Si sono addormentate tutte e tre. Alzo lo sguardo adesso che non mi vede. Il fatto è che mi manca, troppo. Ma non posso passare sopra al tradimento. É proprio la mia natura, sono deluso da lei, la odio. Poi quella bocca che bacia un altro, le sue mani che toccano un altro uomo, mi sale il fuoco non ci posso nemmeno pensare.
Sono le otto quando inizio a svegliare Ginevra. Le do i baci e lei mugugna qualcosa.
"Buongiorno amore, svegliati dai.." le dico.
"Mhh.." sussurra ancora con gli occhi chiusi.
"Dobbiamo andare"
"Dobe?" si strofina gli occhietti.
"Dal pediatra per Deva." Annuisce e si stira. "sveglia mamma"
"Bado a fare pipi" mi dice e scappa in bagno. Come se la conoscesse fino in fondo che se la svegli, la bestia di Satana esce fuori. Ma io non ho paura di niente, quindi mi schiarisco la voce e la chiamo.
"Cami, sono le otto"
Lei apre gli occhi di scatto.
"Che è successo?" si tira su di scatto.
"Nulla dobbiamo andare da pediatra, calma"
"Ah.." si stira e sbadiglia. Si alza e va a preparare Ginevra mentre sto attento a Deva che non si svegli. Siamo pronti e andiamo dal pediatra, siamo i primi per fortuna perché odio fare le file.
"Aspettiamo.. Oggi niente scuola eh Gine" dico.
"Mhmh, però io sto bene" mi dice con la paura del dottore.
"Si, non è per te, ma per Deva. Però non potevi stare a casa da sola"
"Eh no" mi dice.
"Poi fai come quello di mamma ho perso l'aereo" dico e lei ride.
"Ci torniamo stasera a casa?" chiede Camilla.
"Si anche dopo se vuoi" mi sistemo i capelli.
"Tonniamo a casa???" urla Ginevra.
"Si, non ti va mh?"
"Siiiiiii" urla iniziando a saltellare per la strada. Camilla ride guardando la figlia.
"Ginevra, ma che fai scemetta"
"Saltoooo"
"Stai buona passano le macchine" le dice la madre.
"Vieni qua, vie che ora mi ti mangio di baci quando voglio lo sai si" le dico lei annuisce e mi salta in braccio. Me la bacio tutta. Mi si avvinghia come una scimmietta, la mia scimmietta.
"Aiuto" dico.
"Gine ma che fai?" ride Camilla.
"Sono un simmiaaaa"
"Su questo sei come tuo padre" dice.
"Ma di che" dico.
"Due scimmie sisi"
"Nah" rispondo e lei mi sale sulla schiena "ma che fai mh"
"La simmia"
"Deva amore,ma dove siamo capitate" dice all'altra figlia, sistemandole i capelli. Lei le ride.
"Almeno sta buona mo" dico.
"Eh si, topolina, vero" dice e si vede dalla faccetta che soffre "mannaggia a sti dentacci"
Ci chiamano ed entriamo, il pediatra la visita è ci dà qualcosa di più forte visto che la bimba sta male. Andiamo subito in farmacia così le diamo subito le gocce, nella speranza che le passi presto perché non posso vederla così. Prendiamo tutto e decidiamo di andare a fare colazione. Tanto ormai sono le nove.
Entriamo al bar e ci sediamo, prendo i cornetti e per me una ciambella fritta.
"Vieni Deva che ti metto le gocce" dico e Camilla mi passa nostra figlia. Le apro la bocca e gliele metto. Lei piange, disperata con i lacrimoni.
"No ei, hofatto, basta basta" le do i baci.
"Ma che si piange quella" dice Ginevra.
"Ha male ai denti" risponde Cami. Lei sbuffa, ci portano la colazione e le metto un po' di schiuma del latte sulla bocca, magari sono amare, a posta piange. Lei si lecca le labbra.
"Bono?" dico e lei apre la bocca ne vuole ancora. "Mi pare Ezio, un biscotto e poi tutta la scatola" Camilla ride e imbocco Deva col cucchiaino.
"Piuttosto come stanno i cani?"
"Bene, spaesati, soprattutto i cuccioli. Gli mancano Deva e Ginevra mi sa, stanno sempre in camera loro" dico.
"Io non manco a nessuno, che fico" mastica.
"Oh non fare la vittima" do tutta la schiuma a Deva.
"Sto facendo una considerazione"
"Manchi alle tue amiche della cucina, a Giorgio sicuramente" dico.
"Loro le sento, Giorgio non è più un problema mio" mi dice.
"Vedremo.." mangio la ciambella con Deva in braccio che la guarda, sicuramente vuole anche questa.
"Che vuol dire?"
"Che non mi fido, che vuol dire" dico e allunga le mani e per prenderla, gliela avvicino. "pure questa vuoi mh"
"Senti ho capito di aver sbagliato, poi ho tre figli, tre cani, non posso mandare tutto a puttane per un bacio che non ha significato nulla, Ko"
"Se l'hai fatto ti piaceva" dico mentre Deva si mangia lo zucchero.
"Ancora? È stato un momento basta"
"Ne abbiamo già parlato, ti ho detto come la penso già stamattina"
"Mhmh" mi dice e tolgo la ciambella a Deva sennò si mangia anche l'olio e poi si sente male, bene per una cosa male per l'altra. Le metto il ciuccio e finisco di fare colazione.
"Io pinito tutto" se ne esce Ginevra.
"Che brava" risponde Camilla.
"Andiamo alle giostre?" ci chiede.
"Ma ora? Io ho sonno" dice Camilla.
"Ma sono chiuse adesso, ci andiamo di pomeriggio, va bene?" le dico e lei annuisce "allora andiamo a casa, ti fa guidare papà" le dico e lei salta dalla sedia. Deva si sta mangiando il tovagliolo.
"Ei no, cazzo il ciuccio! Ah eccolo" dico vedendolo sulle sue gambette" tiro un sospiro di sollievo. Camilla ride. Le tolgo il tovagliolo dalla bocca e saliamo in macchina. Camilla ha in braccio Deva e Ginevra invece ce l'ho io. Le metto le mani e sul volante è parto. La faccio guidare, si diverte un sacco. Lei è felicissima e forse ho fatto bene a mettere da parte l'odio per la madre. Così posso godere di questo sorriso tutto il giorno. Sorrido anche io.
"Che brava anche senza patente" dice Cami.
"Pure da sola" le lascio le manine. Lei ha gli occhi a cuoricino. Torniamo a casa e le aiuto a riprendere tutto per poi tornare alla nostra vera casa.I mesi scorrono, le visite anche. Come temevo è un'altra femmina, niente non so capace a fare un maschietto. Non importa la amerò come le altre due. Questo è un segno, sicuro. Un segno di dover lasciare tutto quello che ho. Dopo tre mesi dalla nostra apparente riappacificazione è nata Gioia, almeno possiamo dire di averne avuta una. Le cose piano piano si mettono apposto da sole, lei è più attenta a me, non litighiamo quasi più, giusto quelle rispostine a cazzo quando proprio non ci sopportiamo. Ma, mi ha detto che mi ama, dopo altri sei mesi. Mi ama come il primo giorno, io non glielo dirò, non più. Ma nel bene o nel male, lei è la donna che ho scelto per essere la madre dei miei figli, la donna della mia vita, la compagna finché morte non ci separi. Al suo dito e comparso di nuovo quell'anello luccicante. La proposta è ancora valida, anche se ci ho messo un sacco di tempo nel farmi toccare. Giorgio non si è più fatto vedere ma ogni tanto mi faccio vedere io, per ricordargli che tradire me, è come vendere l'anima al diavolo. Non starà mai più tranquillo, mai.
Mio padre mi ha imposto un erede maschio, che io non farò. Ho già preso la mia decisione. Nessun peso, nessun obbligo verso i miei figli. Abbiamo discusso per questo, testa a testa, come se volesse fare una guerra con me, mentre mio fratello è rimasto a guardare. Non obblighero i miei figli ad una vita dannata come la mia. A sofferenze, alla paura di perdere ciò che ami. No, non succederà. Ho deciso che visto che mio fratello ha due maschi, il primogenito, alla mia morte prenderà il mio posto. Ho finito. Voglio vivere sereno, con la mia famiglia, le mie figlie e vivermi la mia storia serenamente. Le ho fatto prendere la pillola, basta cazzate, basta tutto. Adesso l'ho perdonata, adesso ci amiamo ed ogni sera la bacio per farle sentire che ci sono. Aveva ragione, a volte bisogna perdersi per ritrovarsi, anche se nel frattempo abbiamo sofferto piu del dovuto. Adesso siamo noi, io, lei, le nostre figlie e i cani. Nessuno ci separerà mai più, perché seppure ho rinunciato alla eredità, la pistola me la tengo, ed il grilletto facile, beh, mi è ancora rimasto. Chi si mette in mezzo: bang, bang.~
E anche questa storia è giunta al termine, vi ringrazio tutti per i voti, i commenti e le visualizzazioni, spero che vi sia piaciuta! Adesso mi prenderò una pausa di una settimana perché devo lavorare, ma intanto inizierò a scrive una storia nuova.
Domenica il primo capitolo! 😏
Stay tuned❤️❤️❤️
![](https://img.wattpad.com/cover/210701203-288-k206750.jpg)
STAI LEGGENDO
GANGSTER🔫
Fanfiction«Cosa vuoi?» «Voglio che tu mi ami, solo così potrò lasciarti alla tua libertà» #1 in Thriller 2/10/2020 Autrici: Sara&Camilla