Ho pianto per tutta la notte, mi sento umiliata e distrutta, sono passati giorni in cui non sono mai scesa. Ambrogio all'inizio mi portava sempre il cibo, ma non mi è mai entrato nulla, ho un blocco allo stomaco, poi ha smesso di venire su col vassoio in mano, non so perché. In compenso, Ezio non mi abbandona mai, è sempre qui vicino a me. Mi dispiace per quello che ha fatto, non me lo merito, mi sta distruggendo dentro. E per fortuna voleva amore da parte mia. Pensa se voleva farsi odiare! Rimango a letto, annoiandomi e pensando forse troppo. A cosa fare, come uscire da qui, come scappare da questo inferno. Con lui è troppo amplificato. Un momento si sta bene, l'altro ti precipita all'inferno.
Salto la colazione, poi mi faccio forza e scendo. Mi guarda, seduto al tavolo. Ha ancora quegli occhi scuri che fanno tremare le pareti.
"Gliela hai fatta, o volevi morire di fame?" mi dice duro. Ora capisco, sicuramente è una tattica per farmi scendere.
"Cazzi miei" rispondo.
"No, sono anche i miei. Mettiti seduta e mangia" mi dice.
"Non mi comandi lo vuoi capire o no?"
"Si. Stai a casa mia, faccio quello che voglio con te" mi dice con una cattiveria unica.
"Non per mia volontà, no."
"Oh non rompermi il cazzo, sennò torna di sopra, chiuditi in camera e basta" sbuffa.
"Sei tu che rompi a me" dico e vado in cucina salutando le ragazze che sono felici di vedermi.
"Tu stai facendo un po' troppo come ti pare in questa casa, mi stai facendo innervosire." sento borbottare dalla sala da pranzo.
"Ancora non è morto, dio si raccoglie tanta brava gente, lui no. Che me lo fai un tramezzino per favore?" chiedo alle ragazze che annuiscono ma sento un fuoco dietro di me, quando mi giro lui è apparso con una faccia da psicopatico, serial killer, che Dio me la mandi buona..
"Che hai detto?" ringhia e mi spinge un po'.
"Quello che hai sentito" ribatto. Sto sfidando il diavolo, lo so. Dovrei stare zitta ma è più forte di me, che ci posso fare.
"Vuoi vedere che dio si raccoglie te eh" si avvicina forse un po' troppo.
Deglutisco e l'istinto mi fa appoggiare al bancone della cucina. Sento con la mano un coltello. Non deve fare così con me, proprio no. Sto impazzendo e mentre lui alza un'altra volta la voce stringo l'impugnatura del coltello e glielo pianto sul braccio.
"Non lo avrai mai il rispetto da me" sibilo. Lui fa una faccia di dolore. Ma cosa sto diventando?? Che cazzo ho fatto? Questo mi ammazza mo, sicuro.
"Sei finita." alza lo sguardo e i suoi occhi sono di un nero che non ho mai visto a nessuno, neanche il cielo prima di un temporale.
"Ringrazia Dio che non te l'ho puntato in petto" dico.
Lui con un gesto semplicissimo, come se non avesse sentito la coltellata, mette una mano dietro ed estrae la pistola dai jeans.
"Hai rotto il cazzo" me la punta "fila in camera" ordina.
"No." mi impunto, ormai tanto vale farla finita "preferisco morire." lo sfido, vediamo se è uomo quanto dice.
Lui mi guarda stringendo i denti, stringe anche la pistola in mano, poi va di là. Tiro un sospiro di sollievo mentre tutto intorno a me per quell'istante si è fermato. Regolarizzo i battiti del mio cuore e Carmen mi passa un tramezzino. Mi siedo a tavola e mangio, in silenzio. Non so perché faccia così, si sarà anche abituato, ma insomma, non lo capisce che non ottiene nulla. Sto dando l'ultimo morso al tramezzino quando sento la sua mano tapparmi la bocca, con un fazzoletto. Un flashback mi riposta a quasi quattro mesi fa. Spalanco gli occhi e respirando quella soluzione, li richiudo, abbandonandomi al mio svenimento.Quando mi sveglio e riapro gli occhi, lo vedo seduto sulla poltrona, davanti al mio letto, leggendo un giornale. Mi muovo ma sono legata, le mani alla testiera del letto e i piedi giù, non riesco neanche a parlare, mi ha tappato anche la bocca. Mi muovo, mugugnando qualcosa.
"Ti fai male, stai ferma" dice senza alzare lo sguardo e gira pagina.
Gli urlo tutte cose incomprensibili, insulti, ogni cosa. Lui alza lo sguardo, si avvicina e mi toglie la benda sulla bocca.
"Cosa stavi dicendo?" mi dice con gli occhi sempre più neri.
"Liberami, che senso ha?" chiedo.
"Stai qui per me. Ora ti scopo, mi darai un erede, poi ci sposiamo, ho deciso" mi dice.
"Che cosa? No! Ti sei rovinato tutte le possibilità, invece di trattarmi come un cane, potevi ottenere lo stesso facendo la persona normale" gli dico.
"Ti tratto come meriti. Tu, sei una stronza, vuoi ribellarti, fare la padrona su di me, quando qui comando io. Ho tutto tra le mie mani e ti posso rovinare con un attimo. Uno solo." mi dice e sale sul letto dicendomi queste cose guardandomi negli occhi, scandendo bene le parole "stai mettendo a dura prova la mia pazienza, potevi giocare meglio sai.." continua strappandomi la maglietta.
"Anche tu fidati, così mi allontani e basta e non lo capisci"
"Non me ne frega niente, tanto di me non ti importa" mi dice strappando anche i leggins "quindi si fa a modo mio. E non fare come l'altra volta che non vieni, perché sono capace a scoparti tutta la notte." mi dice con un luccichio strano negli occhi. Forse ne è capace sul serio.
"Come può importarmi di una bestia del genere?" dico con un filo di voce.
"Te lo faccio dire con la ragione"
"Smettila, liberami" dico mentre inizia a toccarmi in mezzo alle gambe. "puoi anche consumarmi ma in questa situazione non vengo, non mi eccito è chiaro?" gli dico.
"Così mi dai un'altra coltellata vero?"
"No.. Almeno i piedi" lo prego.
"Per prendermi a calci?" è malfidato, non si fida di nessuno, lo avevo capito.
"No.." cerco di essere convincente, anche se lo sono, voglio solo che la smetta.
Si alza un po' e mi slega prima una caviglia e poi l'altra. Li roteo, lui si mette tra le mie gambe, lo guardo, cosa vuole fare? Mi strappa le mutande.
"Quando inizierai ad essere gentile con me, mh.." sussurro.
"Mai. Visto che sono una bestia, mi comporto da tale, sono così realmente" dice.
"Non capisci proprio.. Hai bisogno di farmi male eh?" gli chiedo.
"Me lo chiedi tu" mi spiazza.
"Io? Ci sono venuta sempre con te, poi ti inizi a comportare male, mi fai male, mi metti le mani al collo, mi punti la pistola, ti pare normale eh?"
"Fai l'ingrata, neanche tu ti comporti bene con me. Parliamo allora della coltellata che mi hai dato eh, quella neanche la nomini"
"E una cosa diversa, l'ho fatto per difesa, perché mi tratti malissimo, neanche fossi un oggetto" tento di spiegare.
"Perché tu mi tratti bene vero? Mi dici le peggio cose. Tu fai quello che ti dico io. Mi darai un figlio e mi sposerai, chiaro?" mi urla quasi sulla bocca.
"Stai superando ogni limite, si poteva vivere diversamente visto che un po' ci eravamo avvicinato, e stavamo sicuramente meglio di adesso.."
"Ma quando? Perché stavi ubriaca e mi hai dato due bacetti?"
"Con te ci venivo di mia spontanea volontà, non serviva che facevi questi o sfondarmi hai capito?" urlo anche io.
"Certo, non ci stava altra scelta. Ci venivi o ci venivi, semplice" mi dice "non hai mai preso iniziativa di un cazzo"
"Mi piace il sesso con te, lo facevo volentieri, invece hai rovinato tutto, neanche lo hai considerato che comunque io ho un ragazzo.."
"Non mi interessa" mi interrompe.
"Tanto con te è fiato sprecato, non venirmi a dire nulla che non ti parlo però"
"Io vedo questo. E per due bacetti da ubriaca mi dici che ci siamo avvicinati? Mi hai mai toccato? No. Ti sei avvicinata? No. Mi hai mai scopato di tua volontà? No." mi dice.
"Sono confusa cazzi. Non è facile. Da che stavo con lui mi sono ritrovata qui con te. Prova a capirmi" lo guardo esausta.
"Non voglio capire"
"Sbagli, perché sto cercando di spiegarti le cose, nonostante tutto, dovresti apprezzare.." lo guardo.
"Si, scopiamo poi? Per te sono una bestia, dillo a me invece di farlo con Ambrogio. Dimmelo in faccia che ti faccio schifo. Dimmelo di nuovo che vuoi andare via, che stavi pensando di prendermi per il culo per andare via. Io non sono stupido, hai capito? Ho provato a fare il gentile con te." mi dice sempre con voce alta.
"Questo comportamento non è normale. Impara a rispettarmi ed io lo farò con te. Le mani al collo non si mettono.." dico.
"Si mettono se non fai come dico io. Ti ho chiesto di rispondere dieci volte. Io con te ci faccio quello che voglio, perché sei mia ora, chiaro?" mi dice.
Scuoto la testa sconsolata. Sono triste e spenta. Non volevo arrivare a questo, non volevo questa situazione, affatto. Volevo una convivenza normale, se proprio dovevo stare qui. Lui è soddisfatto lo vedo dal ghigno che fa. Inizia a baciarmi e mordermi il collo. Cosa cazzo ho fatto di male io?
Chiudo gli occhi e qualche lacrima scende dai miei occhi, come può farmi questo?
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GANGSTER🔫
Fanfiction«Cosa vuoi?» «Voglio che tu mi ami, solo così potrò lasciarti alla tua libertà» #1 in Thriller 2/10/2020 Autrici: Sara&Camilla