Mi sono addormentata in questo letto morbido, con un po' d'ansia. Sono confusa, come può un uomo fare una cosa del genere? È psicopatico. Davvero. Sono arrabbiata con lui, molto. Ma chi si crede di essere? Io sono libera, neanche mio padre e mia madre mi dicono quello che devo fare, figuriamoci se prendo comandi da lui, ha capito male, malissimo. Sono a letto e lui, per fortuna, non sale, ne stanotte, ne sta mattina. Non ci è mai entrato in questa stanza da quando sono qui. Esattamente tre giorni in cui non sono neanche scesa per pranzo, per cena, niente. Sono rimasta a letto per protesta, come per impuntarmi sul fatto che mi deve lasciare andare. Non voglio stare qui, tantomeno amarlo. Non lo amerò mai, su questo ne sono certa, il mio cuore è già occupato dal mio ragazzo. Sistemo le coperte sul mio petto, ci passo le mani, è tutto così bello qui però.
Due colpi delicati bussano alla mia porta. Neanche rispondo, forse è lui che vuole fare qualcosa, invece entra Ambrogio.
"Signorina.." attira la mia attenzione ed entra con un vassoio per le mani "le ho portato la colazione, visto che non è scesa per mangiare" mi dice e lo poggia sul comodino vicino al mio letto.
"Fammi uscire da qui, ti prego.." gli dico.
"Signorina.." tenta di parlare ma lo fermo.
"Ma ti per giusto quello che mi sta facendo?" chiedo e lui scuote la testa. "allora aiutami" cerco di essere persuasiva, di cercare un amico qua dentro, un amico che mi può aiutare a ritrovare la mia libertà, ingiustamente tolta.
"Ci sono telecamere e uomini ovunque in casa, come la posso aiutare?" mi dice e la speranza sul mio volto scompare. Devo stare qui, per forza. Non ho vie di scampo.
Mi tiro su e mangio la colazione, notando che ci sono le cose che mi piacciono di più. Il cornetto alla Nutella, biscotti al cioccolato, succo alla pesca che adoro, niente caffè, non lo bevo ma al suo posto cappuccino e ginseng. Una vasta scelta, solo per me. Questo mi fa pensare, ci ha azzeccato lo psicopatico. Almeno per la colazione non devo imprecare.
"Posso darle un consiglio?" mi dice mentre addentro il cornetto, annuisco "faccia come dice, così sarà libera prima del tempo.."
"Mhmh"
"Ha bisogno di altro?" mi dice con modi gentili.
Dico di no e lui se ne va dicendo che se per caso abbia bisogno di qualsiasi altra cosa, di chiamarlo. Finisco di mangiare, mi alzo dal letto, ci penso. Forse dovrei scendere, dovrei fare quello che dice lui, buon viso a cattivo gioco. Anche perché di uscire di qui non se ne parla. E prima faccio come dice, prima riconquisterò la libertà. Ma si, proviamo. Uno dei due dovrà pur cedere, devo fargli credere che sia io e che lui avrà tutto quello di cui ha bisogno.
Scendo e lo vedo sul divano a tre posti del salotto. Lo guardo un attimo e sta mezzo sdraiato, con il mio telefono in mano? Ma è la mia privacy quella!
"Buongiorno, che fai col mio telefono?" dico e mi avvicino.
"Guardo, belle foto" risponde.
"È privacy quella, non dovresti vedere cose non tue" dico, cercando di mantenere la calma.
"Le regole a me, non piacciono. Le do e basta. Sei un sacco maiala in foto" mi dice.
"È allora? Ti piacciono?"
"Bel vedere, bella carrozzeria" mi dice. "Comunque hai appena chiesto una pausa di riflessione al tuo fidanzato" continua.
"Ma se io non ho fatto nulla" lo guardo confusa.
"Uhm, allora sono stato io, ha rotto un po' le palle, ma alla fine ha capito. Tanto adesso sei all'estero a lavorare, precisamente in Spagna." continua, almeno le cose che fa me le dice, mi sta prepara do se mai uscirò di qui, quante cose dovrò spiegare?
"Siamo davvero in Spagna?" chiedo perché esattamente non lo so dove siamo, ne dove mi abbia portata.
"No. Sempre a Roma, vicino." risponde.
Mi guardo intorno: "è casa tua questa?" chiedo e annuisce.
"Stamattina sei più tranquilla, mi fa piacere." dice.
"Non ho speranze, quindi.." cerco di dire con un tono malinconico, magari lo addolcisco, ma ti pare pff.
"Infatti, è inutile farmi incazzare" dice e i miei buoni propositi svaniscono.
Bella casa, stupenda, ma purtroppo costruita con soldi non puliti, evito di dirglielo ma lo penso.
"Che lavoro fai?" chiedo.
"Sono il capo. Qui tutti prima o poi hanno bisogno di aiuti, soldi, protezione, favori e favoretti" mi dice. Sono sempre più convinta che il suo non sia un lavoro, ma solo una cosa illegale, losca e piena di merda. Mi fa veramente schifo, perché già qualcosa mi frulla per la mente. Lo scoprirò anche perché non ho scelta, non mi fa uscire da qui, quindi..
Gli chiedo se vive da solo, lui è molto aperto alle risposte. Mi dice che vive con i suoi dipendenti, uomini e donne. C'è Ambrogio che ho già conosciuto, cuochi, giardinieri, addette alle pulizie. Si tratta bene. Mi siedo vicino a lui sul divano.
"Perché non hai trovato nessuna, in questi anni?" gli chiedo, visto che mi risponde, così indago un po'.
"Avevo ma tua fissa"
"Potevi provare a corteggiarmi come una persona normale, no?" chiedo, era molto meglio che rapirmi.
"Non è da me. Poi mi hai rifiutato così tante volte che non ti meriti una cosa semplice, non mi avresti guardato comunque" dice passando la lingua sulle sue labbra.
"Ah beh, invece così.."
"Così si, ci stai per forza, che ti piaccia o no. Sono io che decido quando dovrai andare via. E non lo farai fino a quando non mi amerai" dice deciso. Questo è duro da scalfire, mamma mia.
"Mi sa che starò qui per sempre allora" incrocio le braccia e lui tutto quello che sa rispondere è un misero: "Va bene". Dio, penso che impazzirò, qua dentro. Lo odio, mi sta già stancando. Sento l'aria mancarmi, voglio uscire da queste quattro mura.
Lui non parla, non mi chiede nulla. Non so se sta facendo veramente o per finta, per darmi una lezione.
"Nemmeno se facciamo sesso mi lasci andare?" chiedo.
"No. Mi prendi per il culo? Ti faccio schifo e vuoi fare sesso con me" dice senza mai alzare lo sguardo dal mio telefono.
"Beh almeno ottieni quello che vuoi.."
"Negativo. Io voglio che tu mi ami." lo ribadisce.
Lo guardo, forse fa sul serio si. Ma è matto, dovrò rassegnarmi al fatto che non uscirò mai di qui, per cui indago un po' su cosa si possa fare in questa casa, visto che senza fare niente mi annoio.
"Tutto quello che vuoi. Non ti piace leggere quindi la libreria la eviterei.."
"Che ne sai che non mi piace leggere?" lo interrompo.
"Io so tutto di te" mi dice.
"Io nulla.." lo guardo.
"Ti piace cucinare, per cui posso far venire qualche chef importante a casa se vuoi prendere lezioni o semplicemente fare altri piatti più elaborati. Chiedi e ti sarà dato" mi dice con tranquillità.
"Si eh, tranne la libertà.."
"Esattamente. E niente telefono, né WiFi e social. Se mai uscirai da qui sarai libera, ti lascerò stare e non succederà più" mi spiega visto che sono più tranquilla io, e anche lui.
"Che senso ha se io ti amo e tu mi lasci andare, scusa?" chiedo perché qualcosa non mi quadra. Vuoi vedere che vuole farmela pagare per come l'ho trattato anni fa?
"Se tu mi ami poi torni da sola, non c'è bisogno che ti trattengo qui" mi dice semplicemente.
"E tu non ci sarai vero? Così soffro.."
"Vedremo. Se mi amerai veramente o mi dirai una stronzata per andartene" mi dice e si alza. Annuisco e gli dico che dovrei lavarmi, cambiarmi, insomma non ho nulla. Mi sorprende, lo seguo in camera mia ed apre l'armadio. Non credo ai miei occhi, una cabina armadio tutta per me. Sistemata alla perfezione. Guardo un paio di jeans e noto che è della mia taglia. È tutto in ordine, dall'intimo alle tute, ai vestiti da sera. Io sono sotto shock, neanche il mio ragazzo sa tutte le mie taglie e questo invece ha azzeccato tutto, dopo tutti questi anni poi, sa tutto. Questa cosa mi tocca, non riesco a crederci. Mi fa notare che ho il bagno in camera così che nessuno possa darmi fastidio. Wow.. Mi spiega che domani cambieranno tutto, lenzuola, asciugamani. Sembra di stare in un hotel di lusso. Entro in bagno mentre lui mi lascia la mia privacy. Faccio con comodo. Sposto lo sguardo vicino allo specchio con delle mensole.
C'è tutto quello che uso a casa. Anche il mio stesso profumo. Olympea. Il bagnoschiuma al cocco. Sono veramente onorata per questo. Sembra che mi abbia vissuta sempre, è stato carino. Mi faccio la doccia, mi asciugo e mi vesto pensando che forse non è poi così male come sembra. Forse veramente mi sono fermata all'apparenza. Scendo in tuta e lo trovo di nuovo seduto sul divano. Mette un film horror, a quanto pare sa anche quali generi mi piacciono.
"Come fai a sapere tutte queste cose di me?" gli chiedo.
"Ti ho studiata"
"Cioè?"
"Ho le mie risorse. Un sacco di uomini ai miei comandi. Un autista che mi accompagna dove voglio. Un profilo Instagram che ti segue" mi spiega e si fa portare due aperitivi.
"Super spiata, bene" dico ed inizia il film. Lo guardo, lui spenge le luci, sembra di stare al cinema. Si rilassa e un po' lo faccio anche io. Mi ha fatto piacere che comunque mi sorprende con cose che non mi aspettavo minimamente, poi da lui. Chiedo i pop corn e lui se li fa portare subito, tutti scattano quando lui dice qualcosa, come se sapessero che la sua pazienza ha un limite e non bisogna mai fargli superare quella soglia per non scatenare l'inferno, forse. Non mi tocca mai, però per fortuna, neanche per sbaglio. Lo guardo un attimo, incrocia le braccia, è serio. Mi ha rapita ma guarda cosa mi tocca fare, mi è andata alla grande alla fine, non sto nemmeno in una cantina buia e fredda, ammuffita, senza lavori forzati ma servita e riverita. Forse, e dico forse, non è poi tanto male.
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GANGSTER🔫
Fanfiction«Cosa vuoi?» «Voglio che tu mi ami, solo così potrò lasciarti alla tua libertà» #1 in Thriller 2/10/2020 Autrici: Sara&Camilla