Giorgio mi lascia da mia madre, scendo e suono. Lei mi apre, non si aspettava di vedermi lì, anche perché non ci sono più andata da quando abbiamo litigato pesantemente.
"Tutto bene la gravidanza?" mi chiede. Rispondo di sì, il fatto è che lei è succube di mio padre, so che lei vorrebbe frequentare me e le bimbe, anche se odia lui, ma mio padre è quello che vieta sempre le cose. Un mini boss, il capofamiglia che se dice una cosa è legge, non ci sta se si ribellano, ma io l'ho fatto e non avrei potuto fare di meglio.
Mi fa entrare e le dico che manca ormai un mesetto al parto. Sto esplodendo.
"Ginevra? Quando ce la porti a far vedere?" mi chiede.
"Potreste venire anche voi, casa è aperta"
"Lo sai, tuo padre non vuole, ti offro qualcosa?"
"No grazie, ci voglio parlare, sono venuta per questo" dico e lei mi accompagna in salotto da lui. Va di là e lui mi guarda.
"Eccola va, ti sei decisa di andare via da quella casa" mi dice duro.
"Ciao, no affatto. Sono venuta a parlare con te"
"Dimmi, ti ascolto" mi dice con un gesto per farmi parlare.
"Allora, so che lo odi, ci sta okay. Però lo amo, è il padre delle mie figlie, ci tratta molto bene, non ci fa mancare niente" dico.
"Non è vero, è un uomo di merda, violento e spietato. Cosa cazzo ne sai se in un attimo di rabbia vi può fare male eh? E lo sai anche tu che lo farebbe. È un assassino, hai un killer dentro casa. Non ci condivido un cazzo con quell'essere. Pure le bambine poverine devono vivere con quella bestia, ma te ne rendi conto o no?" mi dice alterandosi.
"Senti, fa un lavoro di merda, okay, lo sappiamo tutti. Però con la figlia e con me è un'altra persona, vieni a vederlo con i tuoi occhi, come si comporta, Ginevra lo adora" cerco di mantenere la calma.
"È un mafioso cazzo. No mi fa schifo, se lo vedo lo ammazzo, mi fa schifo come uomo"
"Senti non farlo per me, fallo per le tue nipoti, basta. Sono stata di merda quei tre anni in cui lui non c'era e lo sai che ho sfiorato la depressione" gli dico cercando di intenerirlo.
"Ti sarebbe passata se non fosse uscito. Ti ha tolto i tuoi genitori, i parenti, gli amici, il lavoro!" alza la voce.
"Smettila okay? Non mi ha tolto nulla, sono stata libera di scegliere. E ho scelto lui, perché lo amo" dico.
"Perché non è vero? Non ti ha levato tutti gli amici che ti hanno abbandonata eh? Ti hanno cacciata dal lavoro, un lavoro onesto" mi dice.
"Gli stessi amici che mi hanno rovinato la vita eh? A me e mia figlia, che rischiava di rimanere senza padre"
"Ma smettila hanno fatto solo la cosa giusta, denunciare le cose illegali" mi dice non curandosi della mia sofferenza.
"La vita è la mia. Che vi piaccia o no non ci puoi rompere le palle" sbotto. La mia pazienza ha un limite.
"Te la sei scelta si, ma non sperare che io non mi batta per sbattere dentro quella bestia in galera, vuole uccidermi? Lo facesse. Così vedi quanto ti ama lui, venisse lui qua no?" mi dice.
"Falla finita, hai capito? Ci veniamo qua, con Ginevra, così se sei un uomo con le palle lo ammazzi davanti a lei e un domani gli spieghi" dico.
"Fallo venire, non mi faccio problemi, come non se li fa lui. Io le pistole non c'è l'ho, non sono un assassino come lui, spiegagli quello poi. Che lavoro fa tuo padre? L'assassino." mi dice freddo.
"Smettila, perché la pistola non c'è l'ha solo lui, chiaro?" dico per cercare di mettergli paura.
"Ah ti ha istruita, bene. Ammazzami tu, fammi vedere. Io porto avanti le mie idee. Venisse lui qua, no che manda te" dice.
"È così tu vuoi bene a tua figlia e le tue nipoti eh? Nessuno mi ha mandato"
"E tu così mi vuoi bene? Che ti ho vista sparire con quel pazzo psicopatico?" urla.
"Ci sto insieme, ho una famiglia con lui, fattene una ragione" dico.
"Non approvo e mai approverò." continua a sfidarmi. "lo vuoi capire che è solo una tattica per fare bella figura con te e poi alla fine ti ucciderà, farai la stessa fine di tutti"
"No"
"Vedrai" mi dice.
"Sei malato, ma cosa dici?"
"Sei tu la malata che non vede la realtà" mi dice.
"Non mi fermo, riferisci al tuo caro signore" mi dice e in un attimo di vuoto estraggo la pistola e gliela punto addosso. Lui mi guarda, vacilla un attimo poi i suoi occhi si riducono in due fessure.
"Tu la vita di nuovo non me la rovini, hai capito? Mi sono rotta il cazzo di stare male, ho trovato la mia felicità e non capisco perché tu da genitore non la puoi accettare" dico con mano ferma.
"Perché è una merda, un assassino, ricattatore, spacciatore, mafioso" mi risponde.
"Non ti deve interessare"
"Il bene delle mie nipoti mi interessa, non distruggerai la nostra vita" gli dico.
"Come cazzo fai a stare con un omicida in casa oh? Ammazzami no? Ti ha fatto diventare come lui, guardati" mi dice.
"No mi ci hai portato tu, perché mi odi e non me lo merito" dico.
"Non odio te anzi, sto cercando di farti aprire gli occhi su chi hai in casa" mi dice.
"No tu mi odi perché lo sai quanto sono stata male con lui dentro cazzo" sparo nel nulla "non lo lascerò mai, che ti piaccia o no. Lo amo, è il padre delle mie figlie, nessuno di chiede niente, né di starci, quindi basta" sento gli occhi prendere fuoco.
"Poteva venire lui invece di mandare te, invece è più codardo di come pensavo"
"Sei mio padre, non il suo, le cose si risolvono in famiglia"
"Vattene a casa" mi dice.
"La smetti di denunciarlo?"
"No" sostiene il mio sguardo, mi sta sfidando.
"Okay l'hai voluto tu" dico accecata dalla rabbia e con una pistola in mano, premo il grilletto verso di lui, sento solo lo sparo, poi lo vedo cadere a terra e mia madre che corre in salotto. L'ha voluto lui, mi ripeto in testa, soltanto lui.
"Così impari invece di farti i cazzi degli altri. Padre padrone di sto cazzo" dico e me ne vado lasciando mia madre a terra che piange su mio padre in una pozza di sangue.
Torno a casa e vedo loro che colorano, li saluto e vado a sedermi sul divano, mi accarezzo la pancia che Deva sta facendo un casino qua dentro. Sono turbata, molto. Non avrei mai pensato di sparare a mio padre, mai nella vita, che cazzo ho fatto? Però non voglio che lui finisca di nuovo dentro, ormai è lui la mia famiglia, sono stata troppo male quando me lo hanno strappato. Kostas viene da me.
"Allora?" mi chiede.
"Gli ho sparato" dico.
"Che cazzo hai fatto? Ma sei matta?"
"Se la è cercata, non capiva, io quello che ho passato quei tre anni, non voglio ripassarlo, lui non capisce, cosa devo fare?" dico.
"Ho capito lo so, ma sparargli no cazzo!" mi ammonisce. "non voglio che diventi come me, cazzo. Lo hai ammazzato? Non ci pensi al dolore di tua madre eh? Passerebbe quello che hai passato tu" mi sgrida.
"Non lo so che ho fatto, ma mi ha tolto il lume della ragione, non capisce" dico cercando di spiegare e che capisca.
"Potevamo fare in un altro modo, me sento in colpa, cazzo. L'hai fatto per me ma è tuo padre. Dammi la pistola, Camilla" mi dice.
"No è mia"
"Tua un cazzo" mi dice e me la toglie dalla borsa. "tu come me non ci diventi, punto e basta"
"Oh è mia, rimettila a posto"
"Vai da tuo padre ora" mi dice.
"Non vado da nessuna parte" dico. Lui sale non so dove poi riscende e mi ordina di nuovo di andare da lui "oh non ci vengo lo vuoi capire o no?"
"Carina si, hai fatto il suo gioco. Ora stai col rimorso" mi dice.
"Male come si fa, Madonna" sbuffo.
"Ma pensa a quello che fai, ma è tuo padre oh. Ci stavano altri modi cristo. Ma secondo te io mi facevo prendere un'altra volta eh? Potevamo andare in casa con Ginevra e cercare di fargli vedere che non sono la persona che pensa lui" mi dice.
"Non cambia idea, è tutto inutile" dico.
"Mi lusinga la cosa che hai fatto, ma è tuo padre."
"È mio padre ma vuole rovinarmi la vita" dico.
"È se non lo rivedi più?" mi chiede.
"Amen.."
Lui scuote la testa poi si mette a colorare di nuovo con Ginevra, che sta zitta e buona. Le ore passano e non so ancora niente, un po' di paura c'è l'ho, voglio bene a mio padre ma non ci ho visto più. Chiamo mia madre ma non mi risponde e un po' di panico si impossessa di me, non facendolo vedere a nessuno, me lo tengo dentro.
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GANGSTER🔫
Fanfiction«Cosa vuoi?» «Voglio che tu mi ami, solo così potrò lasciarti alla tua libertà» #1 in Thriller 2/10/2020 Autrici: Sara&Camilla