28.

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Sono di nuovo qui, a guardarla confondersi in mezzo alla gente. Non mi sono più fatto vedere ma la spio, la guardo, mi piace da morire ma adesso sono sicuro che sta bene, con la protezione che merita, anche se quel suo fidanzato non gliela da come avrei immaginato di farlo io. Purtroppo con me avrebbe solo sofferenze, solo dispiaceri ed io non voglio. Si merita un sacco di cose belle che con me non avrà mai. Lei mi ama, ha detto, ma si sposa. Si sposa con quel ragazzo inutile, insipido e triste. Non è felice la vedo, più la vedo sofferente, più mi viene voglia di rivelarmi. Sono passati molti mesi da quel nostro scontro. Non le ho mai detto la verità, il perché l'ho allontanata, ma non posso permetterle di prendere quello che passa. Ho deciso di rivelarmi, di nuovo. La faccio seguire da Giorgio mentre io sono a casa, mi scrive che è salita, ha accettato di parlarmi, di vedermi sopratutto anche perché mi sono comportato male lo so, ma per una buona ragione. Voglio solo vederla ancora. Per solo un po' di tempo, farla ragionare e cercare di non fare lo sbaglio peggiore della sua vita.
Lei entra, annunciata da Ambrogio che sembra sorridere nel rivederla in casa, manca un po' a tutti. Lei mi guarda sembra triste. Punta i suoi occhi nei miei. Cerco di aprire bocca per dirle qualcosa ma lei mi anticipa.
"Prima che tu di a qualcosa, c'è una cosa che dovresti sapere, seria.." mi dice giocando con l'anello al dito.
"Che ti sposi lo so.. Ti ho portata qui per questo.."
"No, non è per questo" dice è la esorto a parlare "Ecco, dopo aver preso il colpo di pistola ed essere andata via, io ho perso un bambino.." mi dice abbassando lo sguardo.
"Che cosa?? Sei.. Seria? Sei seria cazzo?" alzo la voce e ringhio contro di lei anche se lei alla fine non c'entra niente. Il mondo mi è caduto addosso parte duecento.
"Mhmh.."
"Come cazzo lo hai saputo? Come è possibile cristo! Che cazzo è stato che te lo ha fatto perdere?" do un cazzotto al muro.
"Medicine, stress.." mi dice parlando piano.
Cazzo, un figlio con lei, lo volevo sul serio, avrei voluto una famiglia con lei, tutto quello che c'è in una vita normale che io, evidentemente non posso avere perché tutto mi gira contro, tutto mi fa capire che per me non c'è spazio in un mondo fatto di rose e fiori, un mondo normale. Salgo nello studio, non guardandola più,senza dire altro. Con un braccio faccio cadere tutto ciò che è sopra la scrivania, la bestia esce di nuovo, non riesco mai a domarla, mai a farla stare zitta. Mi risucchia. È sempre colpa mia, tutta colpa mia. Mi giro la pistola tra le mani, ho avuto anche la sensazione di mettere fine alla mia vita questi mesi, tanto che cazzo vivo a fare se non posso scegliere come vivere la mia vita, come fare del bene alla persona che amo? Di nuovo, di nuovo le rovino la vita, quando quel giorno non avrei dovuta rapirla, non avrei mai dovuto prelevarla con la forza e farle cambiare vita quando se la stava facendo migliore di quella che sta vivendo adesso, con la mia ombra intorno. Un figlio mio.. Quello che ho cercato in quei sei mesi che lei stava qui, un mini noi, un figlio che ci avrebbe legato per sempre. Tutto in fumo. Appoggio la testa al muro puntandomi di nuovo la pistola, sento male solo dentro, fuori mai.
"Oi.." Camilla entra nel mio mondo fatto di demoni.
"Lasciami solo" non mi giro neanche.
"Dai mh.." mi sorprende perché si avvicina e mi abbraccia.
"Ma dai cosa? Per colpa mia, sempre colpa mia" urlo.
"Smettila, non è colpa tua" mi dice con tono basso.
"SI invece, se non ti avessi trascinata in questo mondo di merda, tu eri felice!" stringo i denti.
"Non ero felice. Felice lo sono solo con te.."
"Non è vero, lo eri, prima di me lo eri! Perché credi che ti ho allontanata da qui eh? Perché stare qui con me ti rende vulnerabile, io non voglio che ti succeda niente, lo capisci o no?? Quando io ti ho vista stesa per terra, che non mi rispondevi mi sono sentito morire" urlo, mi giro e la guardo.
"E allora tienimi con te e proteggimi.." mi dice non staccando mai gli occhi dai miei.
"Ho ammazzato nostro figlio"
"Non è colpa tua, ci riproveremo"
"Mi ci sento.." dico.
"Non devi.." mi fa una carezza in viso.
"Tutto quello che tocco distruggo. Ma perché dio non me se raccoglie per una volta"
"Ma che cazzo dici!? Stupido. Vuoi un figlio con me? Facciamolo" mi dice. La guardo. È seria, molto seria. Mi passo una mano in faccia. "dai mh, abbracciami" mi dice. Non posso fare altro che allargare le braccia e stringerla a me, forse ha capito, forse non mi odia più poi così tanto come sembrava mesi fa. La stringo a me, mi abbraccia anche lei e mi passa una mano sulla schiena. Sono teso e nervoso, ce l'ho con me stesso, per la brutta persona che sono. Respiro il suo profumo e lei mi dà i baci, questa è la sensazione di casa che non ho mai provato prima di lei.
"Sta tranquillo.." mi dice.
"Non ci si può stare, non mi ci posso riposare. Mio figlio, quasi nasceva adesso. Ma io quello che ti hanno fatto del male li ho uccisi tutti. Tutti. Non se ne è salvato uno" le dico.
"E allora apposto, ci riproviamo" mi tocca i capelli e mi coccola un po'. La stringo forte, lei è la mia vita. È stata durissima senza di lei.
"Tu come stai?" le chiedo dopo essermi calmato un po'.
"È stata dura, non potevo dirlo a nessuno, è stata una scena bruttissima. La devo superare ancora del tutto. Mi sono ritrovata in bagno sul wc con tanto sangue, sono corsa in ospedale e mi hanno detto dell'aborto.." mi spiega.
"Ci sono io ora, stai con me per sempre.." le sfilo l'anello e lo butto fuori la finestra.
"Mhmh, non mi cacciare però, qualsiasi cosa succeda.."
"No non ti faccio più. L'ho fatto perché avevo paura che ti potessero far del male, se ti accadesse qualcosa non lo so, non ci voglio neanche pensare" le dico sincero.
"Non farlo, tienimi con te.."
"Lo sto facendo" dico lei annuisce.
Inizia a parlare che siamo partiti col piede sbagliato, non ci vuole rimanere rinchiusa, giustamente ed io non ho più voglia di farle fare le cose con la forza, adesso che ci siamo ritrovati, adesso che mi ha aperto il cuore e mi ha detto che non lo sposa più, anzi, lo lascerà appena uscirà di qua. Vuole uscire, avere la libertà di andare a pranzo, a cena, di lavorare, di andare con me in qualsiasi parte della città, di presentarmi i suoi amici, di vivere la vita normale che tanto avrei voluto e che sto per fare. Annuisco, è giusto che non la tratti più così, diventerà la mia ragazza, per cui avrà le sue libertà. Un anno ormai passato tra il dolore e la malinconia che accetterei qualsiasi cosa purché lei stia bene. Ho i miei paletti però, che le espongo. Degli accordi che ci siamo messi a dire sul divano di casa. Vuole tornare a vivere qui, con me. Sono d'accordo. Le mie condizioni sono che non deve uscire da sola, Giorgio la seguirà non facendosi vedere mai, in incognito in modo che se succeda qualcosa sia pronto per intervenire; voglio il suo GPS sempre acceso nel telefono; niente discoteca senza di me, o con me o niente. Lei accetta baratta do una serata con le amiche per svago. Accetto se dobbiamo iniziare un nuovo capitolo e lasciare indietro i nostri sbagli, dobbiamo iniziare a parlare, esporre i problemi e lasciarsi andare.
Se ne torna a casa, dopo aver parlato per ore ed esserci toccati come facevamo prima. Lo lascerà, ne sono certo. Quando torna la mattina dopo, la vedo carica di valigie, che sorride e con Ezio al seguito che appena mi vede mi salta addosso. La bacio senza pensarci due volte. Forse chi mi ha salvato la vita è lei, forse questo piano è servito solo a me, per salvarmi da questo guaio che sono.

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