Qualche brutto bastardo mi ha attaccato una testa di porci al cancello, il che vuol dire che mi vuole morto. L'ho fatto ripulire subito, omettendo il tutto a Camilla, non voglio farla preoccupare nel suo stato. Devo proteggerle io, è compito mio e non posso fare il vulnerabile. Siamo a letto ed io non posso non pensare a chi cazzo è stato a fare una cosa del genere, mi ripasso a mente tutte le persone che mi odiano. Ce ne sono molte, ma come risalgo a chi mi vuole morto?
"Ce la porti tu domani Ginevra a scuola?" mi chiede Camilla.
"Si vado io" mi giro verso di lei.
Si avvicina, mi abbraccia e mi coccola.
"Non ci siamo neanche goduti la serata" le tocco la pancia.
"Eh vabbè, l'importante è che tu sia contento" mi dice.
"Troppo, speriamo maschio, ma se è femmina va bene uguale. Io farei un asilo nido"
"Se devo partorire io, matto" mi dice.
"È un modo di dire, tre vanno bene, numero perfetto, molto larga la family sta diventando, da che ero solo" dico.
"Si, tre figli, tre cani, noi" ride.
"Si bello però, non ero abituato all'idea di famiglia così, perché si siamo uniti ma tutti separati" dico.
"Si, voi si. Invece ora c'è l'hai, te la stai facendo, poi ci sono anche i tuoi uomini e donne, che oramai sono parte di noi" mi dice.
"Si ho tutto per stare bene, mi sono anche placato"
"Si, molto" mi da ragione.
"Domani ti faccio lezione di pistola, ti insegno a sparare tanto non lavori, Giuseppe mi ha detto che avete da fare l'inventario" dico e lei annuisce.
"Si poi ho le nausee"
"No meglio che ti riguardi un po', così quando torno ti insegno, ho già detto a Giorgio di andare a comprare la tua personale, così sto tranquillo" dico e lei mi bacia. Ci diamo la buona notte e dopo un po' si addormenta vicino a me. Io mi giro e mi rigiro nel letto non riesco a prendere sonno per quell'immagine in testa, quella testa di porco non me la tolgo dalla mente. Penso e ripenso. Non ho paura della morte, so che prima o poi qualche cosa di brutto mi succederà. La mia paura più grande è lasciarle da sole, senza di me. Con questo pensiero mi addormento ma non sto bene, sudo, ho caldo, non mi è mai successo di sudare così, mi giro col fiatone.
"Oh" Camilla si tira su e accende la luce "che hai? Stai male?" mi chiede.
"No" mi tiro su di scatto.
"Come no, stai sudando, ci sono i lenzuoli zuppi, perché?"
"Ho caldo che ne so"
"Scopriti, va a bere un po' d'acqua fresca" mi dice.
"Si mi faccio una doccia che mamma mia, ho la maglietta zuppa" mi alzo e scendo a bere un po' d'acqua fresca.
"Papi" mi giro e la nana è già in piedi, quando sente muovere qualcosa è come un fantasma.
"Amore che fai in piedi, è presto" guardo l'ora.
"Io bojo il lattusso" mi dice.
"Ora lo facciamo" dico e lei sale sulla sedia. Le faccio il latte nel biberon come da lei richiesto, mi guarda e spero di averglielo fatto il meglio possibile. Glielo passo e le dico di andare su da mamma.
"Assie" mi dice e corre su.
"Eccola va, dove vai scalza fa freddo, vieni mettiti sotto" sento dire da Cami.
Do due carezze ai cuccioli che sono scesi e vado a farmi una doccia, mi sistemo e vado di là.
"Buono il lattuccio?" chiedo.
"Si è finito" mi fa vedere il biberon vuoto che metto sul comodino.
"Per merenda ha il ciambellone al cioccolato che le ha fatto zia Alessia" dice Cami.
"Mhhh" tira fuori la lingua Ginevra.
"Che faccia, è golosa eh" mi metto sotto anche io.
Dopo un po' anche Ezio ed i cuccioli salgono sul letto e si mettono ai piedi.
"Dobbiamo comprare un letto a quattro piazze, un aggiunta di letto ci serve" dico.
"Bastava prendere un cucciolo solo"
"Ma sono carini pure Ezio è felice, guarda carini"
"Sono bellissimi ma non sono chihuahua"
"Il posto c'è casa è grossa" dico.
"Vabbè tanto parlare con te, è come parlare col muro" ride. Ginevra mi tocca i capelli. "Senti mo che vai a portare Ginevra a scuola, mi porti una bomba con la Nutella?"
"Quando torno te la porto" dico "così non dici che vizio solo lei, andiamo principé?" dico a Ginevra.
"Sentilo, principé, a me mi chiama sacco di fave" sbuffa.
Scoppio a ridere, è proprio scema. Prendo in braccio Ginevra e la vesto. Ci muoio per questa bambina, la sistemo bene e prendo il suo zainetto. La mando a baciare la mamma.
"Ciao amore fai la brava mh" si raccomanda.
"Mhmh" la bacia è corre da me. Andiamo via e la accompagno a scuola perché devo parlare con le maestre. Le dico di tenere d'occhio mia figlia perché se per caso le succedesse qualcosa, lo stesso succederà ai loro figli.
Torno in macchina ma quando vado per frenare, sento che va tutta per conto suo. Vogliono uccidermi. Mi hanno staccato i freni, questi sono tipici avvertimenti prima della morte. Lo so bene, lo faccio anche io. Per fortuna andavo piano e tiro il freno a mano per strada. Chiamo Giorgio nel frattempo che mi verrà a prendere ed entro al bar a prendere cappuccino e bomba alla regina. Ci sto mettendo un po' a tornare a casa, poi le spiegherò.
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GANGSTER🔫
Fanfiction«Cosa vuoi?» «Voglio che tu mi ami, solo così potrò lasciarti alla tua libertà» #1 in Thriller 2/10/2020 Autrici: Sara&Camilla