Sto lavorando come sempre per distrarmi dalla mancanza di Kostas, anche se non avrei bisogno di lavorare, ma voglio farlo. Oggi è una mattinata come tante, intensa, con molta gente e non so a chi dare i resti per la gente che entra e mi chiede cose improbabili. Mi sono rassegnata al fatto che Kostas non tornerà mai più, ma lo aspetto, in silenzio, senza sapere più niente perché non voglio illudermi. Appena i suoi genitori cercano di dirmi qualcosa li ammonisco e cambio discorso. La mia vita è fatta di mia figlia e del pensiero costante a lui, suo padre che non la ha mai vista e non so se la vedrà mai. Mi distrugge questo pensiero ma è così. Guardo l'orologio appeso alla parete davanti al bancone tra due ore finisce il mio turno e andrò a casa da quella pulcetta che mi fa sciogliere ogni volta che la guardo perché mi ricorda lui, è identica. Ci sono tornata anche ora nei giorni di visita ma hanno sempre negato il mio accesso. C'è calma adesso, visto che è quasi mezzogiorno e la gente che deve fare colazione si è calmata. Mi prendo una pausa di due minuti fantasticando sulle mie esperienze passate, a pensare come fosse stato se noi tre stessimo ancora insieme. A che padre sarebbe, a come si rapportasse con sua figlia. Sento la porta aprirsi e forse un colpo al cuore, forse perché me lo sono immaginato per troppo tempo, credo di vedere lui, Kostas. Rimango impietrita, il cuore si ferma, poi rinizia a battere forte. No, non può essere una allucinazione. Non può essere lui, cazzo. Lo guardo senza staccargli gli occhi da dosso. Il mio principale, suo amico gli fa un cenno di capo, un mezzo inchino. E lui gli fa un cenno.
"Ma buon giorno, che è manco mi saluti adesso, mh" mi dice. La sua voce, è lui, dopo tanto tempo lo sento di nuovo.
"Tu.." mi esce soltanto.
Lui si avvicina a me, è lui si, è reale, non sto sognando.
"Io.." mi dice e mi mette le mani sul viso, sulle guance, era da tanto tempo con mi toccava nessuno, tantomeno lui. Con un gesto d'istinto porto le mie mani sulle sue.
"Come hai fatto ad uscire.." sussurro con gli occhi lucidi.
"Assolto, mi hanno rilasciato loro" risponde.
Rimango zitta soltanto guardandolo, poi apro bocca non mi so trattenere.
"Ti ho pensato ogni secondo della mia vita.. Ho cercato di vederti ma mi hanno detto che non volevi più vedermi, che non potevi ricevere visite.." dico.
"Lo so, me lo hanno detto adesso. A me hanno detto che avevi un altro, pensavo ti fossi dimenticata di me.." mi dice sempre con quell'espressione da duro ma che si scioglie ogni volta che mi vede, con me è diverso l'ho sempre pensato.
"Mai. Ci sono venuta il giorno prima di partorire, ci sono tornata appena uscita dall'ospedale, niente.." dico.
"Me lo ha detto mia madre, tranquilla, me lo ha detto anche Giorgio" mi dice. Esco dal bancone in fretta e lo abbraccio fortissimo. Lui mi prende in braccio è questa la mia casa, è lui il mio posto sicuro.
"Mi sei mancato da morì"
"Pure tu" mi bacia ovunque riesca ad arrivare con la bocca. Lo stringo forte perché non voglio lasciarlo mai più. "Sto qua non me ne vado più" mi dice e gli credo.
Gli prendo la faccia e lo guardo negli occhi.
"Non ti dimenticherei mai, hai capito? Mai. Ti amo come il primo giorno" me lo bacio tutto perché mi è mancato il suo profumo, la sua voce, i suoi capelli e i suoi ordini, tutto mi è mancato anche quando faceva il gradasso e mi imponeva le cose. Lui mi bacia finalmente dopo più di tre anni, fa scontrare la sua lingua con la mia e ricambio, mi sbatte quasi contro il bancone per la foga che ha, lo capisco che non tocca una donna da molto tempo ed ho un po' di timore per quello che mi farà ma non vedo l'ora, lo giuro. Si stacca lui per primo, quando sento i brividi lungo tutto il corpo ma so già che è perché stiamo comunque in un luogo pubblico. Fossimo stati a casa mi avrebbe spompata lo so.
Mi bacia a stampo.
"Sono felicissima, giuro" dico.
"Pure io, ora voglio conoscere la pupa, sto fremendo. Ed Ezio poverino è una vita che non lo vedo, neanche mi riconosce più" dice.
"Ma si che ti riconosce. Adesso andiamo, tanto sto per staccare"
"Mhmh.." mi dice.
"È uguale a te lei" dico in fondo è la verità.
"Si eh, Giorgio ha detto che gli mena"
"Si mena a tutti, è una vandala. Spero che il nome ti piace.." dico.
"Giusto il nome! Con tutti sti cazzi, avrei tremila domande ma me ne sono dimenticato" mi dice "quale le hai dato?"
"L'ho chiamata Ginevra.." dico sperando che non gli faccia schifo.
"Bello.."
"Davvero?" chiedo inclinando la testa da un lato. Annuisce "Oh menomale non sai che ansia guarda" mi rilasso.
"Ma va mh, fosse stato quello il problema, Ginevra è carino" mi stringe ancora a lui come a non volermi lasciare mai più e ne sono felice.
"Allora andiamo, così la conosci.." dico.
"Si dai, sto fremendo. Tanto Giuseppe capisce, no?" dice e si guarda il mio principale che gli fa un mezzo inchino con la testa. Ci dà il via libera e corro a cambiarmi. Quando usciamo mi dice che la macchina con Giorgio ci aspetta fuori e non smette di toccarmi. Entriamo in macchina.
"Eccoli, bentornati" ci accoglie Giorgio.
"Si è tornato" urlo felice di quello che vedo e partiamo.
"Si, per sempre" mi dice Kostas ed intreccio la mano con la sua. È lui la mia pace. Lo vedo un po' teso, forse è per la bambina ma sono stra convinta che vada tutto liscio. "Non ci separano più, costi quel che costi" dice e mi stringe la mano.
Me la sfiora col pollice ed io poggio la testa alla sua spalla. È casa mia, finalmente tornata per scaldarmi. Mette la testa sulla mia.
"Sei contenta mh" mi dice.
"Moltissimo" dico sincera.
"Meno male, si ritorna alla vecchia vita, finalmente. Ti ha rotto le palle la gente?" mi chiede.
"Un po', dove lavoravo prima mi hanno cacciata.." dico.
"Lo so, ho saputo, non ti preoccupare c'è anche per loro" mi dice come se stesse già pensando alla sua vendetta e devo dire che mi piace, mi piace il suo modo di proteggermi.
"I miei anche non ti credere.." dico.
"Non son ovenuti a vedere la piccola?"
"Ma due volte forse.." dico e lui sembra pensieroso "Pure tutti gli amici di prima non ci stanno più eh, sono pochi quelli rimasti, nel momento del bisogno sono spariti tutti" dico.
"Immaginavo, come sempre"
"Io posso dirti che Carmen ed Alessia vivono con me, stravedono per Ginevra, lui non ci ha mai mollato, gli altri ragazzi pure" dico perché è giusto che lo sappia.
"non siamo mai state sole"
"Me lo ha detto, infatti sono tutti riassunti. Beh quello volevo. Non vi dovevano mai lasciare perché ho immaginato che saresti rimasta sola" mi dice.
"E non lo hanno fatto" dico sorridendo perché nonostante questa cosa è male, lui si è circondato di persone che morirebbero prima di disobbedire.
Giorgio parcheggia a casa. Lui deglutisce.
"Eccoci, sei pronto?" chiedo.
"Ho un magone.. Pensa se non le piaccio.." mi dice, sembra così vulnerabile a volte.
"Ma ti pare, certo che le piaci." dico. Scendiamo ed apro la porta di casa. Lui è dietro di me.
"Ginevra, Ezio!" li chiamo e lui deglutisce. Finalmente tutto quello che ho sperato in tre anni sta per diventare realtà.
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GANGSTER🔫
Fanfiction«Cosa vuoi?» «Voglio che tu mi ami, solo così potrò lasciarti alla tua libertà» #1 in Thriller 2/10/2020 Autrici: Sara&Camilla