Corro giù per le scale e passo dalla cucina a prendere uma copia delle chiavi per chiudere il cancello che precentemente, avevo lasciato aperto in caso tornassero a casa. Molto strano che non abbia sentito il rumore dell'auto, però...
Afferro la maniglia della porta e mentre grido ad Austin di scendere, le parole mi muoiono in bocca. Lui è qui. Dopo quattro mesi, si presenta davanti alla mia porta.
《D-amon...》, sussurro spiazzata. È sempre bellissimo ma, il suo volto è cupo e addolorato. Delle occhiaie evidenti, circondano i suoi occhi arrossati e mi fa compassione la sua espressione imbarazzata nell'essere davanti a me. 《C- cosa ci fai qui?》, domando. Apre bocca ma, si blocca quando osserva un punto indefinito dietro la mia spalla. Austin scende le scale ma, non l'ha ancora visto. 《Amore, chi...》, anche lui rimane a bocca aperta non appena il suo sguardo improvvisamente duro, incontra quello di Damon.
《Che fa lui qui?》, mi domanda. Damon resta concentrato su di lui e non osa abbassare il capo nemmeno per un secondo: vuole tenergli testa!
《Sono qui per mio figlio, non certo per vedere se stai bene...》, risponde acidamente. Suo figlio?! Quindi vuole vederlo... e io che pensavo non gliene importasse nulla! Una macchina entra nel viale e la riconosco subito. Jade scende e Neil, lo fa subito dopo, portando Jonah sulle spalle. Il loro sorriso, scompare guardando verso di noi: non si aspettavano nemmeno loro che lui sarebbe venuto e infatti, Jade mi guarda preoccupata.
《Papaaaa!! Mamiii!》, urla Jonah vedendoci. Damon lo guarda con un lieve sorriso e penso che, nella sua mente, gli dispiaccia il fatto di sentir chiamare "papà", un'altra persona che non è lui. Austin sorpassa Damon e scende le scale mentre Jonah, è già saltato giù dalle spalle dello zio per andargli incontro. 《Ciao, campione!》, lo solleva Austin stringendolo a sé.
《Papi, mi sei mancato! Ho giocato a pallone con Zio ma, non è bravo come te!》, gli dice indicando Neil che sorride divertito.
《Non è colpa mia se tu sei più bravo e mi rubi la palla...》, si giustifica Neil.
《Jonah ha imparato da me...》, dice Austin battendo il cinque al piccolo. Damon guarda la scena con la testa china e le mani nelle tasche dei jeans.
《Damon, io...》, cerco di parlare ma, Austin spunta all'improvviso e mi passa Jonah tra le braccia che non smette di agitarsi.
《Ciao amore mio!》, dico abbracciandolo.
《Mami!》, dice stropicciandosi gli occhi.
《Hai sonno piccolo mio?》
Annuisce e si appoggia sul mio petto.
《Mami, lui chi è?》, mi domanda Jonah.
Vorrei potergli dire: "Questo è Damon. È il tuo papà" ma, non posso farlo. Lui sa che Austin è suo padre e anche se è piccolo, si sentirebbe confuso e disorientato. Mi serve del tempo...
Per fortuna, Austin mi salva da questa situazione imbarazzante.
《Amore, dammi Jonah che lo porto a dormire...》
Glielo porgo e se ne salgono in camera. Jade viene ad abbracciarmi e lo stesso, fa Neil.
《Perché sei venuto?》, gli chiede la mia amica.
《Volevo conoscerlo...》, ammette Damon a bassa voce.
《Damon, ci dispiace per non averti detto nulla, davvero... Kat pensava che tu non ritornassi più altrimenti te l'avrebbe detto, credici... noi teniamo a entrambi...》, dice Neil. Si vede come vuole bene al suo amico, tanto da scusarsi e cercare di rimettere le cose al posto.
《N-non vi preoccupate... io, ci ho pensato e ho capito le vostre buone intenzioni! 》, dice con un sorriso.
Neil e Jade sembrano soddisfatti della sua risposta e quest'ultima domanda: 《Dove sei stato in questi ultimi mesi? Ash ha provato tantissime volte a chiamarti ma il cellulare era spento. Ci hai fatto preoccupare...》
《Sono stato da mia madre e... avevo delle cose in sospeso con mio padre!》, si giustifica.
Aspetta, se lui è stato da Lara... 《Quindi tua madre sa del bambino?》, intervengo io. Scuote il capo.
《Volevo parlarti... in privato, infatti!》, aggiunge. Sospiro e faccio accomodare tutti in casa. I miei amici salgono di sopra poiché loro devono andare via stanotte e io, resto con Damon. Si guarda tutt'intorno e si incanta a guardare una foto vicino al camino: ci siamo io,Jonah e Austin nella casa a mare dei suoi ma, si dà il caso che, quel giorno, non era estate anzi, era il giorno di Natale. Austin ha pensato di trasgedire un po' la regola di base e, io amo la pazzia quindi, abbiamo deciso di provarci. È stato bello e divertente. Austin ha voluto stampare la foto come ricordo dove ci sono io, che mi copro il volto sul suo petto, lui che ride e Jonah ai nostri piedi. È davvero un bel ricordo ed è anche una foto molto spontanea, per questo mi piace e la considero uno dei migliori che abbiamo trascorso insieme.
《Mi dispiace...》, mormoro.
《Ti odio in questo momento...》
《Fai bene... lo sapevo che mi avresti odiata ed è giusto!》
《Ti odio perché non mi hai detto nulla e anche perché me l'hai detto attraverso una lettera. Una lettera, capisci? Io avrei dovuto saperlo... Jonathan è mio figlio, cazzo!》
Non so cosa dire apparte che, chinare il capo, amareggiata. Come potevo credere di cavarmela così? Come potevo credere che, Damon Black, fosse scomparso dalla mia vita?
《Lo so... meglio se mi odi, no?》
Si gira a guardarmi e si avvicina pericolosamente a me. Mi alzo il mento con due dita e i miei occhi, rimangono incastonati nelle sue iridi circondate da piccole pagliuzze oro. Sono bellissimi.
《Ti odio perché mi hai fatto sentire male nel sapere che tu, mi avevi mentito per tutto questo tempo e anche perché Jonathan chiama Lui "papà" invece che me ma... ti amo perché sei ancora la mia Kat e io, non mi sono arreso con te. Ti amo e ti odio alla stesso tempo e questa cosa, mi distrugge!》
Lui non si è arreso? Quindi vuol dire che ancora spera che tra me e lui...
《Anche tu mi hai fatta soffrire... io era arrabbiata, ferita e delusa... sono stata una bambina e ho voluto farti una specie di fottuto dispetto! Mi dispiace tanto... avrei voluto dirtelo al matrimonio ma, non potevo guardati e vedere i tuoi occhi arrabbiati verso di me, non riuscivo proprio, soprattutto dopo che abbiamo trascorso quella giornata insieme... per me era troppo! Però ora sei qui e voglio che tu e Jonah vi conosciate, lui deve sapere chi sei ma, voglio farlo con calma, capisci?》
Per un attimo, mi accarezza la guancia e io con la coda dell'occhio, seguo i suoi movimenti così delicati. Non posso credere di essere così vicino a lui e da un momento all'altro, potrebbe scendere Austin da quelle scale! Lui annuisce ma, non smette la sua lenta tortura.
《Non possiamo...》, sussurro.
《Lo so... voglio solo abbracciarti, posso?》
Annuisco e i nostri corpi si uniscono lasciando da parte tutto il resto del modo: ci siamo solo lui ed io. Mi separo da lui, anche se la voglia di sentire il suo cuore batte velocemente solo per me, mi atterrisce.
《Voglio trascorrere del tempo con Jonah...》
《Quindi, rimarrai qui a New York?》
《Si... prendo la camera in un un albergo così posso vedere Jonah quando voglio...》
《In un albergo? No... cioè tu puoi... restare qui se ti va!》
《E il tuo... ragazzo è d'accordo?》, dice indicando con il capo la direzione in cui Austin è scomparso.
《Io e Austin abbiamo già affrontato l'argomento e... sono sicura che per lui vada bene!》
《In questo caso... accetto!》
Il rumore delle scarpe di Austin che ci raggiungono, mi porta a spostare lo sguardo su di lui.
《Cosa accetteresti, tu?》, gli domanda Austin cingendomi il fianco con il suo braccio.
《Ehm... Damon vuole trascorrere del tempo con Jonah, così l'ho invitato a stare qui per un pó... per te va bene, no?》
Il suo sguardo è duro mente fissa Damon.
《Si, certo.... se va bene per te, lo è anche per me... volevo dirti che Jonathan sta già dormendo e io, sono stanco e non mi sento molto bene, quindi vado a riposarmi...》
《Vuoi che ti porti qualcosa? In un bicchiere d'acqua o un aspirina? Oppure preferisci un bagno caldo?》
《Mmh... scelgo la seconda opzione! Tu vieni con me...?》
《Si... preparo tutto e ti chiamo!》, gli sorrido.
Mi lascia un bacio casto sulle labbra e dopo averlanciato un'occhiata a Damon di avvertimento, ci lascia soli.
《Mi fate ridere...》
《Come?》
《Mi fate ridere... giocate a marito e moglie? Tu che gli porti l'acqua di sopra, lui che fa la scenata di fronte a me di fare la doccia insieme... siete ridicoli!》, borbotta.
La mia bocca emmette una risatina nervosa e incrocio le braccia al petto.
《Damon, quello che faccio con Austin non ti deve interessare, chiaro? Adesso seguimi che, ti mostro la stanza...》
Sbuffa sonoramente e poi mi segue su per le scale, affianco alla camera di Jonah. 《Io e Austin dormiamo in fondo al corridoio e questa affianco è la stanza di Jonah. Domani mattina puoi andare in centro a comprare dei vestiti, visto non ne hai portati molti, no?》
Nega con il capo mentre osserva la stanza in ogni minimo particolare.
《Jonah va all'asilo?》, domanda.
《Si, perché?》
《Domani voglio accompagnarlo io... posso?》
《Ehm... penso di sì, di solito lo fa Austin ma, immagino sia meglio così...》
《Ti va bene se mi presento come un tuo vecchio amico?》
《Si, sembra una buona idea... comunque ne parliamo domani! Sono stanca morta e voglio riposare...》, dico sbadigliando.
《Dove sei stata? Questa settimana, intendo... ho capito che siete partiti...》
《Infatti... io e Austin ci siamo concessi una piccola pausa e, siamo andati ad Haiti...》
Non so perché ma, parlare di queste cose con lui, mi fa sentire a disagio. 《Entra un attimo...》, mi invita.
Entro nella stanza e richiudo la porta. In un attimo, mi ritrovo premuta contro il muro e il volto vicinissimo al mio.
《Quando ti sei arrabbiata di sotto per quello che ho detto, avevo una matta voglia di baciarti e farti chiudere la bocca e, vuoi sapere una cosa?》
《C-cosa?》, chiede deglutendo.
《Avrei voluto spezzargli il braccio quando l'ha legato intorno a te ma soprattutto, avrei voluto vedere la sua faccia quando tre mesi fa, era sotto il completo possesso delle mie mani e anche se non ne lo dicevi, sapevo che desideravi di più... proprio come adesso...》
Mi guarda la bocca con una scintilla di desiderio mentre, si lecca le labbra che si appoggiano sul mio collo.
《D-amon... non possiamo, ti prego...》, dico mettendo le mani sul suo petto per respingerlo ma, in un certo senso, è come se mi mancasse la forza per farlo.
《Ringrazia che, non ti abbia già fatto gridare il muo nome..》
Ho bisogno di aria altrimenti, sento di morire, sciolta dalle sue labbra che baciano la mandibola, la parte più sensibile dietro l'orecchio e la gola.
《Damon, non possiamo stare nella stessa casa se questa cosa tra di noi, continua...》
A quelle parole, si solleva da me e mi guarda intensamente.
《Tu mi ami...》
《...io amo Austin》, e qui l'ho colpito anche se vorrei aggiungere " E amo anche te" ma, non posso. Sto provando delle sensazione così strane per entrambi tanto da farmi girare la testa ma, ho chiaro con chi sto e non ho intenzione di cambiare. Lui si allontana da me, come fosse offeso e si infila le mano nelle tasche.
《Non ti credo... ora meglio che vai!》
Non mi guarda nemmeno.
《C-credi quello che vuoi ... buonanotte!》
Non gli lascio il tempo di rispondere, che sto già percorrendo il corridoio per andare in bagno. Come promesso ad Austin, gli preparo un bagno caldo e gli verso all'interno una dose di bagnoschiuma. Dopo qualche minuto, la stanza si riempie di calore, tanto da far appannare lo specchio ed io, deciso di andare a chiamare Austin. In camera nostro, non lo trovo, così provo di sotto ma, nulla. L'unica camera che mi viene in mente è quella di Jonah! Come credevo, lui è lì, inginocchiato vicino al suo lettino mentre gli accarezza i capelli. È una scena tenerissima ed ora capisco, quanto Austin ci tenga a lui...
Mi avvicino, gli bacio la spalla e lo stringo in un abbraccio.
《Come mai qui?》, sussurro.
《Ehm... mi piace quando Jonah dorme... è così, come dire, sereno e bello che, mi fa invidia. È ancora piccolo e non ha preoccupazioni: mi dimenticherà subito non appena saprà di suo padre!》
Lo intimo di alzarsi e lui lo fa. Bacio il mio piccolo sulla fronte ed esco tenendolo per mano. Richiudo la porta del bagno alle spalle e nella penombra del vapore, noto un sorriso. Inizio a sbottonargli la camicia e lui, sfila la maglietta per poi passare ai miei jeans. Metti una mano dietro il suo collo e lo attiro sulle mie labbra. È un bacio dolce e ricercato. Faccio ricadere i suoi pantaloni per terra insieme ai boxer e lui, prontamente mi slaccia il reggiseno e poi le mutandine. Camminiamo fino alla vasca. Entra prima lui e io lo seguo, mettendomi a cavalcioni su di lui.
《Questo... cosa vuol dire?》, domanda staccandosi dopo un po' senza fiato.
《Vuol dire che, nessuno può dimenticarsi di te perché tutti ti amano, okay? Tu sei una persona oltre che a un padre, eccezionale e anche se Jonah non è tuo figlio, per me tu lo sei stato! Secondo te chi altro si sarebbe preso cura di una povera ragazzina che soffriva per amore e di un figlio di un altro? Nessuno...
Tu sei speciale e, quando Jonah sarà più grande, gli racconteremo di come tu sei stato il suo primo padre anche se quello vero e lui, ti ringrazierà. Sei importante per lui e sempre lo sarai... anche per me...》
La sua espressione è più rilassata e dal suo bel sorriso, si capisce che le mie parole sono arrivate dritte al suo cuore.
《Voi siete tutto per me... vi amo!》
《Anche noi... ti amiamo tantissimo!》
E dopo, mi rilasso tra le sue braccia, cullata dal silenzio e dalla sensazione più strana che ci sia. Austin lo amo, lo so. Damon, continuo ad amarlo, lo so. Ma perché sono confusa? Perché il mio corpo e la mia mente pensano a Damon, mentre il mio cuore batte solo per Austin? Cosa significa?