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La mattina dopo porto Ginevra a conoscere la nuova arrivata e a vedere la mamma. I miei sono arrivati e dopo poco vengono a farci visita, poi ci mandano via perché l'orario delle visite è finito. Una sorpresa attende Camilla, perché il pomeriggio, quando torno ci sono anche i suoi genitori. La madre subito vuole sapere come è stato il parto. Il padre è un po' scettico e mi guarda male. Non gli do peso ma e do la bimba alla nonna materna che impazzisce, il padre deve trattenersi, deve capire che noi siamo una cosa sola. Tutti e quattro. Camilla gli chiede come sta e lui inizia a parlare, dice che deve vedere con i suoi occhi come mi comporto. Il padre da le caramelle a Ginevra che subito le offre a tutti. Sento il suo sguardo addosso quando a me ne dà due che poi io rigiro alla madre. Dice che quando Camilla esce vuole venire a controllare a casa. Nessun problema, lei esce domani per cui daremo una piccola festa che lei non sa, li invito io, tanto ci sono anche i miei per un paio di giorni.
"Va bene veniamo pure noi" dice il padre.
"Bene mi fa piacere" risponde Camilla.
"Dubito che abbiamo delle cose in comune con quei mafiosi, però verremo per le bimbe"
"Sono persone come noi, non c'entra niente il loro lavoro. Non ci devi vivere insieme o spartire qualcosa. Sono affari loro" dice Cami.
"Anzi se serve qualcosa può chiedere senza problemi" aggiungo io.
"Domani sera siamo tutte persone normali" dice guardando il padre che annuisce.
Rimaniamo un po' così, con io che la bacio e il padre che ci osserva. Guardaci, ci amiamo.
Parlano un po' con Ginevra che dice che lei è buona e babbo Natale le porterà un sacco di giocattoli.
"Pure io ci devo parlare con babbo natale" dice Cami.
"Che gli devi dire? Ci parlo io che sono in contatto direttamente con la Lapponia" dico.
"Gli tiro le orecchie. Intanto i regali vanno fatti equi, poi non troppi giocattoli che siamo pieni" dice.
"Allora sai che gli chiediamo a babbo natale? Una stanza nuova per metterci i giocattoli eh Gine?" dico è Camilla scuote la testa divertita. Per lei sono l'uomo che non sa dire di no. L'orario di visite finisce e c'è ne andiamo tutti con molte lamentele da parte mia perché non vorrei lasciarle qua. Fortunatamente domani escono. Io e Ginevra abbiamo pensato di farle una festa di benvenuto, visto che quando è tornata a casa con la prima non ha avuto quello che si meritava.

Ho lasciato Ginevra con Carmen a gonfiare i palloncini e i festoni da mettere a casa. È pomeriggio e vado a prendere le altre due donnine. Sono già pronte per andare via, giustamente Camilla si è stancata di stare qui. Usciamo e mi chiede subito di Ginevra, le dico che sta a casa e lei si fa i film mentali, pensa che la odia perché la ha abbandonata. Rido, è proprio stupida.
Torno a casa e mentre scarico sia deva che la valigia la faccio entrare per prima.
"Perché prima io?" mi chiede.
"Perché ti devo guardare il culo"
"Ah.." entra e un esplosione di coriandoli la invade. Tutti urlano un bentornata, palloncini rosa per tutto il salone, festoni che danno sul fuxia e il nome Deva in palloncini formato gigante. Il tavolo con i bicchieri è lo champagne è pronto per essere versato e faccio segno a Ginevra che le porta un bel mazzo di rose rosse, perché per come sono fatto io, non glieli avrei mai dati. Camilla guarda a bocca aperta e poi si prende in braccio Ginevra.
"Ma sei stata tu??" la riempie di baci.
"Mhmh e papi" se la abbraccia. Ringrazia tutti, la vedo che è contenta, per fortuna. Apro subito una bottiglia, verso i bicchieri e passo i calici a tutti. Pure Ginevra vuole assaggiare e un goccino glielo do, giusto per non farle fare la diversa.
"Facciamo un brindisi" dico.
"A cosa?" mi chiede Cami.
"A ste due creature che sono la gioia della mia vita e ate che se non ci fossi stata non sarei come adesso" dico e scontro il bicchiere con il suo. Lei sorride.
"Che dolce" mi prende per il cuolo Giorgio.
"A Giorgio, vedi de annà a fanculo" bevo e tutti ridono. Si spostano tutti fuori in giardino visto che ho fatto montare i gonfiabili per far giocare anche i miei nipoti che mi stanno sempre addosso. Due piattolini.
Verso le sei mentre loro giocano arrivano i genitori di Camilla. Apro io e sua madre mi saluta e va fuori dalla figlia e le nipoti. Gli offrono un prosecco, che il padre prende annuendo.
"Come vede non le tratto male" dico vicino a lui.
"No.." dice è guarda fuori.
"Per sua figlia è le bambine farei di tutto. Venga le faccio vedere casa" dico e lui mi segue.
"Si ma è tutto comprato con soldi della povera gente che lavora onestamente"
"Cosa c'entra? Lavoro e famiglia sono cose separate" faccio spallucce.
"Non è un lavoro quello. Lavorare è quando ti alzi la mattina e torni a casa la sera con le mani spaccate e no sporche di sangue" mi dice.
"Io non so neanche se ci torno a casa, pensi ho già fatto testamento. Me lo cerco? Può darsi ma non ho paura della morte. L'unica cosa che mi spaventa è non poter stare con loro" dico sincero.
"Allora cambia vita, trovati una cosa più sicura" mi dice.
"Senta, io non ho potuto scegliere nella mia vita, mi sono trovato in mezzo a cose che non mi sono mai piaciute. Ho avuto tutto questo in eredità, loro non si intromettono in questo, sono cambiato mi sono placato ed è tutto merito di sua figlia" dico.
"Lei è una brava ragazza.."
"Lo so, non ha mai fatto nulla di strano né ucciso qualcuno" rispondo.
"Ha quasi ucciso me.."
"La pistola gliela avevo data per proteggersi perché era una situazione particolare. Ha sbagliato, non ci ha visto più, abbiamo litigato per questo e adesso gliela ho tolta, non gliela darò mai più" dico sincero.
"Mh, bene.. Non voglio che diventi come voi"
"Non lo farà, perché a me non piace. Io la voglio così, buona come l'ho conosciuta. Non si preoccupi, lei stia più presente, perché io non ho intenzione di lasciarle, mai." dico dando la mia parola che lei non farà mai parte di questa vita malsana. Lui annuisce, sembra che mi creda. Esco in giardino e chiamo tutti per la cena.
Ci sediamo tutti a tavola e ci servono una super cena. Sembrano tutti felici, anche il padre di lei sembra più rilassato e parla con i miei genitori. Prima del dolce però, mi voglio prendere un momento mio. Batto il coltello sul bicchiere e mi alzo, richiamando le attenzioni di tutti. Mi schiarisco la voce con un colpo di tosse.
"Allora" dico e tutti gli occhi sono puntati su di me. "che ansia tutti gli occhi addosso, vabbè devo dire un paio di cose" Camilla ride e mi esorta a parlare "la prima è che vi ringrazio per essere qui, genitori di Camilla compresi" dico e battono le mani. Mi sento un po' in soggezione, tossisco di nuovo, sono nervoso.
"La seconda è un po' particolare" dico e Giorgio fischia, lo guardo male, lo licenzio.
"Si però brigati, pecche è taddi" mi dice Ginevra. Ha ragione. Fa ridere tutti e prendo un respiro prima di parlare a tutti.
"Allora, ti volevo dire grazie Cami per quello che mi dai, anche litigando, lo sappiamo fare bene" dico.
"Molto.." risponde lei.
"Ma sappiamo anche fare pace e stare in pace, quelle poche volte, si. Volevo dirti che sei la donna migliore che potevo scegliere per stare con me e diventare la madre dei miei figli" mi lecco le labbra e lei sorride, un sorriso vero "rifarei quelle cose un milione di volte, non mi sono mai pentito"
"Neanche io.." mi guarda.
"E volevo dirti che anche se non sono un romantico, sentimentale, insomma.. Penso questa occasione sia la migliore per chiederti una cosa. Ti ho fatto un regalo per la nascita di Deva.." dico tirando fuori una scatoletta e la apro rivelando l'anello pieno di brillanti "mi vuoi sposare?" chiedo.
Lei mi guarda.
"Si.." mi tira a se è mi bacia, ricambio e la stringo perché l'ansia è finalmente passata. Tutti ci fanno gli auguri e le infilo l'anello che le va perfettamente.
"È bellissimo grazie.."
"Non è del cinese eh" dico.
"Come mai? Lo avevano finito?" ride.
"Si"
"Che stupido" mi abbraccia.
"Sono contento" le dico all'orecchio mentre i nostri ospiti brindano.
"Anche io, sei tutto quello che ho sempre desiderato.." mi bacia.
Piano piano i nostri invitati vanno via dopo aver festeggiato. Aspetteremo che anche Deva cammini per sposarci.
Ginevra è distrutta e la porto a letto mentre Deva mangia con la mamma sul divano. Appena si addormenta scendo e anche la piccola è nel mondo dei sogni, così posso concentrarmi su di lei, la mia salvezza. La sdraio sul letto famelico, ho voglia di lei come quando hai sete ma sei nel deserto.
Ci spogliamo, ci vogliamo. Le nostre mani viaggiano per tutto il corpo. Le entro dentro, finalmente, ho bisogno di lei. Spingo così tanto e con foga che lei ansima e geme da subito. Mi stringe a se come se non volesse che mi fermassi. No, amore non lo farò. Raggiungiamo insieme l'apice e le vengo dentro, ormai è il mio posto sicuro. Lei mi abbraccia forte, non vedo l'ora di sposarla e vedere il mio cognome vicino al suo nome.

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Spazio autrice

A causa del covid19 dovrò lavorare di più, quindi non potrò aggiornare tutti i giorni, spero di tornare il prima possibile, esattamente mercoledì..
Scusate, RESTATE A CASA!!!!

CE LA FAREMO🇮🇹🇮🇹🇮🇹

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