→I'ɱ ʂσɾɾყ←

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«Ma che ti è successo al labbro?»

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«Ma che ti è successo al labbro?»

Ero di pessimo umore.
La fantastica chiacchierata avuta con Jungkook, unita al dolore al labbro, non mi avevano fatto chiudere occhio. Quello stupido ragazzino spocchioso.
Se avessi avuto più muscoli di sicuro lo avrei preso a schiaffi finché uno dei suoi neuroni non avesse iniziato a funzionare.

Sapevo di averlo stuzzicato e non potevo nemmeno definirmi un angioletto, dato che anche io ero piuttosto stronzo quando mi ci mettevo, ma non avevo mai alzato un dito su nessuno. Mai.
Davvero mi ero meritato quel pugno?

Sospirando, scacciai con delicatezza la mano di Hoseok dal mio viso, voltandomi nella direzione opposta. Non avevo nemmeno pensato ad una scusa plausibile da usare, fantastico. Eppure non avevo la forza di mentire. Ero stanco, arrabbiato e, in qualche modo, anche triste.

«Mi hanno colpito ma non domandarmi chi o dove. Possiamo semplicemente ignorare il tutto?»

Sotto il mio sguardo supplicante, il moro aveva ceduto, stringendosi nelle spalle, eppure sapevo che, prima o poi, la questione sarebbe ritornata.

«Senti Tae, riguardo il barist-» iniziò il mio migliore amico, senza però riuscire a terminare la frase, dato che la voce di Jason, il meraviglioso bullo omofobo, arrivò in lontananza, interrompendola a metà.

«Ma guardate chi abbiamo qui, il piccolo succhiacazzi biondo. Oggi non c'è Jeon a proteggerti?»

Sia io che Hobi ci voltammo verso quello che sembrava essere l'amico di Jungkook, ora schiacciato contro il muro d'entrata, con sguardo terrorizzato.

Più volte quel cavernicolo di Jason Lee mi aveva rivolto battutine e frecciatine per nulla simpatiche, ma non mi ero mai tirato indietro dal rimetterlo al suo posto, beccandomi anche degli spintoni. Non avrei mai abbassato la testa davanti certi individui... Cosa che invece stava facendo Jimin.
Quel poverino era fin troppo delicato per ribattere.

Jason si limitava a deriderlo alle spalle con il suo gruppetto, sapendo bene che avrebbe perso, in quanto forza fisica, contro Jungkook ma ora che il biondo era da solo, niente gli impediva di divertirsi.
Testa di cazzo.

«Tae! Ma dove vai?!»

Ignorando i continui richiami del moro, mi parai davanti al ragazzino indifeso, dando uno spintone al bullo e mantenendo un'espressione del tutto indifferente.

Invece, sul suo viso, crebbe solo un ghigno più che inquietante ma che non mi spaventava minimamente. Poteva anche essere il doppio di me, ma il mostrarmi sicuro sapevo che lo portava a vacillare; i suoi insulti non mi avrebbero mai scalfito.

Back to you // KooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora