Entro in casa con la camicia che mi si appiccica al braccio dal sangue che mi è colato e non fa altro che rompermi le palle.
"Oi.." sento dire da Camilla. Mi guarda "che cazzo hai fatto?" si tira su di scatto.
"Niente, lascia stare" dico "Ezio stai buono mh" supero il cane che era venuto a farmi le feste. Entro in bagno e dopo poco la ragazza mi raggiunge.
"Oh che cazzo ha fatto?" mi ripete, come se le importasse veramente qualcosa di me.
"Niente, una coltellata" dico sfilandomi la camicia. Non la sopportavo più, quando si appiccica alla ferita, staccarla fa male.
"C.. Come? Da chi?"
"Da uno, non lo conosci. Cos'è di lavoro" dico cercando di mettere fine a questo discorso e mi tampono, disinfettando.
"E perché?"
"Si è ribellato, parlava troppo in più non voleva pagarmi" dico semplicemente sperando che questa cosa finisca qui.
"Pagare? Ma che cosa?"
"La protezione che è venuto a chiedere a me"
"Mi spieghi che lavoro fai?" mi chiede.
Sospiro, le faccio vedere che bestia sono o rimango sul vago? Per farla fidare di m, qualcosa devo pure farle vedere. Mi alzo e mi faccio seguire, entrando nello studio in un caos imbarazzante, sono stato io, sì. Lei si guarda intorno, cercando di dire che forse c'è troppo casino, ma la blocco. Lo so già. Mi siedo alla scrivania e apro il computer. Metto la mappa di Roma.
"Questa è tutta mia" dico indicandole il raggio di azione che controllo. Lei si mette vicino a me e guarda lo schermo. "ognuno qua mi deve qualcosa, un favore, una piccola somma di denaro per non chiudere di punto in bianco i negozi, loro pagano e io garantisco loro una protezione tra furti, incendi, cose brutte" mi passo la lingua sulle labbra.
"Il pizzo.." inizia a capire, bene. Annuisco "no ceh e assurdo" si sistema i capelli.
"No, è giusto invece, perché dal momento che vieni da me, io ti considero come parte della mia famiglia. Se uno di questi viene qui, a casa mia, a chiedermi un prestito, ad esempio, io sono ben disposto a concederglielo. Loro lavorano, sono felici, ma io poi voglio essere ripagato, hanno un debito con me no?"dico.
"Ma.. Senti già è anomala la situazione, ora anche il tuo lavoro, senti se c'è altro dimmelo" mi dice, non posso dirle tutto, mi limiterò a dirle mezze verità.
"Importo droga, dai paesi del sud America, c'è altro che vuoi sapere?" chiedo, magari la finisce.
La guardo, ci è rimasta un po' così, forse questo le farà cambiare il modo di guardarmi, ma tanto lo avrebbe scoperto comunque.
"Ho problemi con la legge? No. Perché loro hanno paura di quelli come me" ghigno, mi piace essere un uomo rispettato, da tutti.
"Ma tu ti rendi conto che i soldi con cui compri le cose, sono soldi sporchi?" mi chiede dopo un po' di silenzio.
"Sono soldi miei. Questa città è sotto controllo della mia famiglia da generazioni.."
"Bello ammazza" dice sarcastica. "vi fa onore questa cosa"
"Sono un uomo rispettato, tutti lo fanno" dico e la guardo.
"Beh io no" esce dallo studio. "fammi andare a casa, non voglio avere altro a che fare con te"
"Si, così puoi andare dai carabinieri e denunciarmi. No, non ci vai, fine della discussione." dico.
Lei mi manda a fanculo, la sento che borbotta insulti verso di me, verso questa vita. Io me ne vado in camera a cambiare la medicazione. Inizio a pensare a quello che sto facendo, a volte mi vengono dei dubbi enormi, è giusto trattenerla con la forza?
Non sarebbe giusto se fossi uno normale, ma una vocina nella testa, parla per me.
«Si, è giusto, sei tu il padrone.»
Ma lei ama un altro, io non prenderò mai quel posto, che nonostante mi aspetti di diritto, lei non mi amerà mai.
«Scopala.»
Dici? Pensi che sia una buona idea? Più la faccio mia e più le entro in testa, nel cuore, ovunque?
«Ovvio. Poi male che va te la sei goduta per bene. Che lei lo voglia o no, Scopala.»
Forse ha ragione, o forse no. Ma sono un uomo deciso, penso che sia la cosa che dovrei fare, la domo io quella donna così ribelle che mi sta facendo dire più madonne che ordini.
Mi metto una maglietta e ho deciso, scendo. Lei è incazzata nera, seduta sul divano a guardare la televisione. Non mi è difficile sdraiarla subito, in modo selvaggio e rude.
"Oh che cazzo fai?" mi dice.
"Sta zitta" rispondo, spogliandola di ogni cosa. "ora lo vedi"
"No, ti stai fermo?"
"No." le metto una mano in mezzo alle gambe e inizio a muoverla.
"Ti devi fermare" mi dice.
"Oh sta zitta" le tappo la bocca con la mano, si fa a modo mio adesso. Mugugna qualcosa di incomprensibile, poco importa. Con l'altra mano mi tolgo i pantaloni e mutande. Me lo tocco un po' e poi entro, iniziando a muovermi velocemente dentro di lei, per sfogarmi, per farle capire che anche io ho bisogno di qualcosa in questa vita di merda che non ho potuto scegliere. Lei si contorce sotto di me e gode, mi ansima sulla mano, il suo sguardo è fuoco, proprio come il mio. La sento che le piace, anche se a parole non vuole che la tocchi, il suo corpo reagisce in un altro modo. È fradicia, spingo, forse un po' troppo forte perché la sua mano mi stringe il braccio. Mi guarda ma io no, sospiro di piacere, mentre mi spingo più a fondo. La sento venire, io spingo di più, morendo il cuscino per la violenza che ci sto mettendo, d'altronde lo ha detto anche lei che sono una bestia no? Ansimo sul suo collo, vedo la sua pelle d'oca, riviene di brutto stavolta, sto venendo anche io, perciò mi sposto e mi svuoto sulla sua pancia. Mi guarda adorante. Le tolgo la mano dalla bocca e riprendo fiato.
"Mi hai fatto malissimo.." mi dice.
"Poi ti passa.." mi alzo e mi sistemo.
"Eh certo.." anche lei mi imita
"Falla finita, mh"
"Pure?"
"Si. Calcola che fro così tutte le volte che ne ho voglia, con o senza il tuo consenso."
"È stupro senza il mio consenso" mi dice.
"Aggiungilo alla lista di cose per cui mi denuncerai" dico.
"Mhmh, sicuramente" mi passa davanti e sale.
Mi sdraio sulla poltrona, appagato ma non contento. Rimango di sotto a pensare a quello che ho fatto, mi passo una mano in faccia, sono diventato un mostro.
Rimango giù fino a tardi, poi salgo e mi medico la ferita. Lei non ha detto più nulla ma non mi odia, l'ho vista da come mi guardava. Mi metto a letto e inizio a pensare finché non mi addormento un po', stanco mentalmente ma con l'orecchio sempre vigile a quello che fa.~
Sono scappata di sopra, letteralmente. Come cazzo è che reagisco così a come mi tocca? Che botta, anche se mi ha fatto un po' male, non riuscivo a dirgli di smettere. In tre anni con il mio fidanzato non ho mai fatto del sesso così. Cosa sta succedendo? Lui non è mai stato così con me, non ho mai provato tanta eccitazione, godimento, con il mio ragazzo.
Mi metto a letto, mi copro soddisfatta pensando a qualcosa per farlo arrabbiare, se tutte le volte fa così, è un piacere. Vorrei farli qualcosa anche io. Ma che cazzo penso?? Sono fidanzata. Non ci sto capendo più niente, vuole portarmi all'esaurimento, forse ci sta riuscendo. Forse invece di cambiare lui, cambia me. Dopo un po' che i pensieri mi frullano per la testa mi addormento.
Apro gli occhi e noto nella sveglia sul comodino che sono quasi le quattro di mattina. Ho una sete che mi berrei un cartone intero di acqua. Mi alzo e scendo a cercare un bicchiere, visto che fanno tutto le cuoche ed io non ci ho messo mai le mani. Oh, eccolo. Prendo il bicchiere e mi verso l'acqua. Che sete.~
Anche quando chiudo gli occhi non dormo mai profondamente, ho sempre paura che faccia qualcosa di stupido, che scappi, che se ne vada via da me. Sento muovere qualcosa di sotto. Prendo la pistola nel cassetto e mi alzo. Scendo e non trovo nessuno. Eppure ho sentito qualcosa, sono quasi le quattro di mattina e le cuoche sono nella loro depandance.
"Oh, Camilla" la chiamo, magari è lei.
Silenzio. Vago per casa ma niente, c'è solo il cane, eppure non può essere Ezio, dorme. Entro in cucina e punto la pistola a qualcuno. Camilla lascia il bicchiere che cade per terra e si rompe in mille pezzi. Rimane pietrificata e alza le mani.
"Ti ho chiamata, potevi rispondere."dico e la abbasso.
"Ma sei matto, ma che mi punti la pistola?"
"Te sei matta"
"Ma che ho fatto? Sto bevendo" replica.
"Beh sento muovere alle quattro di mattina, cosa devo pensare mh. Ti ho chiamata potevi rispondere" ribatto.
"Non ho sentito. Che paura.."
"Si eh, hai paura.." mi avvicino.
"No, me l'hai fatta mettere adesso" mi dice. Mi avvicino e le accarezzo il collo e il seno con la pistola. "tanto lo so che non ci avresti mai il coraggio di ammazzarmi" mi dice e mi guarda.
"Chi lo dice?"
"Io, lo so per certo"
"È da cosa? Sono uno psicopatico di merda, potrei anche farlo" la sposto sul piercing più sotto e la sfrego li.
"Nah.." si morde il labbro e continua a guardarmi.
"Sbagli" dico.
"Fallo ora no.."
"Potrei ma non mi va." continuo a toccarla in mezzo alle gambe con la pistola.
"E perché no.." sospira.
"Perché non è ancora il momento" la tolgo e mi sposto "torna a dormire" salgo di sopra e dopo un po' sale anche lei. La vedo con la coda dell'occhio mentre sto posando la pistola. Eh no bella non mi spii, deve sempre farmi incazzare.
Vado di là in camera sua e mentre dorme la faccio mia. La vedo sorridere, questo è un suo stratagemma per farmi incazzare e scoparla di più, ne sono certo. Non vuole dirmelo che mi aspetta, ma lo fa, sta iniziando a capire che questa ormai è casa sua. Questa vita è quella che le appartiene. Qui, con me. Le tengo le braccia e spingo, forte. Non apre gli occhi ma geme, deve solo stare zitta e godere. Dopo poco viene, è un fuoco lo sento, ma le fiamme ce le ho anche io. Esco da lei e le vengo addosso. Lei ha il fiatone. Ma ne ho ancora voglia, le riapro le gambe.
"No, basta, fermo mi brucia.." mi dice.
"Non me ne frega un cazzo" dico e le rientro dentro.
"Maledetto.." dice tra i denti mentre ricomincio a spingere, di lei non ne ho mai abbastanza. Ne vorrei di continuo, la vorrei come se si potesse fare sesso 24 ore su 24.
Fa versi di dolore e godimento ma non mi fermo, almeno così questa esperienza se la godrà, comunque vada in un modo o nell'altro la devo far ricordare di questo me, non di quello ciccione e brutto, ora c'è solo il Kostas cattivo e vendicativo.si regge alle mie braccia e il suo orgasmo è musica per le mie orecchie. Le stringo le tette e la sua faccia è dolorante, do botte forti dentro di lei, mentre le mordo le labbra. Non posso cambiarle il cuore, forse quello non lo avrò mai, è e sarà del suo ragazzo, ma posso arrivare al cervello, toccandole il nervo del piacere estremo. Lei viene, mi sposto e raggiungo il piacere anche io, addosso a lei.
"Dio.." dice senza aggiungere altro.
"Ora dormi" dico, mi alzo e mi sistemo.
"Mi serve una pomata rinfrescante o che sgonfia.." mi dice.
"Domani te la mando a prendere in farmacia, ora dormi"
"Mhmh" si copre e la sua faccia è super appagata e rilassata. Chiude gli occhi ed io me ne vado di sotto. Vado in palestra, addominali e pesi mode oh, scarico ancora perché ne ho bisogno, mentre lei dorme.
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GANGSTER🔫
Fanfiction«Cosa vuoi?» «Voglio che tu mi ami, solo così potrò lasciarti alla tua libertà» #1 in Thriller 2/10/2020 Autrici: Sara&Camilla