Sono passati mesi da quella cena e nonostante tutto continuano a invitarci alle uscite, lei è felice di avere i suoi amici intorno. Io sono felice che lei sia così, niente obblighi, niente di niente. Vive qui, mi riempie le giornate, che non è poco. È tornata la Camilla di sempre ed io ne sono entusiasta. Ha ripreso il lavoro infatti stamattina non c'è, quando mi giro nel letto. Ha preferito non svegliarmi, che brava. Passo una mano sul comodino, accarezzando la pistola che porto sempre con me, ovunque vada. Quest'ultimo periodo sono stato molto distratto, non mi sono concentrato molto sul lavoro, dovrò rimettere mano alle cose lasciate in sospeso. Guardo l'orologio e noto che sono le otto e mezzo del mattino. Ezio salta sul letto iniziando a leccarmi la mano. Si ho capito, ti porto fuori. Mi alzo e lui mi segue di sotto, ho bisogno di un caffè prima, me lo concedi? Ma si, bravo Ezio. Mi prendo il caffè ma al momento in cui mi abbasso per mettergli il guinzaglio sento il vento cambiare, come un istinto il quale mi dice di scappare. Alzo lo sguardo verso la porta che in un attimo si spalanca.
"Fermo o sparo!" urlano quattro carabinieri addirittura col giubbotto anti proiettile. Ezio ringhia, rizzando il pelo contro questi uomini che sono appena entrati in casa mia.
"Shhh, buono.." gli dico accarezzandolo.
"Mani in alto" mi ordina una guardia. Alzo le mani ed un altro di loro mi fa vedere il mandato di arresto. Non dico niente, ho sempre saputo che prima o poi questa cazzo di vita mi avrebbe portato solo guai. Mi metto le mani dietro la testa, mentre altri due mettono la museruola al cane. Entrano altri uomini che iniziano ad ammanettare anche gli altri che vivono con me.
"No oh loro no, che cazzo c'entrano?" dico vedendo che sfilano come una passerella.
"Sta zitto, merda" mi dice uno con accento della bassa, passandomi vicino e tirandomi giù le braccia in modo brusco, dietro la schiena e chiudendo le manette. Mi muovo un po', non la passerete liscia, questo è poco ma sicuro. Li squadro, come per sfidarli, non ho paura di niente, neanche di loro. Mi spingono fuori la maia casa, togliendomi tutto, chiavi, telefono ed altri effetti personali. Appena esco vedo camionette e blindati che hanno circondato la casa, sorrido amaro, non è possibile. Mi infilano in macchina, da solo, con altri tre agenti, come a dimostrazione che sono pericoloso, in effetti lo sono. E dovrebbero saperlo, bene. In casa mia c'è un via vai di gente che entra ed esce sequestrando ogni cosa. Odio la profanazione della mia casa. Ma non parlo, sto zitto. La volante parte a sirene spiegate, come se avessero preso il peggior ricercato della storia, mentre chi violenta, chi abusa di minori, è sempre lì, a piede libero. Mi portano in caserma ed il mio unico pensiero è Camilla, che non sa niente e che spero non lo sappia mai, vorrei che perdesse la memoria, vorrei che non mi vedesse mai così, come sono realmente. Mi sbattono dal maresciallo, dicendomi il motivo per cui sono qui.
Mi spiega che qualcuno, di cui non mi fa il nome, ha fatto indagini su di me, la mia società non esiste, per avere tutti quei soldi dovevo fare attività illegali per forza, sono un uomo pericoloso, un mafioso che cercavano di prendere da molto tempo, ma io mi sono distratto in questo ultimo periodo e non ho badato alla polizia che mi stava dietro. Hanno denunciato, possesso di armi, la hanno vista non so come. Illegalmente. Non ho un porto d'armi, ci sta. Spaccio, faccio anche quello. Omicidi, si anche, a volte, forse spesso.
"I miei uomini non sanno niente li dovete rilasciare" è l'unica cosa che dico.
"Non sei nella posizione di ribellarti, né di dire un cazzo." il comandante mi guarda con aria di sfida. Si alza e mi gira intorno. È finita, lo so. Non abbasso lo sguardo, mai. Non è da me. Mi spiega che tra due giorni c'è il processo. Iniziano a farmi delle domande strane a cui io non rispondo. Voglio il mio avvocato, il quale me lo fanno chiamare, dicendomi però che non riuscirà mai a salvarmi, visto che lo stato odia la mafia, è una cosa illegale, ma non voglio rispondere a nessuno. Poi controllano il mio telefono.
"Camilla, chi è?" mi chiede.
"Lasciatela stare, non la dovete coinvolgere in questa cosa" ringhio.
"Chi è?" alza la voce, con me. Spaccherei tutto, giuro.
Non rispondo ma invece di posare il telefono, la chiamano, dicendo di venire in caserma il prima possibile. Merda, mi odierà lo so, mi lascerà, scoprirà cose per cui gli farò schifo, di nuovo, perché non le ho mai detto tutta la verità, non volevo coinvolgerla, per non farla trovare male in questa situazione che sapevo potesse accadere un giorno. Finisce la telefonata e noto che è mezzogiorno, il tempo vola quando ci si diverte. Mi fanno portare via, in isolamento in una piccola cella della questura. Mi siedo e aspetto. Una giornata tranquilla come tante che sta è appena diventata un incubo.~
Sto tremando come una foglia. Che cazzo è successo? Perché mi chiama il comandante dei carabinieri? Non ho capito niente se non che devo andare li da loro. Non so cosa sia successo ma chiedo subito il permesso al mio capo per una urgenza. Me lo concede e mi precipito in questura. Entro in fretta e furia, ignorando alcuni uomini che mi dicono di aspettare il mio turno, non posso, ho l'ansia.
"Che sta succedendo?" chiedo appena entro nel suo ufficio.
"Signorina si sieda, dobbiamo farle qualche domanda" mi dice. Mi siedo. "quale è il suo rapporto con il signor Manolas? La costringe a stare con lei?" mi chiede mentre un altro ragazzo scrive al computer.
"No, assolutamente, stiamo insieme, da un anno ormai" dico la verità.
"Bene, quindi lei sa bene che è un mafioso del cazzo vero? E fa cose illegali tipo spaccio di cocaina ed eroina.." mi dice.
"Che cosa? No in casa quella roba non è mai entrata, glielo assicuro, sto sempre con lui" dico.
"È lui che da ordini ai suoi uomini di far entrare questa merda a Roma. Oltretutto è un assassino, pluricriminale pericoloso. Non ci credo che con lei non abbia fatto nulla di male, se ha paura non deve proteggerlo, pe garantiremo protezione" mi dice.
No ma questo è matto, giuro. Ma cosa sta dicendo?
"Ma dosi le parole, ma quale paura, fatemelo vedere" dico guardandomi intorno.
"Senta, abbiamo fatto delle indagini e finalmente abbiamo prove a sufficienza per incastrarlo. Qualcuno con le oalle in questo mondo c'è. Non può vederlo è in isolamento" mi dice.
"Non ha fatto niente, anzi. Lui da protezione agli altri, è buono" dico cercando di farlo ragionare.
"Certo, uccidendo tutte persone civili ed innocenti" mi dice ed apre il suo pc portatile che hanno appena sequestrato a casa "vede, qui ho tutta la sua storia. Spaccio, corruzione, omicidi, collegamenti con la mafia. È inutile che lei cerca di proteggerlo. È uno psicopatico, mafioso, che fa soldi sporchi illegalmente. Il suo computer parla chiaro" mi dice scorrendo le immagini di persone che effettivamente sono morte, documenti loschi, tutto quello che dice è vero, purtroppo. "quindi mi dica tutto quello che sa.."
Rimango basita, ma non glielo faccio vedere, lo tengo per me, mi ha mentito o meglio mi ha nascosto tutto per un anno, non so perché eppure lo sa che di me dovrebbe fidarsi ciecamente. Non lo ho mai tradito.
"Non è un assassino, me lo faccia vedere, un secondo, per favore" dico.
"Ci sono telecamere e microfoni, quindi occhio che vediamo e sentiamo tutto, solo cinque minuti" mi dice, annuisco e fa cenno a due ragazzi di portarmi da lui. Mi accompagnano, mi fanno entra e chiudono.
Corro da lui, seduto su una panca e lo abbraccio.
"Ciao.." mi dice.
"Che cazzo sta a succede?" chiedo.
"Hanno fatto una soffiata, mi hanno messo la polizia dietro al culo" mi dice.
"È chi può essere stato?"
"Non lo so, non hanno fatto nomi" mi dice.
"Hai già avvisato il tuo avvocato?" chiedo.
"Sisi me lo hanno fatto chiamare" mi dice e non sembra aver paura di quello che dovrà affrontare.
"Sta tranquillo che ti tira fuori di qui" gli passo una mano sulla schiena.
"Dubito.."
"Che cazzo hai combinato, ho visto il pc.." gli dico piano all'orecchio.
"Un casino.."
"Io ho negato tutto, devi stare tranquillo, ti aiuto.." parliamo sempre piano per non farci sentire.
"Non devi metterti in mezzo a questa storia" mi dice.
"Ormai ci sto"
"Ho capito ma non voglio mh"
"Sta zitto, ti aiuto, poi preparati una bella spiegazione perché mi hai detto un sacco di stronzate e questa cosa non mi piace per niente. Il tuo lavoro, sei un assassino cristo, uno spacciatore.." sono molto arrabbiata con lui, molto.
"Ti ho detto il necessario"
"No Kostas, non a questi livelli, non è chiedere il pizzo questo"
"Io sono questo, oltre a quello c'è un mondo oscuro che tu non conosci e non volevo farti vedere, non ne vado fiero ma ho dovuto" mi dice all'orecchio.
"Preferivo la verità.. Sono sempre rimasta, lo avrei fatto anche sapendo tutto, me la meritavo" dico.
"Si, non volevo mi vedessi come sono in realtà, tutto qui"
"Mi hai ingannata.." mi tiro su e lo guardo, uno sguardo misto a rabbia, delusione e paura.
"L'ho fatto per il tuo bene"
"No.."
"Sta tranquilla mh, vai a casa. La mia è sotto sequestro ma ti faranno prende qualcosa di tuo" mi dice. Annuisco.
"Ti faccio avere qualcosa se riesco" gli dico.
"Una cosa puoi fare però, Ambrogio è gli altri non c'entrano niente" mi dice.
"Si, cercherò di tirarli fuori"
"Brava" mi dice."Signora deve uscire" mi dice il carabiniere aprendo il cancelletto della cella e prendendo Kostas in malo modo.
"Aia cazzo, piano" si lamenta.
"Ciao.." lo guardo. Mi fa un mezzo sorriso e mi fanno uscire. Non so più niente di lui, mi fanno andare via, vado a casa e prendo le mie cose sotto lo sguardo attento delle guardie che seguono ogni mio movimento. Prendo anche Ezio, che lo hanno traumatizzato e me ne torno a casa mia, chiamando il suo avvocato perché Kostas deve uscire da lì, anche se lo odio adesso per avermi mentito, lui deve tornare con me, a casa. Mi dice che lo hanno portato a Rebibbia, in una cella isolata. Ha chiesto un confronto con lui che riesce ad ottenere il giorno dopo. A me non lo fanno vedere. Intanto telegiornali e radio parlano di lui, della sua vita e di me. Per ora però, ne suo padre, ne suo fratello si fanno vivi. Io non so cosa fare non idee, non mi è mai capitata una cosa del genere.
La sentenza è fissata dopo due giorni ed io ovviamente non mancherò, sperando che lo rilascino e che torni tutto come prima.
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GANGSTER🔫
Fanfiction«Cosa vuoi?» «Voglio che tu mi ami, solo così potrò lasciarti alla tua libertà» #1 in Thriller 2/10/2020 Autrici: Sara&Camilla