33.

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Sono stata malissimo questo mese, da quando sono andata via da questo posto. Un po' perché mi mancava da morire e non vedevo l'ora di rivederlo, un po' perché ho avuto dei capogiri, delle nausee che non mi facevano stare in piedi. Il ciclo questo mese mi è saltato, strano arriva sempre regolare, anche se il mese scorso ha fatto un po' come gli pare. Ho deciso di fare un test senza dirlo a nessuno. È risultato positivo, sono incinta, sono incinta davvero. Sono entusiasta, d'altronde lo volevamo. Non so come la prenderà Kostas, il cecchino. Ha colpito ancora ma non vedo l'ora di dirglielo. Sono già qui seduta ad aspettarlo. Me lo fanno vedere e dopo poco lo portano nella stanza delle visite ma sempre separati da quel vetro maledetto che non ci fa toccare. È uno strazio, ma meglio di niente.
"Ciao.." mi dice facendomi un sorriso.
"Ciao" rispondo e lo vedo sempre più trascurato dal mese scorso. Dai non si può tenere un uomo in queste condizioni. Ma che schifo che fanno, porello.
"Come stai?" mi chiede.
"Tu?" gli giro la domanda.
"Te l'ho fatta prima io la domanda, comunque sto così, sempre uguale" mi risponde.
"Mh.."
"Ma tu non mi hai risposto, che c'è che non va?" mi chiede inclinando la testa da un lato è scrutandomi per bene. Mi conosce, lo percepisce che qualcosa di strano c'è.
"Devo dirti una cosa.." mi guardo le mani.
"Dimmi, sto qua"
Inizio a cercare in borsa il test di gravidanza che ho rifatto due giorni fa, per fargli notare che è un mese in più ed è suo ovviamente. Lui si avvicina al vetro con la faccia cercando di capire cosa stia cercando.
"Che succede mi stai preoccupando.." mi dice.
Lo trovo, lo stringo tra le mani e poi glielo appoggio al vetro dalla parte della scritta. Sono incinta di tre mesi. Lui sbanca guardando e riguardando il test.
"Ma che.. Oh..." balbetta.
"Hai rifatto centro.." prendo la mia prima ecografia e gliela faccio vedere indicando il bambino "eccolo qua.." lo guardo, non so se sia contento o no ma guarda.
"Mh.." è rimasto paralizzato.
"Lo ho scoperto dopo pochi giorni che sono venuta a farti visita, ma non potevo dirtelo perché non mi facevano venire..." dico.
"No per me le visite sono una volta al mese" dice meccanico.
"Lo so.." di qualcosa Kostas ti prego.
Si sfrega la barba ormai lunga, apre bocca e la richiude.
"Un bambino.." sussurra.
"Si.. Sta bene, ho già iniziato con le visite, controlli, tutto" dico perché questo bimbo per me è importante, per lui non so, forse si.
"Bene, menomale. Non ti agitare Mh, non fare la pazza che ne risente il pupo" mi dice.
"Ma quale pazza, ti pare"
"Eh ti conosco ci"
"Guarda già un po' si vede la pancia" dico e mi alzo mettendomi di profilo e mi alzo la felpa. Lui mi guarda posso notare un velo di occhi lucidi nei suoi occhi, non so non l'ho mai visto così.
"Si è vero" mi dice e mi risiedo. "bella.."
"Sei contento?" gli chiedo.
"Da morire, lo volevo un figlio con te" mi dice semplicemente ed io mi sciolgo aprendomi in un sorriso spontaneo. "me lo ero immaginato diversamente, però si, sono contento"
"SI anche io, però vabbè, speriamo di trovare una soluzione" dico.
"Speriamo nei domiciliari, tra due giorni c'è il ricorso, può darsi che torno a casa" mi dice ma o che non ci crede più di tanto.
"Mh speriamo, ti aspettiamo tutti con ansia" gli dico.
"Ezio si è calmato un po'?" mi chiede e sono felice che mi chieda anche di lui.
"Insomma.. Purtroppo la notizia di questo bimbo la mia famiglia l'ha presa malissimo, c'è stata una super litigata, sono volate parole pesanti e lui si è impazzito di nuovo, nessuno si può avvicinare a me, gli devo mettere la museruola per uscire" gli spiego che fuori anche è difficile per me, sono arrivata ad una conclusione, separati non ci possiamo stare, stiamo male.
"Mi dispiace averti messo contro la tua famiglia. Poverino Ezio.."
"Eh lo so pero che faccio, mi dispiace lasciarlo da solo in casa" dico.
"No sennò è peggio. Da solo non può stare" mi dice.
"No infatti me lo porto sempre con me.."
"Brava, ma fa pace con i tuoi, cerca almeno.." mi dice ma lo interrompo.
"Non penso succederà mai, io posso capire tutto, che sono la mia famiglia, che mi possono consigliare, ma poi la vita è la mia e nessuno deve giudicare" rispondo. Mi hanno fatto malissimo e non voglio più tornarci li. Non sono ben vista. Già che lui è qui non lo accettavano, ma speravano che lo dimenticassi col tempo. Ora addirittura un bimbo con lui, mi hanno imposto di abortire, mi hanno letteralmente scansata da casa e me ne sono andata. Noi siamo importanti, non lascerò che la galera ci divida.
"SI ma hanno ragione, vedi me e pensi al diavolo" mi dice.
"Non me ne frega niente, l'ho voluto anche io"
"Spero di uscire presto almeno non siamo separati.." mi dice, anche lui la pensa come me.
"Speriamo, mi manchi tantissimo.." gli dico.
"Anche tu" mi dice.
"Mi manca anche litigare" alzo gli occhi al cielo per non piangere, non lo farò mai davanti a lui.
"Pure a me"
"Ti ho portato altre cose.."
"Cosa mh?"
"Vestiti, profumo, dolci" elenco.
"Se me le danno, grazie.." mi dice.
"Hanno liberato alcuni dei tuoi uomini" lo aggiorno.
"Giorgio?" mi chiede, è il suo uomo migliore, come un amico.
"Nono, lui no. Solo i ragazzi della sicurezza di fuori"
"Che cazzi, meglio di niente. Devo pagare io loro cosa c'entrano" sbuffa.
"Hanno fatto una confessione che giova a tuo favore comunque. Hanno detto la verità cioè che non sapevano nulla, come me. Erano incaricati solo della sorveglianza, hanno detto poi come me che in casa non è mai entrata droga, né altro. Infatti le guardie in casa oltre la pistola non hanno trovato nulla, si okay il pc ma chiunque può averlo manomesso ed essere entrato nel tuo server e cambiare tutto no?" dico tutto d'un fiato.
"Mh.. Bene. Non mi hanno tradito"
"No nessuno ti ha tradito dei tuoi, anzi ti saluta Giorgio sono andata a trovarlo.." gli confesso.
"Salutamelo se torni li, digli che lo faccio uscire presto" mi dice ed annuisco.
"Tuo padre sta muovendo i pezzi da cento, manco da novanta, dall'America. Tu non dare di matto, ne niente okay? Non devi rispondere a nessuna domanda se non ai processi,mh" gli dico. Lo voglio fuori di qui. Ho bisogno di lui.
"E guardami, cosa posso fare"
"Stiamo lavorando per te, chiaro?"
"Va bene avvocato, grazie.." mi dice e mi fa un sorrisino.
"Sisi, aspetta che torni a casa, ti faccio un culo come un secchio" c'è l'ho ancora con lui per avermi nascosto un sacco di cose.
"Dopo mh, prima scopiamo" mi dice e scoppio a ridere.
"Eddai, manco a fa così però" rido.
"Ma come no, si, stai buona che c'ho voglia, tre mesi che sto qua, non lo so eh" mi dice.
"Lo so, fatti le pippette" dico.
"Mi faccio male con ste manette, non me le tolgono" sbuffa.
"Porello, neanche una Pippa in santa pace, non si fa così" rido.
"Eh non ho un attimo di privacy, no beh mi trattano molto male, ma non mi piego" si lecca le labbra.
"SI, l'ho visto. Ovvio che non devi farlo"
"Mai non è da me. Non reagisco ma li sfido con lo sguardo"
"Stai buono Rambo" rido.
"Ma che buono, mi tirano le ciotole del pranzo, ma vaffanculo va. La cioccolata l'altro mese mica me la hanno fatta avere eh" mi dice.
"Come no?"
"Eh no"
"Ora te l'ho rimandata, speriamo te la facciano avere. Se non lo fanno la porto condita così vedi che non la mangiano più." dico incrociando le braccia.
"Brava, che donna."
"Ho imparato da te, sei un buon maestro.." gli dico.
"Almeno qualcosa ho fatto, non solo cose brutte" mi dice.
"Anche lei o lui hai fatto"
"SI un mini Manolas. Quando hai la prossima visita?" mi chiede.
"Tra due settimane" rispondo.
"Bene, saprai anche il sesso.."
"Spero, anche che mi passi la nausea" sbuffo.
"Speriamo.." dico anche io. Arriva la guardia, visita finita. "È ora già.. Uffa.. Tra due giorni il ricorso, io ci sarò" gli dico.
"Pure io" risponde e scoppio a ridere. "Se non mi vedi sono quello in prima fila con le manette"
"Va bene" mi alzo "Ah Kostas"
"Dimmi" mi guarda negli occhi.
"Ti amissimo" gli dico tirandogli un bacio.
"Ciao.." mi sorride sincero.
"Ciao"
"Sta attenta, te e lui" mi dice.
"Si tranquillo.." gli sorrido e vado via felice di averlo rivisto e con la speranza che tra due giorni me lo ritrovi di nuovo a casa che presto si allargherà.

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