta da calore così, decido di accendere il condizionatore. L'estate si fa sentire e siamo ancora ai primi di maggio! Non riuscendo più a dormire, ricupero l'ultimo sparso per terra e indosso una maglia di Austin. Silenziosamente, scendo in cucina per bere un bicchiere d'acqua. Mi siedo su uno sgabello e sorseggio l'acqua, lentamente. Quando questa grande casa è immersa nel silenzio, fa quasi paura. Per rilassarmi, mi preparo una cioccolata calda poi, prendo un giubbino leggero, giusto per coprire le spalle, e vado a berla sul pianerottolo di casa, che ospita alla sua sinistra, una grande amaca. Nei primi tempi in questa casa, durante la notte, non me ne facevo accorgere e venivo qui per pensare a tutto. Il vento che ti accarezza i capelli e il rumore degli animali notturni, nel silenzio, sono qualcosa di magico e io personalmentemi immergo in un mondo tutto mio. Questa per me è pace. La pace che, quando il sole sorge, si trasforma in caos.
《Che fai qui fuori?》
La sua voce mo fa sussultare. Porto lo sguardo su di lui e noto che porta solo i boxer. 《Non avevo molto sonno... ti ho svegliato?》
《No... nemmeno io riuscivo a dormire!》, dice scrollando le spalle. Inzia ad osservare il cielo stellato, ancora per poco.
《Austin sta meglio?》
《S-si, lo spero...》, sussurro. Automaticamente la mia mano si posa sul posto libero affianco me e gli fa segno di avvicinarsi. Lui dubita un attimo ma poi, si stende mettendo un braccio dietro la nuca e l'altro lungo il fianco. I suoi muscoli risaltano lungo il suo torace e seguono la linea perfetta del suo corpo. Arrossisco a pensare a quello che noi due, eravamo una volta ma, per fortuna, lui non mi vede.
《Damon?》
Non risponde. Non mi guarda nemmeno e questo, mi sfinisce.
《Damon?! Guardami, ti prego...》, sussurro.
Socchiude gli occhi e poi, lentamente si gira a guardarmi.
《Perché non mi guardi?》
《Non ce la faccio... sono sveglio da ore...》, dice sospirando.
《Come mai?》
Continua a non rispondere e non mi guarda ormai più, quando cerco di riaprire bocca ma, una voce mi dice di mettere fine al discorso.
Mi stendo anche facendo attenzione a non toccarlo. I minuti passano incessantemente ed io, mi rigiro per trovare una posizione che non mi faccia sentire ancora più a disagio di quanto già lo sono. Lui invece, continua a strugersi il labbro tra i denti e a sospire come se qualcosa lo affligesse. Nel cambiare la ma posizione, il mio braccio viene a contatto con il suo e sento come se una scossa elettrica mi avesse attraversato il corpo. Deve averla sentita anche lui perché, i nostri occhi si incontrano contemporaneamente. Sono stanca di scappare. Non riesco a rifiutare quegli occhi così penetranti e pensandoci, non voglio spezzare questa strana intesa, creatasi. Mi giro sul suo fianco e lui fa lo stesso senza smettere di guardarmi. La sua mano si poggia sulla mia guancia e inizia a descrivere il mio zigomo in maniera molto lenta. Chiudo gli occhi e mi godo per un attimo, il suo tocco. Mi lascio trasportare dalle brezza e dalla sensazione di assoluto benessere che solo mo provoca, anche solo sfiorandomi. Quando ritorno alla realtà, lui è ancora qui, intento a fissare le mie labbra.
《Perché non riuscivi a dormire?》, riformulo la domanda. 《Era mezzanotte e, mi sono alzato per andare in bagno e... mentre passavo io... v-vi ho sentiti... io ti ho sentita mentre... non ce la faccio!》, dice con gli occhi rossi.
《T-tu... tu h-hai sentito che noi...》
Annuisce. Spalanco gli occhi e mi sento tremendamente in soggezione sotto il suo sguardo.
《Io... ho sentito te e lui... capisci? Io avrei voluto spaccare tutto e urlare e piangere... ho sentito mentre tu stavi... ansimando... lui stavo possedendo il tuo corpo e io, non potevo fare nulla... poi, ho fatto un sogno orribile! Oltre a sentirvi, io... vi vedevo! E-ero in quella stanza con voi e... era come se non potessi muovermi... lui che ti toccava e tu che... sono stato così male, cazzo! Sto male...》, dice prima di far uscire qualche lacrima.
Senza che me ne possa accorgere, delle lacrime stanno bagnando anche il mio viso. Mi sento tremendamente in colpa! Mi sento male solo a pensare cosa lui abbia provato...
È atroce. Mi sento in colpa! Non dovrei poiché, dovrebbe essere la cosa normale al mondo per me ma, non lo è. Mi sento uno schifo! Il dolore sta divorando la mia anima e la sua confessione ancora di più. Vorrei alleviare tutto questo, spezzare ogni vincolo e fare qualcosa, qualsiasi cosa. C'è un modo... è un errore! Un gran fottuto errore ma, ci serve. Ci serve per continuare a vivere e, se non fosse accaduto ora, sarebbe accaduto prima o poi. Lo voglio ora, però. Anche io, ne ho un disperato bisogno. Mi avvicino di più a lui e infilo la mano nei suoi morbidi capelli. Si lascia trasportare dalla mia mano e in un nano secondo, lui sta sopra di me. I suoi occhi sono pieni di confusione. Poso le mani sul suo petto e poi spingo di più il suo corpo sul mio. Le mie mani si posano sullasua schiena nuda e contornano con le dita i suoi pettorali.
《Che stai facendo?》, chiede.
《Voglio che tu mi baci...》, dico sul suo collo. Inizio a baciarlo e lecco la parte sensibile dietro l'orecchio, facendolo gemere.
《P-perché?》, domanda lui.
《Lo voglio e... anche tu! Solo un bacio e, domani ce ne dimenticheremo... Adesso abbiamo bisogno l'uno dell'altra!》, lo imploro premendo il corpo contro il suo.
《Ti desidero con tutto me stesso...》, sussurra ad un centimetro della mia labbra.
《Fallo...》, lo scongiuro.
《Solo un bacio... domani ce ne dimenticheremo...》, ripete la mia frase e io annuisco. Il suo respiro caldo si mischia con il mio e in un nano secondo, le sue labbra sono sulle mie. Quanto le ho sognate. Quanto le ho desiderate. Si muovono perfettamente sulla mia bocca fino a farla schiuedere. Sensazione più bella non credo che esista. Il nostro è un bacio lento, come per assaporare ogni centimetro e ricuperare tutto il tempo perduto. Le nostre lingue giocano animatamente e si cercano in un modo disperato. Contemporaneamente, Damon mi stringe forte la mano intrecciata alla sua. Ci siamo persi troppo in fretta. Il mio battito è accellerato, il suo è identico al mio. Lo sento più forte e battere alla stessa velocità del mio. Ho detto un bacio: se lui si stacca, non potrà ribaciarmi, un bacio e un bacio. Per questo, i nostri respiri, ci permettono di prolungare questo breve salto in paradiso. Passano i minuti e, lo sento perdere il respiro più volte ma, è come se non volesse più lasciarmi andare. La mia mano libera, è sul suo collo per invitarlo a continuare ma, mi accorgo di dovermi fermare. Lascio la presa e lui, capisce. Mi guarda profondamente mentre lasciano che i nostri respiri su regolarizzino.
《Non avrei mai pensato di desiderare così tanto delle labbra...》, mi sorride tristemente. 《È stato più bello del sesso, vero?》, ricambio il sorriso.
《Una volta, non mi sarei nemmeno immaginato cosa signifucasse stare con una ragazza e, soprattutto vivere senza sesso ma, per me adesso, è già una grande vittoria poterti stringere tra le mie braccia! E questo bacio... io mi sono sentito come se mi avessero dato le ali per volare e poi, me le avessero strappate e fossi precipitato...》, confessa.
《Anche io mi sono sentita così...》, ammetto.
Mi accarezza la guancia e mi bacia la fronte.
Lascia la mia mano e si mette in piedi.
《Notte...》
《Buonanotte...》, gli dico prima che lui possa scomparire dietro la porta. È giusto così. Lui non poteva restare ancora. È successo. Non capisco ancota nulla ma, è successo e non è un sogno. Non mi sento in colpa, sicuramente perché il suo effetto su di me, non è scomparso. L'indomani sarà in grado di ragionare. Come una droga, Damon mi faceva quest'effetto eppure, una volta finita, non era più così piacevole...