Mi sento così strana. È strano tutto questo; é strano avere un altro essere vivente nella pancia ed è più strano che sia io ad averlo. Starò diventando pazza ma, è come se questa cosa, fosse surreale.
《Kat, vuoi che chiami un medico o non so, chiunque!》, chiede Jade buttando i test nel cestino.
《E cosa dovrebbe servire? Sono incinta... sono incita, cazzo! Per lo più Damon non c'è e io, non mi sento pronta per tutto ciò.》, confesso sedendomi sul pavimento.
《Cosa vuoi dire? N-non lo vuoi il bambino?》, dice sedendomi vicino.
《Non è questo è che... sono giovane! Non pensavo succedesse a quest'età!》
《Non è solo questo che ti preoccupa, vero?》
Ma come fa? Mi legge nel pensiero o é una veggente?
《Infatti... Damon!》, dico solamente buttando la testa all'indietro.
《Hai paura di come la prenderà?》
《No! Chiamami strana ma, ho una brutta sensazione e so, che c'entra anche lui. Ho paura di quello che sta succedendo tra di noi, non di dirglielo...》
《Ah... Kat so che stai pensando che lui possa essere con un altra ma, sono sicura non è così. Ti ama e si vede a chilometri di distanza, non potrebbe mai!》
La sua positività mi contagia anche perché, non voglio avere una altro motivo di essere infelice, non dopo aver saputo di mia mamma. Devo raggiungerla prima possibile e anche se è tutto inutile, voglio sentirla vicina per quel poco. Tutto va a rotoli e io, non so più a dove aggrapparmi. 《E ora perché piangi?》, dice mettendo una mano sulla mia.
《Mia mamma. Questo bambino. Damon. Non ce la faccio più!》, dico iniziando a piangere silenziosamente. Sono solo lacrime. Il dolore non c'è e ha lasciato spazio a grosse lacrimoni senza un significato specifico.
Mi richiude tra le sue braccia massaggiandomi il braccio.
《Puoi contare su di me, su Neil e Adam. Anche su Stephan e... Austin! Ci siamo per te, per qualunque cosa.》
POV'S DAMON
Prima le parlo, prima questo tormento scivolerà via dal mio corpo, dalla mia mente e dal mio cuore. Lo sento come se ce l' avessi in mano, come se stesse pompando così forte da stare per esplodere. Continuo a tirare pugni a questo sacco da stamattina e per l'intera settimana cercando il coraggio di dirglielo ma, é difficile. La amo dannatamente tanto che, non so se mi crederebbe se gli dicessi il contrario. Mi fanno male le nocche delle mani ma, solo a pensare a quello che devo fare, il dolore si sostituisce immediatamente. Mi appoggio al sacco con il capo e guardo pe mie mani ricoperte da sangue quando dovrebbero essere ben protette dai guanti. Mi sto torturando da solo per il male che le farò provare.
"Lo faccio per lei. Lo faccio per un noi, un domani. Anche se dubito che vorrà più vedermi anche solo in foto..."
Queste parole risuonano nella mia mente da circa un ora. Prendo un asciugamano mi asciugo il sudore sul petto e in fronte. Mi siedo sulla panca e prendo un bel respiro.
《Clark, ancora qui? Si è fatto tardi... non ritorni al college dalla tua bella ragazza?》, chiede il mio mister entrando in sala. Un uomo burbero, consumato dal tempo nonostante l'età, ubriaco dalla mattina alla sera ma, molte volte più saggio di me. Sono sicuro che tutta la birra che si scola, gli sia entrata nel sangue e che, non gli faccia nemmeno più effetto ma, non lo giudico perchè mi ricorda me in quel periodo della mia vita; è lui che mi allena prima di un incontro ed è diventato come un punto di riferimento per me. Gli voglio quasi bene.
《Sto andando. Grazie... insomma, grazie per aver aperto lo stabile solo per me questa settimana: mi serviva.》
《Tutto bene, figliolo? Ti ho visto molto... affranto. Se fossi stato davanti ad uno, l'avresti steso al primo colpo. Ci sono problemi?》
《Nulla... non ti preoccupare! Questo è un brutto periodo! Ehm... non credo di venire nei prossimi giorni, quindi ti dico di nuovo grazie... di tutto》, dico
rivolgendogli un sorriso.
《Oh... di tutto? E poi, come mai non dovresti più venire? Non dirmi che lasci la box, il combattimento e tutto il resto...》
《No, non lo so. So solo che voglio prendermi una pausa. Mi capisci, no?》, dico rimettendo la maglietta. 《È difficile capirti quando parli a monosillabi. Non mi fai capire niente ma, ti rispetto qualunque sia il tuo problema... ci rivedremo ancora, no?》
《C-come no... devo solo sbrigare delle faccende. Ci si vede in giro, magari...》, dico con un mezzo sorriso. Afferro il telefono, ill giubbino e lo sorpasso.
《Clark?!》, mi richiama. Resto di spalle in attesa.
《Non fare cazzate, ragazzo! La vita è troppo breve e noi, siamo troppo ingenui. Fa quello che devi se devi, anche se ti fa soffrire ma sappi che non puoi voltarti indietro...》
Annuisco in silenzio e lo lascio lì su due piedi, senza una risposta. Non so che dire, tranne il fatto che, sembra avermi letto l'anima. È così evidente quello che mi passa per la testa? Resterei a torturarmi su questa domanda, solo per non affrontare Kat ma, non mi posso tirare indietro. Devo trovare il coraggio che mi manca. Prendo il casco e salgo in moto. Sfreccio sulla strada e il vento sembra infilarsi nei pori della mia pelle ancora sudata. Avrei dovuta fare una doccia...
Ormai è mezzanotte ma, so che Kat è sveglia e mi sta aspettando: lo fa tutte le sere! Penso ai suoi occhi, al suo corpo, alle sue labbra. Cosa sto facendo? Mi sto torturando, si lo so. Il profumo dei suoi capelli, le sue piccole mani intorno a me, i suoi fianchi così sensuali anche dentro dei jeans troppo larghi. Ora, mi sto ammazzando. Non mi accorgo di essere davanti alla porta della mia camera. Devo farlo. Per lei. Per Jade e Neil e Adam. Mi odieranno.
Apro la porta e lei, è seduta per terra con le mani in grembo. Si alza vedendomi e noto i suoi occhi rossi. Ha pianto? Sono io che l'ho fatta piangere? "Tranquillo, lo stai per fare...", dice la mia vocina. Lo sto per fare però, è vero e quando la vedrò con quelle lacrime, dovrò trattenermi di non asciugargli le lacrime, abbracciarla e baciarle dolcemente le labbra.
《Damon...》, sussurra flebile il mio nome.
Si alza di scatto e si butta sul mio collo, baciandomi. Non me l'aspettavo ma, solo a pensare che questa, è l'ultima volta che la bacio, la lascio fare. Solo un minuto altrimenti le mie parole, sarebbero inutili. Mi sfila il giubbotto e poi, indietreggia fino a ritrovarmi con lei, sul letto. Infila le mani sotto la maglietta ma, anche se la desidero, sono costretto a fermarla. Mi stacco, incontrando per un momento i suoi occhi e mi rimetto in piedi. Lei mi copia e poi, incrocia le braccia al petto intimorita.
《Ti devo parlare!》, diciamo contemporaneamente. 《Prima tu...》, le dico.
《No, meglio tu! Ho visto le tue mani, che hai fatto?》
Non le rispondo e chiudo per un millesimo di secondo gli occhi. Se non la guardo, forse il coraggio mi riaffiorerà ma, nulla. Sento ancora il sapore delle sue labbra ed è impossibile non guardarla. Assumo una posa seria e poi guardo nei suoi bellissimi occhi. Quando avrò finito, non mi guarderà più così... innamorata.
《Ti devo parlare di noi due...》
《N-noi due?》
《Già... sono successe tante cose in questo ultimo periodo e tra noi... t-tra noi, non va più...》
《C-Cosa intendi? Tra noi va bene... sei un pò strano ma, ti capisco. Abbiamo passato una settimana difficile e- e ovvio che tu, sia confuso o altro, giusto?》, dice con i suoi occhi lucidi poggiando le mani sul mio petto.
"Non guardarmi così, mi rendi tutto più difficile, cavolo!"
Le prendo le mani e gliele scosto, dandogli le spalle.
《Damon... che ti succede?》, dice abbracciandomi da dietro. "Fa male. Fa tanto male."
Me la scollo di dosso e lei, rimane per un attimo immobile.
《Ti amo.》, dice con voce ferma e impassibile. È da tanto che non lo dice. È da tanto che non la sento dirlo e lei che fa? Lo fa adesso? Perfetto.
《Damon... t-ti prego, rispondimi. Sto male e io ho bisogno che tu mi risponda. Dimmelo, per favore...》, dice tremante. "Amore mio..."
《Io... mi dispiace...》
《C-Cosa ti dispiace? Damon sono qui e io ti amo. Parlami...》
《Non ho nulla da dire.》
《Si che ce l'hai! Ho sbagliato qualcosa, Damon? Mi stai... lasciando?》, chiede balbettando.
《Io... n-non ti amo più.》, dico evitando di piangere. Non posso farlo sennò che senso avrebbe.
《N-non dici sul serio... ti prego...》
Ormai il suo volto é coperto dalle lacrime. 《Mi dispiace...》, dico ancora.
"Perdonami amore mio..."
Si mette di fronte a me e prendendomi dal colletto della maglia, fa combaciare le nostre labbra. Non posso ricambiare sennò sarebbe tutto inutile. 《Baciami... per favore!》, biascica continuando a muovere le labbra sulle mie e a piangere. Quanto la desidero. Quanto desidero ricambiare il bacio, ma mi impongo di trattenermi. Si separa da me. Restiamo a qualche centimetro di distanza. Io guardo lei. Lei me.
《Cazzo, Damon! Cazzo... sei un emerito coglione...》, dice battendo i pugni sul mio petto. Non mi fa male ma, anche se fosse, la lascerei fare. Mi merito tutto. Mi merito tutto quello che ha da dirmi e il suo odio.
《Santo cielo... io ti odio! Ti odio profondamente, Damon Clark!》, dice spintonandomi all'indietro.
Mi guarda come se fossi la cosa più viscida di questa terra e io, sono una piccola formica sotto il suo sguardo.
《N-non mi ami? Allora cosa sono questi, eh?》, dice gridando e indicando i nostri bracci. Il tatuaggio. Non rispondo.
《Tutte quelle parole sono andate a farsi fottere? Mi hai preso in giro o cosa? Cosa, Damon? Sei stato il primo di tutto per me: se stato il mio primo tradimento, il mio primo vero bacio, la mia prima volta, il mio primo amore...》, dice più arrabbiata che mai. Fa bene. Deve essere arrabbiata.
《Era tutto un gioco? Non mi hai mai amata? Mi hai usata? Rispondi...》
《Non lo farei mai...》, sussurro.
《Allora? Cos'ero un gioco? Una merda di tuo perverso giocattolo?》, dice.
《Non lo sei mai stato... non so che dire, mi dispiace...》, dico abbassando lo sguardo.
《Non sai che dire? Non sai che dire...
Mia madre é in coma, Damon! Ho litigato con lei per te, ho difeso il nostro amore e tu che fai? Mandi tutto all'aria? Ci ho litigato per nulla? Non gli potrò mai più chiedere scusa, non potrò più guardami allo specchio se tutto quello per cui ho lottato, sta per finire...》, dice abbassando la voce.
In coma? Come? Quando?
《L'ho saputo oggi pomeriggio e mi é crollato tutto. Tu, in questo momento, mi stai distruggendo e mi stai strappando il cuore... lo capisci?》, dice avvicinandosi.
《Sta battendo così forte e ha sempre battuto così, solo per te... mi stai portando via tutto...》, dice abbandonando le sue lacrime che scendono fino al collo.
Una lacrima riga il mio viso ma, la scaccio via subito. Sono un coglione. Non la merito. Le ho portato via tutto: sua madre, Stephan, una vita felice...L'ho fatto, credendo si potesse risolvere tutto ma, il destino, si mette sempre in mezzo. Prende il mio viso fra le sue mani e appoggia la fronte sulla mia.
《Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami, che non mi hai mai amato, che per te non valgo nulla...》
Questo é troppo. Come faccio a dirglielo quando lei mi sta così vicino, le sue labbra a un millimetro dalle mie, i suoi occhi tra i miei.
《Non è vero che non mi importa... Non sei stata solo un giocattolo per me... Non sei stata solo un mio passatempo. Sarà meglio per entrambi che noi, che noi non ci vediamo più... sono confuso, hai ragione!》, dico sviando il discorso. Spero le basti perché, non riuscirei a dirle che non la amo. Poggia la mano sulla sua pancia, quasi teatralmente, come se le facesse male.
《Ti odio! Ti odio. Ti odio. Ti odio.》, dice più a se stessa che a me.
《Noi... io cioè, sono io quella che non ti vuole più vedere. Sparisci dalla mia vita e non farti più vedere!》, grida allontanandosi. 《Kat, io...》
《Kat un corno! Devi sparire, mi hai capito? Non ti voglio più vedere, Damon ma, se non vuoi andartene lo farò io, tranquillo.》, dice andando verso la porta. Dove crede di andare a quest'ora?
《Kat, fermati! Vado via io ma, tu resta: fuori è pericoloso a quest'ora!》, dico prendendola per il polso.
《Smettila con questo teatrino! Smettila e lasciami in pace! Me ne vado più lontano da te e sono sicura che, dormire in strada di notte, è meno doloroso che stare qui con te...》, sputa velenosa.
"Non dire questo! Non dire queste parole..."
Si libera dalla mia presa e inizia a correre, ignorando i miei richiami. L'ho voluto io. Adesso mi odia. Mi vuole fuori dalla sua vita. Un'altra lacrima.
Fa male sentire dire quelle cose ma, me la sono cercata.
Dovrei andarle dietro ma, mi risulterebbe. Ancora. Non posso più permettermi di seguirla. Le ho detto che, non la amo. Grande, grossa, enorme bugia.
"Perdonami amore mio... perdonami se ti faccio soffrire, perdonami per averti rovinato la vita. Se puoi, perdonami... senza di me, sarai al sicuro."