filosofi confermano che, la razza umana é varia. Confermano che la vita è piena di sofferenza, gioia, felicità, malinconia ma soprattutto, piena di scelte che ci segnano nel profondo. Si sceglie una casa, una scuola da frequentare, una città, delle amicizie e persino un lavoro. L'amore però, quando arriva, non attende il permesso di entrare nella tua vita, spalanca quella porta e ti assale, buttando all'aria tutto quello in cui credi. Questo è l'effetto che mi fa Damon Clark. Nei giorni a seguire da quando abbiamo incontrato Lius, Damon è distante. Si sente colpevole: colpevole di avermi portata con lui quella sera, come se sapesse chi avremmo trovato. Mi evita e quando stiamo insieme, sembra che io non ci sia e si trattiene nel baciarmi. Non ho avuto il coraggio di parlargli e di chiarire che non è colpa sua, che non lo ritengo colpevole di nulla ma, appena a casa di Ash, Boston sarà lontana e a Buenos Aires, non ci sarà né Luis né Stephan né mia madre... solo noi due e i nostri amici.
《Kat!》, grida Jade entrando in stanza con il suo enorme bagaglio viola.
《Ei... dove sono Neil e Adam?》, domando mentre richiudo la valigia.
《Sono già sotto per sistemare le loro cose in auto. Tu vai con Damon, giusto?》
《Credo di sì... è da stamattina che non lo vedo però, ha fatto la valigia! Speriamo che venga...》
《Come speriamo che venga? Deve venire, te l'ha promesso...》
《Lo so ma, ti ho detto che Damon è distante in questo ultimo periodo perché si sente in colpa... se Luis mi avesse toccata, poi... non se lo sarebbe perdonato!》, dico sospirando. Vorrei che venisse o almeno che parlasse con me di quello che gli succede ma, so che lui non è tipo da dialogo anche se credo lo farebbe sentire meglio.
《Ho capito ma si comporta come un bambino e ti giuro che se non si presenta io...》
La porta del bagno si apre e Damon entra con il suo borsone in spalla e l'aria cupa come sempre in questi giorni.
《Parlavi di me?》, domanda normalmente.
《No, parlavo del coglione del mio migliore amico, tu lo conosci?》, chiede sarcastica Jade.
《Non credo di aver avuto il piacere... vi aspetto di sotto! Non mi fate attendere anche perché l'aereo non aspetta voi!》, dice freddamente. Sbatte la porta e io, mi sento per un attimo, ma solo uno, delusa. Lo capisco ma, come può trattarmi... cioè trattarci, così? Vorrei anche sapere cosa ha fatto tutta la mattinata, visto che è fuori da ben cinque ore e non mi ha degnato neanche di uno sguardo. Sta esagerando: deve smetterla!
《Tranquilla, Kat! Si risolverà tutto... Damon è così: un giorno é tutto fuoco e l'altro cenere quindi, basta aspettare!》, esclama con un sorriso sincero.
《Grazie. Scendiamo?》
Fa cenno di si con il capo e mentre lei sale in macchina con Neil e Adam, io mi dirigo verso quella di Damon. Lui scende subito per infilarla nei sedili posteriori e io gliela lancio in modo non molto garbato.
Entro in macchina e lui fa lo stesso, guardandomi prima di accendere il motore. Appoggio il capo al finestrino e spero che lui sciolga la brutta situazione che ha creato.
《Che ti prende?》, dice fissando la strada.
《Nulla...》
《Che corrisponde a...》
《Nulla, Damon! Dovresti sapere perché sto così ma, siccome non lo sai, non sono tenuta a dirtelo!》, dico con il broncio.
《Non fare la difficile e dimmi cos'hai? Non sono un sensitivo e non ti comprendo al volo!》, ribatte.
《Ecco...》
Non inizio a parlare, fermata dal suono del mio cellulare. Damon mi guarda con gli occhi chiuse in due serrature come per invitarmi a lasciar perdere e a continuare il discorso ma, il tasto per accettare la chiamata, é già in ON.
*inizio*
"Katy..."
"M-mamma... cosa vuoi?"
"Ancora con questo tono, eh? Ragazzina mi stai facendo spazientire... per fortuna che ritorni a casa domani, così cambia aria da quella gente e soprattutto da quel ragazzo..."
"I-io non torno per Natale. Vado da Ash a Buenos Aires e ci porto anche i miei amici... anche Damon!", sottolineo.
"Mi prendi in giro? Katy, pensavo avessi fatto un esame di coscienza e avessi capito che quei ragazzi ti influenzano negativamente... e poi, tu devi venire qui a Natale! Non puoi andare da Ash! Sai che non andiamo d'accordo con la sua famiglia dopo la fuga di quel villano padre..."
"Sei tu a non andarci d'accordo! Io adoro quella famiglia e Ash. Lui è l'unico che mi capisce e l'unico che mi è stato accanto. Non lo vedo da tanto tempo e io sono maggiorenne e posso fare quello che voglio...e tu osi venirmi a dire che non posso vederlo perché a te non sta simpatico? Beh, mi dispiace mamma ma, é da un pò che non ci piacciono le stesse persone."
"Bene bene! Vuoi dirmi anche quanto mi odi visto che siamo in vena di verità? Te lo chiedo per favore Kat, ritorna a casa da me e da Stephan... noi siamo le persone che ti amano veramente, non quelle tue nuove amicizie, non quel ragazzo..."
"Finiscila di parlare così di lui! Non lo conosci come lo conosco io, non sai cosa ha passato con la sua famiglia e sei l'ultima persona che può giudicarlo quindi, "ti prego" te lo dico io: lasciami vivere!"
*fine*
Chiudo la telefonata e lancio il telefono sul cruscotto. Non ce la faccio più! Quando finirà tutto questo?
《Kat?》, mi chiama Damon.
La sua espressione é più dolce e le guance hanno ripreso il loro colorito ma, sono ancora arrabbiata con lui.
《Cosa?》, chiedo nervosa.
《Ti amo!》, afferma afferrando la mia mano e poi portarsela alla bocca per baciarla teneramente.
Lo lascio fare e mi godo per poco, la sensazione di calore e di sicurezza che, solo Damon, riesce a trasmettermi. Le nostre mani rimangono intrecciate a lungo: in macchina, sull'aereo e mentre i nostri occhi si abbandonano al sonno più profondo.
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Buenos Aires è bellissima dall'alto, figuriamoci con da vicino. Ash ha scelto una città perfetta! Sorrido emozionata come non mai nel rivedere il mio migliore amico, nonché mio cugino e la voglia di abbracciarlo e sfogarmi, é forte. Una volta afferrati i bagagli e scesi, io sono all'apice della fila del nostro gruppo e al mio fianco, Damon osserva come io saltelli di felicità. Mi giro intorno e poi sento la sua voce. É diversa ma, riconoscibile tra mille.
《Pulcino!》, dice Ash aprendo le braccia. Sfilo la mano da quella di Damon e gli salto al collo.
《Mi sei mancato...》, gli sussurro.
《Anche tu!》
Mi stringe per qualche secondo e poi mi poggia per terra.
《Sei cresciuta, pulcino: mi sa che devo cambiare soprannome!》, dice scherzando.
《Non cercare di corrompermi: non cambierò mai il tuo!》, dico sfidandolo.
《Peccato, ci speravo!》, dice con un sorriso. Ridiamo insieme e poi lui mi abbraccia una seconda volta.
《Kat!》, mi richiama Damon che si avvicina a passo svelto.
《Oh, Damon!》
Ormai sorrido pure a lui tanto dalla felicità.
《Lui é tuo cugino?》, dice attirandomi a sé dalla vita. Protettivo? Geloso... di mio cugino! Che non mi faccia ridere!
《Sono io! Sono Ash, suo cugino. Tu sei...?》, domanda Ash lanciandomi uno sguardo di intesa.
《Sono Damon, un suo... amico!》
《E un amico, dalle vostre parti, tiene la sua amica stretta in quel modo?》, dice Ash indicando la sua mano stretta possessivamente sul mio fianco.
《Probabile... è un problema?》, dice Damon con un arida di sfida, infilando l'altra mano nella tasca dei jeans.
《Se per la mia cuginetta va bene, va bene anche per me!》, dice Ash educatamente.
Ma che cugino perfetto che ho?! Al contrario di Damon, ovviamente! Odio quando fa così.
Mi stacco bruscamente da lui e presento Ash a tutti i miei amici che mostrano molto interesse in questo bel ragazzo poco più grande di tutti noi, tranne di Damon. Hanno la stessa età: grande!
《Cuginetta, Jeffrey ci aspetta!》, esclama.
《Chi é Jeffrey?》, dico trasportando il mio trolley.
《Il mio segretario... guiderà la macchina che ci porterà a casa!》, dice sorridendo mentre lo dice.
《Forte, il mio cuginetto! Ricco sfondato, eh?》
《Non proprio! Guadagno però abbastanza da permettermi diverse case e un segretario!》
《Si, come no...》, dico dandogli una spallata.
《Invece... questo Damon? Cosa c'è fra di voi?》,dice piano.
《Quanto tempo hai a tua disposizione?》, dico guardandolo esasperata.
《Una settimana piena tutta per te!》
《Non credo che basterà per raccontarti questi indecifrabile tre mesi del college...》
《Provaci...》 dice insistente.
《Te lo dico dopo, Okey?》
Annuisce. Mette un braccio sulle mie spalle.
《Mi ha fulminato con uno sguardo, Kat!È geloso di me, capisci?》, dice scoppiando a ridere.
《Non me lo dire...》