Non avrei mai pensato di dirlo ma, devo andare da mia mamma. Ha bisogno di me. Lei farebbe lo stesso e sono molto preoccupata per questa strana febbre.
《Kat, aspetta, fermati un attimo!》, dice Damon seduto sul mio letto. Io intanto, vado avanti e indietro, cambiando le robe sporche con quelle pulite per restare il tempo necessario da lei.
《Non posso, Damon! Ho promesso a Stephan che sarei arrivata prima possibile ed è quello che sto facendo.》
《Non ci ho capito nulla! Che ha tua madre?》
《Febbre. Ha la febbre molto alta che non scende e va avanti da un paio di giorni. È colpa mia.》
《Colpa tua? Adesso stammi a sentire!》, mi ordina bloccandomi per le spalle.
《Damon, fammi passare, dai...》
《Non prima che tu ti sia tranquillizzata e abbia smesso di darti la colpa su una cose che non ti riguarda...》
《Eccome se mi riguarda, è colpa mia se sta male ed è colpa mia se tutti quelli che ci stanno intorno soffrono. Siamo un disastro, Damon.》, dico con le lacrime agli occhi.
Stephan ha sofferto. Austin anche. Mia madre è stata la peggiore di tutte e anche i nostri amici, con questo storia di Luis, stanno sempre sull'allerta. Siamo noi.
《Non dirlo nemmeno per scherzo, okay? Noi non abbiamo colpe: è una colpa essere innamorati e lottare per ciò che si vuole? No, non lo è, quindi... non drammatizzare tutto e... non piangere!》, dice sfiorando la mia fronte con le labbra.
《Scusami, é che io...》
《Non ti scusare. Riposiamoci un pò e poi, partiamo, d'accordo?》, dice abbracciandomi.
《No, cioè tu non puoi venire, Damon... devo andare da sola!》, dico confusa. Davvero entrerebbe in casa di mia madre? Sono sicura che, anche con la febbre, lo prenderebbe a calci se ci mettesse anche solo un piede.
《Non puoi... cioè voglio venire con te! Non posso stare qui senza di te e non sapere cosa fai o con chi sei... voglio starti accanto!》, dice dolcemente.
Annuisco anche se, è solo una bugia, la prima che gli racconto. Mentre dorme, sgattaiolerò via. Non può entrare in quella casa. Mia madre starebbe ancora peggio. Ci stendiamo sul letto e prima di chiudere gli occhi, lui mi intrappola tra le sue braccia e disegna dei piccoli cerchi sul mio fianco per farmi rilassare. 《Ti sveglio io, okay?》, mi sussurra.
Lo bacio a stampo e lui sorride.
《Ti amo!》, gli dico prima di affondare nel sonno.
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Faccio meno rumore possibile per non svegliarlo. Non vorrei affrontare un viaggio da sola ma, lui non può venire.
Questa cosa riguarda me e non lui. Chiudo definitivamente la cerniera del borsone e mi incanto un attimo a guardarlo in tutta la sua bellezza. Damon è perfetto: la mascella scolpita e un addome altrettanto scolpito nella roccia. I capelli che ricadono sulla fronte e neri come i suoi bellissimi occhi. E le sue labbra che amo tanto, schiuse e leggermente incurvate.
Non posso evitare di avvicinarmi e baciargliele delicatamente. Immagino la sua reazione quando si sveglierà: si arrabbierà tantissimo ma, non posso portarlo con me anche se lo vorrei tanto.
《Mi spiace amore mio!》, dico debolmente. Non mi può sentire ma, mi fa sentire meglio, nonostante ciò. Prendo il telefono ed esco in punta di piedi dalla stanza. Vado a salutare Jade e Neil, che si offrono di accompagnarmi ma, io mi rifiuto categoricamente. Scendo velocemente e chiamo il taxi. Nel frattempo chiamo Stephan e lo rassicura del mio arrivo.
Speriamo sia in tempo.
Stephan ha gli occhi circondati stanchi ed immagino, che abbia fatto quello che avrei fatto io se ci fossi stata.
《Ciao...》, dice nervoso. Questo distacco tra noi, mi fa male.
《M-mi dispiace, Stephan...》
Lui mi guarda un attimo negli occhi e poi, mi abbraccia. Lascio il borsone sul portico di casa e lo stringo. Mi è mancato tanto. Stephan é come se fosse un fratello e ovviamente, ne soffrirei se lo perdessi.
《Non sai quanto è bello vederti!》, dice sorridendo.
《Anche per me! Mi fai entrare?》
《Si, scusa...》, arrossisce e raccoglie il mio borsone.
Entrare iun questa casa è come entrare nel mio vecchio io. Qui, è vissuta la vecchia Kat, che da qualche mese, è andata via per sempre. Il tavolo in legno è ancora lì è la tappezzeria non è cambiata di una virgola. In fondo, noto la stanza della mia camera, aperta e dei ricordi improvvisi, mi travolgono come se non avessi mai lasciata questa casa.
《Tanti ricordi, eh?》, mi risveglia Stephan.
《Tanti... la maggior parte sono con te!》, dico con un sorriso. Arrossisce per la seconda volta. 《Allora? Dov'è mia madre?》, dico posando la borsa sulla credenza.
《Nella sua camera! Magari dopo... possiamo parlare: che dici?》
《Mi farebbe molto piacere!》
Gli do un bacio sulla guancia e mi allontano.
《In camera sua... io, vi lascio sole e magari dopo, solo se ti va, possiamo parlare. Che dici?》
《Certo!》
Gli bacio la guancia e mi allontano. A dire la verità, ho un pò di paura nel rivederla. Spalanco la porta socchiusa della stanza e lei, è seduta sul letto con la solita tisana nelle mani e un vassoio in grembo. Lei non mi ha visto ma, io la osservo per bene con i suoi capelli legati in uno chignon, sempre velata da un filo di trucco e la sua famosa vestaglia.
《C-ciao...》, dico avanzando nella stanza. Mi guarda stranita ma poi, sembra ricomporsi.
《Oh, ciao Katrina!》, afferma continuando a sorseggiare la sua tisana. Si vede che sta male ma, lei non lo fa mai vedere e va avanti a testa alta, mostrandosi forte anche se è debole.
《Stephan, mi ha chiamata! H-ha detto che stavi male e sono corsa qui!》, dico strofinando le mani sui jeans.
《Non ce n'era bisogno! Potevi restartene al college con quel ragazzo con cui hai deciso di rinnegare tua madre e il tuo onore...》
Sopsiro afflitta. 《Non sono qui per questo ma, per assicurarmi che non sia nulla di grave. Le hai prese le medicine?》
《Le ho prese. Stephan mi ha aiutato in questo ultimo periodo. È solo delle febbre: calerà! Ora, vorrei rimanere sola, grazie!》, dice tossendo un paio di volte.
《Che ti piaccia o no, sono tua figlia e, che tu ci creda o meno, ci tengo a te quindi... smettila con queste buffonate e pensa per una volta a te, senza essere infuriata con il mondo, intesi? Passo dopo...》, dico uscendo da lì e poi prendere un respiro di sollievo, molto profondo.
Le ho tenuto testa: posso fiera di me.
Ritorno in cucina e Stephan, sta seduto su uno sgabello con un pacco di patatine tra le mani a guardare la partita.
《Ei...》
《Ei... perché non ti siedi? O già riparti?》, dice con un chiara tristezza.
《No, resto per un pò, almeno fino al ringraziamento, credo!》, dico affiancandolo.
《Sono... contento! Hai passato il Natale da Ash, quindi?》
《Già... è stato bello rivederlo!》, commento. Devo dire che, tra di noi, c'è una situazione di puro imbarazzo.
《Ehm... come hai scoperto che mia mamma stava male? Non credo che ti abbia chiamato lei...》
《Infatti! I miei mi hanno detto che non vedevano tua madre al mercato e per questo, ho deciso di venire a controllare. Sapevo che non era da lei non andarci...》
《Ti ringrazio!》, dico poggiando una mano sulla sua spalla.
Sembra sorpreso dal mio gesto ma, mi sorride, guardandomi intensamente negli occhi.
《Avrei aspettato, Kat! Se solo me ne avessi parlato, del matrimonio, io avrei fatto quello che ti rendeva felice. Ti ho sempre amata e ora, sei così diversa... è quel ragazzo? Lui ti ha portata a questo?》
《Stephan, l'amore che provavo per te, era condizionato. Lascia perdere il matrimonio. Mi sentivo costretta ad amarti e ho avuto dei dubbi su quello che provavo per te, già dalla prima volta che ho baciato Damon. Sono stata male per quello che avevo fatto, te lo giuro ma, non ho mai provato sensazioni come quelle che mi faceva provare Damon e io, non ho smesso e poi...》
《Ti scongiuro, Kat... non continuare! Mi fa male sentirti parlare di lui in questo modo... so che devo accettarlo ma, non credo supererò mai tutto ciò!》, dice chinando il capo e mettersi a giocare con il bicchiere di succo.
《Ti chiedo ancora scusa...》
《L'importante é che tu sia felice. Non desidero altro che questo.》
《Però io voglio che anche tu, lo sia. Non è giusto che tu stia male per me! Devi andare avanti, Stephan...》
《Ci proverò, te lo prometto...》, dice sorridendomi falsamente.
《Allora, perché non rimani qui anche per il ringraziamento? Cosa devi fare in quel college tutta sola?》
《Ehm.... in realtà, vado a casa delle madre di Damon...》, dico vergognandomi. 《Ah. Scusa la domanda. Pensavo non avessi nulla da fare.》
《No, è tutto okey. Tu, invece, c'è... non so, c'è qualche ragazza? Ora che sei sul mercato, ti vorranno tutte!》, esclama con umorismo per scacciare questa tensione. Fa un risolino anche lui.
《In effetti, sono molto corteggiato!》, dice scherzando.
Continuiamo a parlare del più e del meno, ricordando i vecchi tempi e raccontandomi del suo lavoro, come buoni amici. Noi siamo amici.
《Quindi, adesso hai deciso di fermarti qui a Miami? Niente più viaggi?》
《Sai che mi è sempre piaciuto qua e, poi conosco tutti. Sento che il mio posto é qui.》
Annuisco sorridente e allo stesso tempo, il mio cellulare, squilla. Anche senza guardare chi sia,so già cosa mi aspetta.