68.

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Una mattina alle cinque, Deva mi sveglia con un pianto assordante. Disperata è dire poco, cerco di farla dormire, di farla mangiare, calmare ma niente. Urla e piange per un'ora. Tanto che sveglia anche Ginevra che inizia a lagnarsi e salire sul tavolo a piangere perché vuole il latte, ho due mani cazzo. Non so se quello che mi ha detto Kostas è vero, però provo a chiamarlo.
'Pronto?' mi risponde assonnato.
'Puoi venire?' chiedo mentre si sentono le urla.
'Mh, che succede?'
'Ginevra scendi dal tavolo. Una per i denti, piano che cadi!' la metto giù 'ora te lo faccio il latte, aspetta un attimo'
'Va bene sto arrivando' mi dice ed attacca.
Le faccio il latte con Deva in braccio che non smette di urlare. Secondo me è anche il malessere che le ho creato, abituate a stare con il padre sempre, adesso lo vedono poco e quando lui se ne va entra il gelo in questa casa. Suonano alla porta e gli apro. Entra e Ginevra si beve il latte lagnando, l'altra che più passa il tempo più urla.
"Che succede qua?"
"Io non so più cosa darle" dico. Lui la prende in braccio.
"Chiama il pediatra, ti darà qualcosa. Shhh.." le da i baci.
"Si, se mi risponde a quest'ora" dico e lo chiamo ma come pensavo è spento. "niente non risponde."
"Fai la camomilla, gliela metto nel ciuccio, magari un po' si calma e poi ce la porto quando apre" mi dice. Annuisco e metto su l'acqua per la camomilla. Anche Ginevra va di là dal padre con gli occhioni.
"Amore tu che c'hai?" le chiede e lei in risposta allunga le mani per farsi prendere in braccio. Lui si abbassa e si prende in braccio pure lei. Ginevra gli si accoccola, è quella a cui manca di più. Gli dà i baci anche a lei.
"Però basta piange mh" le dice e lei lo stringe. Vado di là con il biberon.
"Ecco, prova"
"So un attimo occupato aspetta" si siede con Ginevra sulle gambe e fa bere Deva.
"Ma se le metto una supposta di tachipirina?"
"Mica ha la febbre, che ne so"
"È per i dolori però"
"Aspettiamo se fa effetto questa, poi andiamo dal pediatra, per non sbagliare" dice e si guarda Deva che beve.
"Mhmh.. Non lo so Ginevra non ha sofferto così, con la crema le passava. Apre alle nove però.."
"Vabbè aspettiamo, alle otto e mezza andiamo che non mi piace fare la fila" mi dice ma non mi guarda mai, mai.
"Neanche a me" dico. Ginevra le si addormenta in braccio, lui se la abbraccia.
"Finita, le è piaciuta" dice.
"Aspettiamo, non c'è neanche mia madre.." dico.
"Perché?" chiede ma guarda sempre le figlie e mai me.
"Stanno in settimana bianca" dico e lui annuisce. Coccola le bimbe che finalmente smettono di lagnarsi. Sta diventando un padre bravissimo. "domani ho l'ecografia, vieni?" chiedo.
"Si. Ti ho già detto che se serve qualcosa per loro mi puoi chiamare. A che ora?"
"Alle tre"
"Ok ci vediamo li. Ginevra mi sa che a scuola non ci va, dorme" dice.
"No, sti cavoli, lasciala dormire. Tanto sta all'asilo non si perde un granché" dico.
"Mh. Tu hai finito di piangere?" si guarda Deva e lei ricambia con gli occhioni gonfi. Se la bacia. Mi faccio coraggio.
"Facciamo colazione?" chiedo.
"No io solo caffè, sennò me lo prendo dopo al bar"
"No ora te lo faccio. Non lo vuoi il ciambellone di mamma?" chiedo perché so che è goloso.
"Se non mi ci vomiti. No solo caffè, non ho fame" mi dice e vado a fargli il caffè tappandomi il naso, perché l'aroma del caffè, specialmente alla mattina mi dà una nausea terribile. Glielo porto e lui se lo beve amaro. Mi siedo sulla poltrona e mi bevo il tè.
"Diventerò verde con tutti questi té" dico.
"Mangia qualcosa, la pasta in bianco il prosciutto cotto, cose leggere" mi dice.
"Non mi va giù nulla"
"Ti sforzi. Gli fai male al pupo eh" mi dice.
"Lo so ma vomito tutto"
"Il tè agita poi, ecco perché sei sempre nervosa. Ho capito ma qualcosa, mica un chilo ne devi mangia. Due forchettate oggi, due stasera qualcosa in bocca ci metti" mi dice.
"È uguale, vomito anche i biscotti. Sono nervosa per altro non per il tè.." dico e lo guardo, mentre lui non ha ancora alzato lo sguardo.
"Se è per Deva dopo risolviamo"
"Pure per te. Perché non pensare che con tutto il casino che ho creato e si è creato sto tranquilla, anzi.."
"Eh vabbè ormai, inutile che ti agiti. È fatto. Più di dirti che se ti serve qualcosa per le bimbe ci sono, non so che dirti. Su di me puoi stare serena guarda, neanche mi devi pensare" mi dice. Lo vedo il male che gli ho fatto, mi sento giù ogni volta che sta qui a casa.
"No invece ci penso, e mi dispiace"
"Vabbè ormai, dovevi pensarci prima. Evita di parlarne perché mi sale l'omicidio" mi dice.
"Si okay dovevo pensarci, è stato solo un momento di debolezza, adesso non lo rifarei mai. Però veramente mi sono sentita un oggetto, non amata. Ho vissuto di nuovo il passato e lui ha saputo starmi vicino" dico, cercando di parlare normale, e sperando che dopo tanto tempo lui mi ascolti.
"Sei libera di starci, chi ama non tradisce, punto. Io non l'ho mai fatto nonostante abbia avuto delle mancanze pure io, o sbaglio?"
"Si si, tu non lo hai mai fatto. Però non hai passato quello che ho passato io Ko.."
"Certo allora invece di mandarmi a fanculo, dirmi che ti sei rotta il cazzo, che non mi vuoi più, ti fai la tresca dentro casa, a prendermi per il culo, a stare li con me per cosa? Che neanche mi guardavi!" mi dice e le sue parole mi fanno capire che non ha superato il dolore che gli ho fatto.
"Litigare, stress, non mi sentivo ne desiderata, né amata. Ho sbagliato, lo so, ti chiedo comunque scusa.. Non mi sono stancata sennò me ne ero andata prima no?"
"Eh vabbè ci faccio poco con le scuse ormai. Non mi ci sento neanche io, sto qua per loro" mi dice. "lo hai detto te quel giorno, non so scemo"
"È stata una sbandata, avevo bisogno di stare da sola" dico.
"Io la cosa che odio di più sono gli infami ed i traditori, quindi non posso passarci sopra. Eh ma non ci sei stata da sola a quanto pare. Però vabb hai scelto e nessuno ti ha messo i bastoni tra le ruote mi pare. Inutile cercare di mantenere una relazione che non va, tenerti per forza non ha funzionato, amarti neanche"mi dice.
"È stata una situazione complicata, comunque non stavamo bene, ho ceduto, ho sbagliato, ti sto chiedendo scusa, mi dispiace ti giuro e mi sento una merda nei confronti loro.." dico.
"Ci sono non è che non vengo più.." mi dice e accarezza i capelli alle figlie.
"Mi dispiace perché comunque non mi è passato niente, neanche se ho fatto quello che ho fatto"
"Eh non ci posso passare sopra. Ho sbagliato anche io ma non mi meritavo questo, ne da te, ne da lui."
"No lo so, però hai le tue colpe anche tu.." dico.
"Si certo, te l'ho detto, ho sbagliato. Ma non è una conseguenza della tresca tua, non si fa così. Perché avessi voluto sai quante me ne sarei scopate alle tue spalle? Invece non l'ho mai pensato"
"Ma quale tresca, per un bacio"
"Oh basta. Mi ha detto tutto quindi piantala"
"Non ci sono andata a letto" mi difendo.
"Strusciate, toccate, ore a pomiciare ed io a casa a farmi domande che forse non mi ama più. È uguale. Hai toccato e ti sei fatta toccare da un altro uomo, la donna mia così non ci fa" dice.
"Ti sto dicendo che mi dispiace, non è manco vita così a fare avanti e indietro con tre figli.."
"E che vuoi fare eh? Fare finta di niente? Non ci riesco, mi viene il vomito non riesco nemmeno a guardarti. Se sto qui è perché ci sono loro sennò non mi vedevi più" mi dice.
"Non ti sto chiedendo di fare finta di niente però a Ginevra comunque gli manchi, a Deva pure.."
"Lo so le vedo"
"A me che crescono a mo di pacchi, un po' a te e un po' a me, non mi va.."
"E che vuoi fare? Tornare a vivere con me?" mi chiede.
"Come vuoi.. Ho un sacco di cose li ancora di loro, è più comodo"
"Okay" dice.
"Anche perché da sola non ce la faccio. Tra nausee, capricci, notti insonni, denti" mi passo una mano in faccia.
"Vabbe torna da me ti do una mano con loro. Ginevra con me sta tranquilla e quest'altra stronzetta che mi odia ogni tanto"
"Ma va, guardala che si è addormentata" lo interrompo.
"La vedo"
"Pace.." sbadiglio.
"Dormi pure te" mi dice.
"Tu non hai sonno?" chiedo.
"Si ma ormai dormo sta notte" risponde.
"Ma Giorgio che fine ha fatto?"
"Non lavora più per me, hai il numero sentitici, basta che non venite a casa mia"
"No basta, storia chiusa" dico "ti ho detto che è stato tutto uno sbaglio, era per curiosità.."
"Non è morto ma pagherà" mi dice. Mi sdraio un po' sulla poltrona e alla fine mi addormento.

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