Questo film mi ha annoiato, non è stato pauroso come immaginavo. Neanche uno schizzetto di sangue. Per fortuna è finito. Lei si stira e le si alza un po' la maglietta facendo intravedere qualcosa delle sue curve che ho spizzato un po' sul suo telefono. Sono più sollevato che adesso si sia calmata, così è più ragionevole e possiamo arrivare a degli accordi, anche se da quando ho iniziato a studiarla so già che tutta questa calma apparente sfocerà in altre discussioni. Poco importa, ho deciso. Rimane con me, fino a quando non riesco ad ottenere quello che voglio.
Il suo pezzo di pelle scoperta mi fa prendere un po' di fuoco dentro. La vorrei possedere, non posso negarlo. È da tempo che la voglio fare mia, ma per adesso me ne resto zitto e buono.
"Con chi hai perso la verginità?" mi chiede sistemando la felpa.
"Non la conosci, avevo diciassette anni, ci stavamo annoiando e una sera è capitato. Ma me ne ero già andato da qui" dico breve ma coinciso.
"E perché siete tornati?" mi chiede, sembra interessata veramente a quello che ho da dire.
"Io sono tornato. Mio padre e mia madre sono rimasti in America. Ma c'era bisogno di controllare questa città ed eccomi" dico.
"È me dovevi controllare" mi guarda di sottecchi.
"Anche, volevo sapere come eri cresciuta" rispondo sinceramente.
"È non mi potevi cercare prima?"
"Non pensavo fosse la cosa giusta. Mi hai dato picche una ventina di volte, quando dovevo insistere ancora? Sono stato con altre donne, ma per poco. Relazioni serie quasi nessuna" sospiro e mi metto comodo.
"Mh.. E ora cosa è cambiato scusa? Che stavo addirittura per andare a convivere con il mio fidanzato" sbuffa e rotea gli occhi.
"O la va, o la spacca. Ci stai convivendo, forzatamente però dettagli. Facendo così o mi ami, o mi odi di più. Tanto vale provare, visto che ora lo posso fare."
"Non si fa così. E se ti odio peggio cosa facciamo? Una vita così?" chiede.
"Eh già, una vita così.." annuisco.
"E cosa ti piace di me?" chiede curiosa. Lo sapevo fosse così curiosa. Una volta l'ho vista col suo fidanzato in una panchina chiedendogli cosa le avrebbe regalato per quel San Valentino. Lui ha commesso l'errore di dirle di averle già fatto il regalo. Per cui alla fine niente sorpresa, gli ha dovuto dire per forza cosa le avesse preso.
"Se dico tutto sarei scontato, perciò non te lo dirò. Il fisico ovviamente, sei bona lo vedendo tutti" dico.
"Poi?"
"La testa, non sei per niente stupida"
"Ma se ti ho sempre trattato male.."
"Lo so, ma hai un carattere forte" dico semplicemente "qualcuno che si ribella a me, può intrigarmi. Ti guardavo con gli altri come eri, sono sempre stato un buon osservatore" me la tiro un po'.
"E ti piace il mio modo di fare? Di comandare?" chiede.
"Si, mi terresti testa. Non mi piace che la donna che sta con mi dica 'sissignore'. Ma se un domani sarai la mia fidanzata non ho bisogno di minacciati per farti stare con me, per ora però è inevitabile"
"Almeno quello.. E come pensi di farmi innamorare?" mi chiede.
"Facendomi vedere come sono, farmi conoscere visto con l'hai mai voluto fare" scrollo le spalle.
"Quindi non vuoi solo sesso.."
"Se ti volevo scopare lo avrei già fatto stamattina. Voglio che tu mi ami ma potresti anche fingere.." la guardo.
"Io non fingo mai, nemmeno a letto" mi dice. Questa conversazione sta prendendo una piega che mi piace. Una piega che avrei voluto prendere già da un po' perché quelle foto mi hanno fatto effetto, non posso negarlo. La voglio dal primo giorno che l'ho vista, nonostante i rifiuti, nonostante le sue ribellioni. Poi la sorprendo io.
"Io lo so con chi l'hai fatto la prima volta. A quindici anni, con quello del 5D, Mauro si chiamava.."
Lei mi guarda allibita, stupita e anche un po' lusingata che io sappia tutte queste cose di lei. Lei è la mia ossessione, posso avere tutto, ma se non ho lei è difficile anche per un boss potente come me.
Mi chiede di andare a prendere il suo telefono. È nascosto in cassaforte, semmai le venga voglia di riprenderlo e che ne so, magari di chiedere aiuto a qualcuno e scoprire gli altarini. Dice che vuole vedere la mia faccia quando guardo le sue foto un po' osé. Mi lascio convincere e lo vado a prendere. Lo accendo e metto il suo pin.
"Come fai a sapere il pin?" mi chiede spalancando gli occhi.
"Segreti del mestiere" dico. So tutto di lei, non lo ha ancora capito?
"Stalker veramente.." balbetta.
Apro la galleria e inizio a guardare le foto. Ride per la mia faccia, non c'è niente da ridere perché più scorro le immagini, più mi eccito. Mi lecco le labbra e non tralascio neanche un dettaglio. Ad esempio il suo piercing in mezzo alle cosce. Il mio sogno di adolescente è diventato realtà, queste foto sono meglio del giornale di playboy. Tiro un sospiro. Mi piace ciò che vedo, da morire. Non sta messa male per niente, anzi è proprio bona. E con il cresce si è fatta ancora più bella. Cambio foto, che ben di dio. Immagino molte cose, sopratutto le cose che potrei farci su di lei, dentro di lei. Apprezzo, penso che sul mio volto si vede la soddisfazione per quello che sto guardando. Lei ride, non smette di prendermi in giro per la mia faccia da maiale che ho.
"Seinin pericolo qua lo sai si?" le dico.
"Quale pericolo?"
"Di stupro" rispondo e ingrandisco le sue chiappa con lo zoom. È contrariata ma sposto il telefono che cercava di prendere e guardo meglio. Mi allargo il collo del maglione, sento caldo.
"Stai male?" mi chiede.
"Ma va, direi benone" dico e chiudo la galleria e dico che basta così. Ho il fuoco dentro, meglio piantarla oppure non rispondo di me, sento pulsare qua sotto.
"Perché?"
"Me le vedo dopo tranquillamente" dico. Mi lecco di nuovo le labbra pensando a cosa le farei se non mi avesse detto che le faccio schifo. Se solo non avesse usato quella parola, sicuramente sarai sopra di lei, a muovermi e spingerlo dentro, per farle sentire cosa si è persa in questi anni perdendo tempo con dei poveracci che non la soddisfano né fisicamente né emotivamente. Lo so, la vedo. Non è soddisfatta e sono qui per questo. La voglio mia. Stanotte me le vedrò in silenzio e da solo, così da provare delle sensazioni. Non mi vergogno a pensare di masturbarmi sulle sue foto. Vado nel mio ufficio e metto in cassaforte il telefono. Le faccio vedere casa. La porto in tutte le stanze. In cucina le cuoche mi salutano e mi chiedono quale preferenza ho per il menu di oggi. Scelgo io, visto che so cosa piace a lei. Mi guarda, sorpresa e sorride. Continuiamo il giro della casa mentre iniziano a preparare. La porto nel seminterrato dove c'è la piscina coperta ed una piccola palestra che uso per mettermi in forma e scaricare i miei nervi. Le faccio vedere il mio studio.
"Poi mi devi fare vedere che lavoro fai, perché non l'ho capito.."
"Mh non ora, più in là forse, mi devo fidare completamente, senza che poi lo andrai a dire in giro se mai uscissi da qui" dico e chiudo la porta.
Le faccio vedere la mia stanza, vicino alla sua e so già che sta pensando che forse qualche volta potrei andare a disturbarla. Si ci ho già pensato. Magari lo potrei fare, tanto la chiave lei non c'è l'ha. Le dico che ho jacuzzi nel mio bagno personale e insiste che vuole farla. Forse, solo se si comporta bene. Scendiamo in giardino. Lei mi segue in ogni passo. È così che volevo che fosse. Io che la guido e lei che mi segue. Le indico l'altra piscina, il gazebo, l'angolo barbecue e il garage. Vuole vedere che macchine ho. Sono un po' schivo sul fargliele vedere, poi però apro e la sua faccia cambia completamente. Lamborghini, Ferrari, Range rover, una Roll Royce, una Jaguar, una Audi, una Mercedes e infondo una Porsche. Rimane impietrita.
"Cos'è sta faccia?" le chiedo.
"Assurdo.. Che ci fai con tutte ste macchine.."
"Mi piacciono, ci esco. Non pensare che sto sempre qui a casa"
"Fai uscire anche me" mi dice.
"No. Tu sei in Spagna." dico e rientro. Mi siedo a tavola che è già apparecchiata come piace a me. Ci versano il vino. Insiste che vuole uscire.
"No." dico decidi. Sbuffa ma poi sta buona e iniziamo a mangiare.
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GANGSTER🔫
Fanfiction«Cosa vuoi?» «Voglio che tu mi ami, solo così potrò lasciarti alla tua libertà» #1 in Thriller 2/10/2020 Autrici: Sara&Camilla