Rimaniamo così, lui ancora sopra di me che respira piano, a regolarizzarlo. Forse non ha mai avuto tutto ciò, forse non è abituato a essere circondato da affetto e amore. Non lo so, so solo che ogni tanto mi fa tenerezza, sotto quella maschera da duro, forse è dico forse si nasconde un uomo fragile, con molte cose da ricevere. Gli passo la mano sulla schiena grattando con le unghie. Si è calmato, lo sento da come sfiora il mio collo con le labbra. È come un temporale, una volta che scarica torna il sereno e gli occhi diventano quelli di sempre, duri ma più chiari, ma in quell'attimo, quel preciso istante in cui i suoi occhi diventano carbone ardente, si salvi chi può. Gli bacio la spalla, lui sospira e passo al collo, poi all'orecchio, fin quando si tira su.
"Oh" dice tendendo l'orecchio al piano di sotto.
"Cosa c'è?" tento di chiedere.
"Shh. C'è qualcuno"
"Dove?" chiedo visibilmente agitata.
"Qui"
"Come ha fatto ad entrare scusa.." chiedo.
"Non lo so" mi dice, si alza mettendosi una tuta al volo, prende la pistola che aveva poggiato sul comodino prima e la carica. Ho un'ansia che sembrano due, lui non trasuda nessuna emozione ma è molto serio, capisco che sta dicendo la verità, capisco che qualcosa di strano c'è. Mi tiro su e mi dice di vestirmi, lo faccio senza obiettare. Con un gesto semplicissimo gli prendo la mano, ho paura. Per la prima volta che sono qui ho paura e sento che lui mi può dare tutta la protezione possibile. Non mi farebbe mai fare del male, anche se ogni tanto è un po' rude, un po' matto, troppo psicopatico. Ma del male non me ne farebbe mai. Lui mi stringe la mano e scendiamo, piano, senza fare nessun rumore. Lo seguo, dietro a lui senza mai lasciargli la mano. Mi giro a destra e sinistra senza mai vedere nessuno, senza mai sentire niente. Ma io non so nulla di questa vita, non so cosa aspettarmi sinceramente. Lui non si ferma, apre la porta che dà nel giardino sul retro, usciamo e di colpo si gira verso sinistra, è buio, nessun lampione illumina lì in mezzo agli alberi che circondano la casa. Sento solo un colpo che parte, non so da chi, non so da dove ma lui è così attento che mi tira dietro di lui, alzando un braccio per coprirmi meglio. Sono terrorizzata, giuro. Forse lo ha preso, non lo so, non so niente, non mi esce neanche una sillaba. So soltanto che anche lui inizia a sparare verso quella direzione, colpi su colpi che fanno scattare i suoi uomini della sicurezza da noi, spargendosi verso sinistra ed iniziando a correre.
"Pezzi di merda, vi licenzio tutti, teste di cazzo" urla contro i suoi uomini. Io sono gelata, fredda, inerme, bianca. Non mi è mai capitato di vedere una cosa del genere, non ho mai preso parte ad una sparatoria. Non ho mai visto una pistola da così vicino fino a quando non me la puntò lui.
"Merda.." bisbiglia è mi spinge dentro casa, chiudendo la porta e lasciando la mia mano per tenersi il braccio che non so cos'ha.
"Che hai fatto? Ti ha preso?" chiedo cercando di avvicinarmi. Non so come potrebbe reagire.
"Mi ha strisciato" risponde.
"Vieni siediti, fammi vedere" gli accarezzo la mano.
"Io li faccio fuori tutti. Che cazzo li pago a fare?" ringhia e i suoi occhi di nuovo si rabbuiano.
"Non lo so, però dai fammi vedere.. Vieni" lo tiro un po' dalla mano, pensando che non mi avrebbe mai ascoltata ma mi sorprende e si siede.
Prendo la cassetta degli attrezzi e inizio a medicarlo. Lui stringe i denti ma si fa fare tutto.
"Coltellata, sparo.. Questo braccio è ridotto male eh" lo disinfetto e ringhia perché ha ragione, brucia. Ci soffio. "dai non è profondo, non servono punti" lo tampono e lo fascio con la garza sterile. Ripongo le cose nella cassetta e lui si massaggia.
"Ma chissà chi era e che voleva.." gli dico.
"Non lo so ma ho le telecamere, dopo vado a vedere" dice e annuisco.
"Certo a saperlo che era così facile entrare e uscire, sarei scappata prima" dico e rido, cercando di sdrammatizzare.
"Sono state alzate le sicurezze su di te ecco perché è entrato" mi dice.
Vado di là in cucina a vedere se è tutto bene anche per loro. Mi dicono di sì e di non preoccuparmi. Sono abituate a questa vita fatta di misteri ed intrighi. Sento Kostas dietro di me.
"Tu stai bene?" mi chiede.
"Si"
"Sicura?" mi accarezza la guancia.
"Si tranquillo.." gli mette un braccio intorno alla vita. Decidiamo il menù per cena. Stasera pasta con funghi, salsiccia e panna. Patate fritte e tortino al cioccolato bianco. Mi dice che va a vedere le registrazioni mentre le ragazze si mettono a cucinare.
"Vengo con te, voglio vedere" dico curiosa. Annuisce, saliamo nel suo studio e si siede nella grande poltrona girevole nera. Accende il pc, riavvolge le registrazioni delle telecamere sia fuori che dentro. Mi metto vicino a lui, non mi scaccia ma mi lascia vedere. Mette play, guarda, riavvolge e riguarda. Così per un po'. Stringe le dita in un pugno chiuso, quasi le unghie gli entrano nella carne.
"Chi è, lo conosci?" chiedo.
"Si, è un coglione"
"E cosa vuole? "chiedo.
"Te" isponde semplicemente "era uno di scuola mi ha sempre detto che saresti stata sua, continua a farlo con biglietti anonimi, veniva in classe con me, Gennaro" dice.
"Ma dai. Ma cosa ho? Tutti che volete me, nemmeno i soldi ho ceh" dico.
"Stai buona. Io lo ammazzo." dice guardando lo schermo del pc.
"Dai mh, sto qua. Non ha modo di prendermi ed io non vado da lui" gli dico mettendo le braccia attorno al suo collo, lasciandogli dei baci.
"Mh.. Ammazzo tutti."
"Sto qua mh, e sto bene. Tranquillo" cerco di tranquillizzarlo.
"E se ti succedesse qualcosa mh? Devi stare attenta e starmi vicino, sempre." mi dice esternando per la prima volta la sua preoccupazione.
"Sto qui, sto sempre con te, stai tranquillo su" gli tocco i capelli.
"Non ci posso stare" risponde e mi fa sedere sulle sue gambe. "ti sei messa paura?"
"Un po'.. Ma con te sto tranquilla" lo abbraccio. Lui ha bisogno di tanto, troppo affetto. Non è passato neanche un giorno e sono passata a dargli una coltellata all'abbraccio comunque sentito. Mi accarezza la schiena, lo lascio fare. Si rilassa e lo faccio anche io. Andiamo a cena, ci servono e mangiamo. É in silenzio, quanto vorrei sapere cosa pensi, cosa stia progettando. Poi spezza il silenzio e se ne esce con una affermazione che apprezzo e non ribatto.
"Da stasera dormi con me, senza obiezioni"
"Va bene, anche Ezio si? Non ci dorme da solo poverino"
"Si, ma lo hai viziato troppo" dice e ribatto che se lo merita, è così carino e buono. Mi da ragione, stranamente è gli da un pezzo di salsiccia. Ezio se lo divora e continua a chiedere.
"Ma vuoi masticare, scemo? Piano non te lo toglie nessuno" dice e gli da un altro pezzo, Ezio non ascolta e manda giù intero quasi. Non se lo stacca per tutta la durata della cena, se lo guarda con gli occhioni dolci e non può resistergli, anche lui ha un cuore alla fine, se ben nascosto, profondo e pieno di muri e fili spinati.
"Lo vizi troppo, cit." dico ridendo, finiamo di cenare ed usciamo a fumare una sigaretta, lui mi accompagna con la pistola infilata nell'elastico della tuta.
Decidiamo di andare a farci un bel bagno rilassate nella sua jacuzzi, tanto dormo li, in camera sua. Praticamente non posso più fare nulla da sola, mi piace il suo senso di protezione anche se non ho idea di cosa sta progettando con quella testa. Entriamo nella vasca mettendoci comodi. Ci sto prendendo gusto, adoro questo momento. Gli massaggio i piedi, lui si lecca le labbra mettendo una mano sulla mia coscia. Salgo su con la mano, lui si avvicina a mordermi il collo, lo lascio fare, anzi mi sistemo sopra di lui, strusciandomi un po' e torturandogli il collo. Se lo ho imparato a conoscere, quando è agitato o arrabbiato per qualcosa, gli piace scaricare così. Mi sospira all'orecchio, un sospiro di piacere che si propaga per tutta la stanza. Ora è il mio turno di fare qualcosa per lui perché nonostante ogni tanto mi tratti male, si comporti come una bestia, mi ha sempre dimostrato che io per lui valgo tanto.
Lo faccio entrare dentro di me e sono io adesso a muovermi, reggendomi a lui con la mano dietro al collo. Mi muovo, decisa a farlo calmare, a fargli sentire che sono qui, con lui. Mi stringe al suo petto. Continuo fino a che mi bacia, entrando prepotente con la lingua a cercare la mia, ricambio. Gli passo una mano tra i capelli, finché viene, si libera ancora dentro di me. Raggiungo l'orgasmo anche io. Ripeto non mi è mai capitato di provare queste cose. Lo abbraccio, senza mai spostarmi. È una dipendenza, una terapia, ha ragione. Mi rilasso anche io, adesso. Lui rimane in silenzio, forse sta ancora pensando a quello che è successo poco fa, lo sento che è un po' teso, non gli dico nulla, lo coccolo e basta. Forse mi sta ringraziando per non aver parlato, ma non mi scaccia, neanche adesso.
"Andiamo a letto?" mi chiede dopo una buona mezz'ora.
"Si, ci escono le branchie" dico. Usciamo, ci asciughiamo e ce ne andiamo a letto.
Anche Ezio sale e si mette in mezzo a noi, come un bambino. Lo vedo mettere la pistola sotto al cuscino, fa sul serio. Distolto lo sguardo e accarezzo Ezio che si è girato a pancia all'aria. Vita da cani eh, soffre molto come no. Viziato, coccolato, mangia e beve. Noto che Kostas all'una una mano elo accarezza, a quanto pare Ezio da lui si fa fare tutto.
"Tu veramente vuoi una famiglia con me?" chiedo.
"Ti sembra che stia scherzando?"
"No.. Però mi sembra strano. Si okay, ci conosciamo da anni però ufficialmente è poco.."
"Sono anni che ti conosco di nascosto" mi dice.
"Si ma non ci siamo mai vissuti bene.. Ci scanniamo ogni volta come puoi volere questo per tutta la vita?"
"Cambierà.." risponde.
"Dici?"
"Mi amerai e ti lascerò andare"
"E se rimanessi incinta ma non ti amo come si fa?" gioco con i suoi capelli tra le mie dita.
"Rimani qui, come adesso.."
"Chiusa così?" chiedo.
"Mhmh"
"Ma il bimbo non può crescere dentro casa"
"Che è vuoi fare la mamma? Hai cambiato idea?" mi chiede e rispondo di no, solo che ci pensavo a come sarebbe se succedesse una cosa del genere "poi vedremo, ci penseremo se sarà."
"E come lo giustifico io?" chiedo.
"Non lo devi giustificare. È successo. Hai un altro uomo, te lo sposi, ciao a tutti" dice e scoppio a ridere.
"Ma chi lo ha detto?"
"Io, mi sposi, facciamo un figlio, abbiamo anche un cane, cosa vuoi di più?" mi dice. Scuoto la testa è rido, è stupido. Mi dice che se aspetta me ci sposiamo l'anno del mai, in effetti ha ragione.
"È come vorresti fare, dimmi un po'" lo faccio parlare almeno di dimentica per un po' di poco fa.
Mi dice che intanto mi scelgo un vestito, non mi fa sposare in tua. Ah grazie, pensavo nuda. Dice che evita la chiesa perché dio lo fulminerebbe appena ci mette un piede. Pensava al mare, ma no Ostia. Inviterebbe i suoi genitori, suo fratello con la moglie e i nipoti, i suoi parenti e anche i miei.
"Anche il mio ragazzo?" chiedo.
"Si invitalo così lo vede bene che sei mia per sempre" dice e rido. È pazzo. Fa sul serio. "Poi in viaggio di nozze andiamo Cina, Giappone, questi posti qui" mi dice, come al solito mi conosce benissimo, sorrido.
"Potrei anche dirti di sì" dico.
"Per il viaggio di nozze?" chiede.
"Esattamente" rido.
"Che stornza" scuote la testa. Gli do un bacio sulle labbra e ci diamo la buonanotte, crollando quasi subito, è sempre più pazzo.
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GANGSTER🔫
Fanfiction«Cosa vuoi?» «Voglio che tu mi ami, solo così potrò lasciarti alla tua libertà» #1 in Thriller 2/10/2020 Autrici: Sara&Camilla