Mi vengono a chiamare, mi portano fuori, sempre stringendo le loro sudice mani sulle mie braccia. È un mese che non ho notizie di nessuno. Ma quando mi spingono nella stanza delle visite, il mio mondo si illumina. Lei è già seduta dalla parte opposta del vetro, sta lì e mi guarda. So che non sono come lei sperava, trasandato, i capelli e la barba più lunga, trascurato, ma lei mi mette di buon umore, non vedevo l'ora di vederla.
Mi siedo.
"Ei.." mi dice.
"Ciao.. Quanto sei bella" le dico. Lei mi guarda.
"Come stai?" mi chiede.
"Così" faccio spallucce.
"Ti ho portato un po' di cose, le stanno controllando, dopo te le danno" mi dice sorridendo.
"SI? Va bene, grazie. Che mi hai portato?" chiedo curioso.
"Vestiti, cioccolata, sigarette, biscotti e delle foto.." mi dice maliziosa.
"Foto tue?"
"Dopo le vedi, mh" dice e annuisco perché capisco che si sta vergognando "prima non mi hanno fatto venire.." continua come se volesse chiedermi scusa se non è venuta prima.
"Non ti preoccupare, lo so. Tu come stai?" le chiedo, non deve essere facile per lei li fuori.
"Sto. Hanno rilasciato Ambrogio e loro del servizio in casa" mi dice e sono più sollevato, è colpa mia, loro non c'entrano nulla. "sono stati una settimana da me, alcuni si sono cercati casa, lavoro e si sono sistemati" mi informa.
"Certo, sono contento" dico.
"Mhmh, Ezio è rimasto traumatizzato. Ogni volta che suonano si scaglia contro la porta, ringhia cattivo, fa il panico.." mi racconta.
"Poraccio, mi dispiace, ho fatto un macello" dico sentendomi sempre più in colpa di come sto.
"Eh un po' si.. Comunque ti salutano Alessio e Gianmarco" e mi dice altri nomi di quelli che si sono legati un po' di più a me. Le dico di ricambiare il saluto quando li vedrà. "c'è una cosa però che non mi convince.." dice pensierosa.
"Tipo?"
"Quando saprò di più ti dirò.." mi dice.
"Va bene, tanto sto qui, non mi muovo"
"Lo so, purtroppo. Comunque ho sentito il tuo avvocato, vuole fare ricorso e combattere per i domiciliari" mi informa.
Sorrido e scuoto la testa.
"Non me li daranno mai" dico.
"Vediamo. Che è non vuoi tornare a casa e essere strillato? Hai paura?" mi dice.
"Di chi? Di te?" annuisce "no, no. Voglio tornare a casa, farmi una doccia come si deve, un letto normale!"
"Puzzi si, lo sento con tutto il vetro" ride "devi farti anche la barba, i capelli, sembri uno zingaro" mi dice.
"Non me la fanno fare, decidono loro quando" rispondo.
"Vabbè dai quando non ti si vedrà più, si decideranno. Sembri cugino it, quello degli Addams" continua a ridere. La sua risata era la cosa che mi mancava di più.
"Peggio, sembro quei cani tutti pelosi che assomigliano ad una pecora" dico e lei ride ancora di più, la amo, da impazzire, anche se non glielo ho mai detto e forse non lo farò mai.
"Ora a ballare ci posso andare, tu stai qua, non mi controlla nessuno.." mi dice.
"No." la guardo male.
Lei mi sorride, un sorriso che ho visto poche volte sul suo viso, ma che mi scalda il cuore.
"Mi manchi da morire.." mi dice.
"Anche tu" rispondo. È la verità.
"Speriamo ti danno i domiciliari.. Almeno ti ho a casa.." mi dice malinconica.
"Spero, domani ho l'incontro con l'avvocato, vedremo"
"Tanto poi lo chiamo" mi dice.
"Dio quanto ti voglio toccare" di un cazzottino al vetro.
"Lo so, non si può.." dice e mi rattristo, la stringerei così forte da non lasciarla più andare "lo faremo presto, sta tranquillo.."
"Lo spero, almeno a farci vedere senza sto cazzo di vetro!" sbuffo.
"Eh lo so, queste sono le regole. Ora te le danno loro, non sei più tu a darle. Brutto vero? Riesci un po' a capire come mi sentivo io reclusa in quella casa?" mi dice. Deve averle fatto malissimo.
"Un po' si.."
"Vedi il karma" ride di gusto. So che sta sdrammatizzando, lo so che non vede l'ora che esca da questo posto di merda.
"Già.." dico, ma prima che possa finire la frase arriva l'agente che ci dice che l'orario di visite è finito, i visitatori devono andare via.
"Devo andare.." mi dice "Ci vediamo presto, sta tranquillo tu.." mi dice.
"Si.."
"Ti amo" mi tira un bacio.
"Stai attenta mh.." riesco solo a dirle.
"Sempre"
"Brava.." le sorrido, mi saluta con la mano e va via, mentre mi riportano dentro, in quella cella buia e umida, da solo.
Mi chiudono la cella alle spalle e sono di nuovo solo, ma con la forza di lottare perché lei mi sta aspettando fuori, dopo un mese è ancora qui, a lottare con me.
Aspetto le cose che mi ha portato che non arrivano, niente foto, niente sigarette, niente cioccolata. Me lo aspettavo, visto che mi hanno messo anche le mani addosso, figurati se mi davano una barretta di cioccolato.
Me lo segno mentalmente.
La penso tutto il resto del giorno e della notte, attraverso la finestra della mia cella, le mando la buonanotte, sta tranquilla, io e te, staremo insieme per sempre.Il giorno dopo il mio avvocato viene a farmi visita. Parliamo di come è complicato adesso ottenere i domiciliari, ma che proveremo un ricorso. Gli do il via libera, devo tornare a casa, dalla mia metà. Penso a come sarà quel giorno, esattamente un mese dopo dalla sua visita, spero davvero che vada tutto per il verso giusto, ma so già che sarà no difficile ma quasi impossibile che esca fuori di qui. Vedremo, io sono forte e non mi farò mai scalfire da nessuno, se devo stare qui ci starò, in silenzio ma segnandomi tutto.
È di nuovo giorno di visite però, mi preparo mentalmente anche se non so se la vedrò, o meglio, se me la faranno vedere. Dopo un bel po', vengono a prendermi. È arrivata e dal vetro della porta la vedo, già seduta che aspetta me e gioca con una ciocca di capelli. Sorrido, ha qualcosa di diverso che la rende più felice del solito, tra poco lo scoprirò.
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Oggi è San Valentino per questo più tardi pubblicherò un altro capitolo, così allieteró, spero, la giornata per noi single.
Quindi a più tardi❤️❤️
E buon San Valentino a tutti gli innamorati, fidanzati o a chi ama qualcuno ma non è corrisposto, loro sono i più forti. ❤️
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GANGSTER🔫
Fanfiction«Cosa vuoi?» «Voglio che tu mi ami, solo così potrò lasciarti alla tua libertà» #1 in Thriller 2/10/2020 Autrici: Sara&Camilla