37.

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Il nuovo processo è stato fissato ad oggi. Mi vengono a prendere, come sempre senza togliermi le manette. Guardo la guardia che mi sta prendendo. Abbassa lo sguardo, forse ha paura dei miei occhi infuocati. Mi scorta o verso la macchina mentre alcuni detenuti invocano il mio nome. Arrivo fuori il tribunale, un po' d'aria fresca invade le mie narici e mi fa sentire di nuovo vivo. Salgo sentendo in me il mostro potente che vuole uscire, che vuole vendetta e che prima o poi, la avrà. Entro nella stanza di tribunale e vedo Giorgio seduto ai banchi con mio padre, mia madre e alcuni della servitù. Camilla non c'è, evidentemente è vero che si è rifatta una vita, d'altronde dopo tre anni in cui sono mancato non potevo chiederle di aspettarmi. Sarei stato un egoista, ma speravo lo facesse, che in cuor suo capisse che avevo bisogno di lei. Non c'è e ai processi era sempre seduta in quel posto all'ultima fila. Eppure oggi mi ha lasciato solo, aggrappato all'ultima speranza per la mia libertà. Mi siedo vicino al mio avvocato. Accendono il mio microfono e il giudice inizia a farmi sempre le stesse domande a cui rispondo con sempre le stesse risposte. Dura ore il processo, come se volessero farmi tentennare ma no, stavolta non ci casco e quando il mio avvocato fa per parlare, lo fermo, adesso parlo io. Nessuno si fa sfuggire niente, nessuna minaccia di morte, nessun terrore ben in vista ma li vedo che stanno tutti con il labbro che trema, come se da un momento all'altro possa esplodere. E ci sto pensando mentre si riuniscono e tornano nelle varie postazioni per dirmi cosa cazzo devo fare. Non mi guardano neanche negli occhi, il che è un bene, si vede che hanno paura di me, della mia famiglia che è numerosa. Poi il giudice parla ed è come se fosse una nuova vita per me.
"L'imputato è assolto da qualsiasi pena, lo dichiaro innocente." batte il martelletto e subito una guardia scatta per togliermi queste manette fastidiose. Mi ricorderò di tutti quelli che mi hanno trattato di merda. Mi ricorderò di tutto quello che hanno fatto, di mio figlio che non ho mai visto, di quello che mi sono perso.
"Voglio i miei effetti personali, subito." ordino e mi ritrovo sul banco in meno di un secondo telefono, portafoglio e chiavi della macchina.
Li prendo e sposto le guardie per passare, perché veramente sono incazzato nero. Raggiungo gli altri alla fine della fila, quasi verso la porta.
"Signore" dice Giorgio.
"Eccomi" dico e mia madre mi abbraccia stretto. Mio padre mi da una pacca sulla spalla a dimostrazione che noi affetto e contatto zero. Mi dice all'orecchio che si aspetta da me che prenda provvedimenti. Non ti deluderò, né ho già in mente alcuni. Usciamo da lì, saliamo in macchina e me ne torno a casa mia, finalmente non più sotto sequestro. Entro subito in doccia e mi lavo come non facevo da tempo. Solo che il pensiero di non aver visto Camilla li per me mi uccide. Mi infilo un jeans e una camicia perché finalmente posso fare come voglio. Mi vanno un po' larghi ma rimetterò su qualche chilo. Vado di là e subito mia madre inizia a parlare di mia figlia che a quanto vedo è la luce dei suoi occhi.
"Ah è una femmina?" dico stupito. Sono padre di una femmina.
"Si, è una femminuccia, ha due anni, è bellissima Ko" mi dice.
"Si ho tenuto il conto, qualcosa so. Ma lei non è più venuta, ho saputo che ha un altro, quindi. Oggi neanche c'era" dico sprofondando sul divano.
"Ti somiglia tantissimo. Un altro? Ma che dici?" mi dice mia madre.
"Si. Così mi hanno detto"
"No Kostas fidati, andiamo tutti i giorni, lei vive con le tue ex domestiche"mi dice.
"E perché non c'è più venuta a trovarmi? Non ho ricevuto più un cazzo, manco un biglietto, niente" alzo la voce.
"Perché non l'hanno fatta entrare Ko.. Non ci hanno fatto entrare a nessuno, lei ogni giorno di visita stava la fuori, gli dicevano sempre di no, che non avevi diritto a visite e la mandavano via. Ce l'ho portata anche io Kostas, non ti dico bugie.." mi dice mia madre, lo sa che sono ferito ma se questa è la verità allora devono pagarla.
"Se è come dici io me li mangio tutti. Gli faccio passare una tragedia."
"Pure il giorno prima di partorire glielo ha chiesto, fatemelo vedere, niente. Ci siamo tornate con la bambina appena nata, niente.."
"Perché oggi non c'era?" le chiedo.
"Non sa niente.." mi dice.
"Dove sta? A lavorare?" me la guardo.
"Si, tra poco va a casa.." mi dice. Guardo Ambrogio e i miei uomini che con un gesto della mano sono di nuovo al mio servizio.
"Vado là"
"Non lavora più li, l'hanno mandata via appena hanno saputo di te e del tuo arresto" mi dice.
"Si eh, Giorgio segnalo, segnali tutti" dico. Lui mi guarda con un ghigno non vedeva l'ora di tornare al mio servizio e segna mentalmente in agenda quello che poi faremo. Mia madre mi spiega dove lavora, è un amico di famiglia, un mio amico che l'ha accolta come una sorella. Bene.
"Portami là" dico a Giorgio che annuisce. Usciamo, saliamo in macchina e lui parte, spingendo l'acceleratore, non vedo l'ora di vederla.
"Bentornato Kostas" mi dice.
"Anche a te" gli do due pacche sulle spalle.
"Tua figlia mi mena come fai tu" mi dice ridendo.
"Fa bene.."
"Non le abbiamo mai lasciate sole, Kostas, mai. Appena sono uscito sono stato sempre con loro. Io e la squadra" mi dice.
"So che non mi avete tradito"
"Mai Kostas, piuttosto ci morivo li dentro" mi dice d mi fa sorridere.
"Sei un uomo d'onore"
"Solo che tra tua figlia che mi morde e il cane sono livido" mi dice.
"Ti darò qualcosa per te e la tua famiglia, te lo meriti" dico, so anche essere generoso si.
"Ma va smettila" mi dice.
"Shh, sono io che comando non tu. E giusto che tua figlia abbia bisogno di un padre e di stare bene. Per cui, tu hai fatto un piacere a me, io lo faccio a te. E non si discute" dico.
"Alzo le mani tanto con te non si discute, ti ringrazio" mi dice.
"Corri però sbrigati" gli dico, ho la smania. Mi sono anche messo il profumo ceh.
"La vuoi rivedere eh"
"Eh beh.."
"Comunque non ha nessuno. Fa lavoro casa. Se esce va a cena o al centro commerciale ma sempre con noi o qualche amica che le è rimasta, ma sempre con la piccola, quindi sta tranquillo.." mi dice.
"Qualcosa mia madre mi ha detto. Mi fido, mh"
"Lo sai non ti mentirei" mi dice ed io mi fido sul serio di loro.
Accosta dall'altra parte del bar. Scendo e mi sistemo i capelli sulla mia immagine riflessa nel finestrino.
"Ma vuoi sbrigarti?" ride Giorgio. "se fa pure bello"
"E smettila coglione" dico, lo mando a cagare e attraverso la strada, faccio un respiro profondo ed entro al bar.

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