23.

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Stiamo passeggiando da un bel po', ma lo vedo teso, rigido, come se qualcosa potrebbe succedere da un momento all'altro. Cerco di tirarlo su con battute pessime mentre Ezio tira così tanto che penso gli stacchi un braccio prima o poi, ma lui è forte e lo doma parecchio. Lo prendo in giro visto che ha perso alla Wii, oppure ha fatto finta soltanto per farmi vincere un po' su di lui visto che non riesco in nessun altro modo. Sto ridendo come non mai vedendo la sua faccia da rosicone, mi fa ridere adesso, non è più come prima anche se a volte non c'è niente di buono in lui.
Sento staccarmi prepotentemente da lui, due mani con il tocco non proprio delicato mi staccano dalla sua mano. Spalancò gli occhi quando sento qualcosa sulla mia tempia, guardo con la coda dell'occhio e noto che è una pistola, sono terrorizzata.
Sto in silenzio mentre mi tremano le gambe, Kostas si gira come una furia.
"Oh" dice solo perché non capiva cosa stesse accadendo, quasi quanto me. Cerca di avvicinarsi ma l'uomo misterioso si tira indietro, poi parla chiaro.
"Sta fermo o gli sparo." sibila.
"Lasciala, che cazzo fai?" estrae la pistola con un gesto semplicissimo, la punta verso di lui ma si muove molto quindi penso sia difficile tentare di sparare non prendendo me. Ezio abbaia, stavolta non felice ma cattivo, ringhia verso il ragazzo che mi sta tenendo in ostaggio. Guardo Kostas, ti prego aiutami. Non voglio morire, sono giovane, non lasciarmi con questo.
"Lasciami.." sussurro. "ti prego.."
"Mai, adesso vieni con me" mi dice all'orecchio. Mi strattona e mi tira per il braccio con lui, tento di scappare ma è tutto inutile. Mi lamento mi sta facendo male, eppure non prova pietà, neanche un po'. Non è come Kostas che vedendo me sofferente, si ferma e mi lascia stare. Lui è irruento, fa male, penso che tra un po' mi staccherà un polso. Inizia a correre e mi è difficile veramente farlo, perché corre parecchio ed io ho le gambe piccole rispetto a lui che sarà due metri.
Sento muovere le foglie, mi guardo indietro e vedo Kostas con Ezio che ci inseguono.
Tento di scappare di nuovo.
"Se scappi ti sparo" mi dice semplicemente. Punta la pistola dietro e inizia a dare colpi su Kostas e il cane. No, oh. Cosa cazzo fa?
"Fermo" urlo "Vengo con te ma non sparare a loro" dico sentendo imprecare Kostas da lontano.
"Ecco brava adesso si che ragioniamo" mi dice sparendo nel buio del bosco. Mi tappa la bocca e i passi di Kostas non s sentono più. Ti prego non abbandonarmi qui.
Mi tira per un braccio, di nuovo. Dove cavolo vuole portarmi adesso? Cammina stavolta, non mi dice neanche una parola, ma lo seguo, non voglio che mi accada qualcosa e neanche a Kostas e Ezio. Non oppongo resistenza perché lo sento, Kostas è ancora qui, intorno a me. Sono sicura non mi lascerà andare via. Ci affacciamo sull'autostrada, ha pensato a tutto anche lui. Nulla é dato al caso in questa vita. Mi strattona, mi tira dentro una macchina e la fa partire. Ma giuro che quando ho guardato verso il bosco ho potuto riconoscere lui, quell'uomo che mi fa male tanto quanto bene. Non chiedo dove stiamo andando, non chiedo nulla, sto sulle mie, spostandomi da lui, neanche lo guardo. Non voglio avere nulla a che fare con lui. Non so per quanto tempo viaggiamo in macchina ma mi sento morire. Quando la macchina si ferma, lui mi fa uscire contro voglia, mi porta nella sua villa non so in quale parte della città. Non mi tratta bene, mi spinge in camera e chiude, lasciandomi nella solitudine più totale. Penso a Kostas, a quanto comunque mi ha sempre trattata bene, mi ha sempre fatto fare quello che volevo nonostante mi ribellassi un po'. Mi ha chiuso dentro una stanza anche lui, è vero ma i primi tempi, quando volevo a tutti i costi andare a casa. Adesso voglio andare da lui. Penso a cosa sta facendo, se mi sta cercando e spero di vedermelo qui molto presto. Guardo dalla finestra e il tempo passa. Cala il sole e la luna prende il suo posto. È notte ed ancora sono qui, chissà quanto dovrò starci. Non voglio perché quell'uomo mi mette agitazione, ho paura. Non voglio starci. Sento la porta spalancarsi. Lo guardo un attimo e il biondo entra senza farsi troppe domande. Mi gira intorno come uno squalo con la sua preda.
"Fai la regina di questa casa adesso" mi dice squadrandomi.
"No, non farò mai niente per te" dico, tutto ma questo no.
"Sei mia adesso, quindi"
"No" ribatto.
"Oh devi stare zitta, ormai abiti qui" mi dice.
"No, mai. Hai capito mai!"
"Sono costretto ad usare la forza allora" mi dice e si avvicina un po' troppo a me.
"Spostati" metto la mano tra me e lui per non farlo avvicinare.
"Perché? Ti abituerai a stare qui, che tu lo voglia o no, sarai la mia donna.." mi fa una carezza sulla guancia ma gli sposto la mano in malo modo.
"Mai" ribatto.
"Verrai donata, quello non ci è riuscito" mi dice.
"Non parlare di Kostas." dico ma mi spinge sul letto, sulla sua forza non posso fare niente.
"Resterai qui, in questa stanza finché non capirai che questa è casa tua" mi dice strappandomi mezza maglietta. Mi copro subito con le braccia.
"Mai stronzo" mi ribello, di nuovo.
"Vedrai allora, tanto non ti troverà, ora sei mia" mi dice salendomi sopra, mi allarga le braccia di forza e inizia a baciarmi la bocca con violenza.
"No mai, mi fai schifo" dico e sono fuori di me, se non voglio perché devi fare ste cose per forza. Gli sputo, so che è da infami, ma lui è questo, un infame.
La sua reazione non si controlla, mi sono rovinata con le mie mani, mi carica una pizza in faccia che sento friggere tutta la guancia. Si alza e se ne va pulendosi la faccia con la camicia. Inizio a piangere, non voglio stare qui, ti prego fa presto.

~

Li ho rincorsi tutto il tempo finché non li ho persi. Giuro su dio che se lo trovo lo ammazzo. Non gliela faccio passare questa, no. Con una telefonata metto in allerta tutti, la sicurezza, i miei uomini che si sparpagliano in tutta la città in pochi minuti. Ezio è vicino a me che ringhia, cattivo proprio come me. Gli tolgo il guinzaglio non posso stare appresso a lui adesso. La mia pista mi ha portato ad una autostrada, poi non so più un cazzo di niente. Inizio a correre, cercando un qualsiasi indizio che mi riporti da lei, in preda all'ansia, incazzato come pochi. Se lo trovo, se disgraziatamente lo trovo giuro che lo ammazzo con le mie mani. Lo torturo finché non mi implora di smettere e forse neanche così mi fermerò. Non doveva farlo, non doveva sfidarmi, né portarmi via la donna, perché lei è mia. E se solo le ha tolto un capello, allora il peggio di me uscirà fuori. Sta già uscendo, ma me lo risparmio per quando lo troverò, perché si io lo troverò. Ezio corre vicino a me, non scappa. A quanto pare vuole darmi una mano a ritrovare la sua padrona. Il sole sta sparendo e fa spazio al buio, il mio momento preferito per il mio di buio. Continuiamo a cercare, non può essere andato molto lontano, non so dove abiti ma di sicuro è scontato ha portato lei in qualche villa che si è fatto in questo periodo.
D'un tratto Ezio si ferma, penso che stia male e di conseguenza mi fermo anche io.
"Che c'è" gli dico. Annusa nell'aria è abbaia. Non so per quanto abbiamo camminato, tante ore ma più abbaia forte più mi convinco che questo cane meriti fiducia. È notte fonda quando troviamo una pista. Cazzo sta dall'altra parte di Roma, proprio al polo opposto della mia casa, e siamo a piedi, ma poco importa devo salvare Camilla e portarla a casa con me, perché è quello il suo posto, con me. Ezio mi conduce ad una villa, non proprio visibile. Scodinzola nervoso e ringhia. Gli faccio cenno di stare in silenzio, non so come ma lui mi capisce, mi ascolta.
So come eludere la sicurezza, insomma sono o non sono un boss che ha anche di più di tutto questo? Certo che lo sono. Scavalco il cancello e allerto i miei uomini, l'ho trovata. In meno di dieci minuti hanno già circondato la casa, sono ovunque e sto più tranquillo nel caso volesse scappare. Me la pagherà. Operazione riportare la mia fidanzata a casa. E ci riuscirò, ado ogni costo.

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