→I ԃσɳ'ƚ ƙɳσɯ ɯԋσ ყσυ αɾҽ αɳყɱσɾҽ←

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Non capivo come il mondo potesse essere così crudele

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Non capivo come il mondo potesse essere così crudele. Come potesse andare avanti anche se io ero così distrutto. Così senza vita.

Non pretendevo che tutti smettessero di vivere solo perché lo avevo fatto io ma speravo che una sola persona, lo facesse. Almeno per mostrare un po' di rispetto nei miei confronti, nei confronti dei miei sentimenti... Ma non era successo.

Da quello che mi diceva Hobi, Jungkook si presentava normalmente ai corsi, seguendo le lezioni e gironzolando con il suo gruppetto per il campus. Gruppetto di cui Jimin aveva deciso di non fare più parte.

Dopo il ballo, mi aveva chiamato, sostenendo di aver visto il suo migliore amico in lacrime ma che non si decideva a dargli una spiegazione e, così, fra i singhiozzi, gli avevo raccontato tutto. Di come fosse finita.

E lui si era arrabbiato.
Si era arrabbiato perché il corvino continuava a scappare da qualcosa che avrebbe potuto solo farlo stare meglio.
Nemmeno a lui andava a genio la maschera che indossava all'università, fingendo che tutto andasse bene quando, a parole sue, Jungkook crollava ogni giorno di più senza di me.

Ma avevo smesso di credergli.

Mi ero fatto abbindolare dalle parole di Jimin già qualche settimana prima ma adesso ero esausto.
Mi era stato detto in faccia, guardandomi negli occhi, che non avrei potuto salvarlo... E proprio dal corvino stesso.

Era abbastanza.

Ci avevo provato a rincorrerlo, a non mollare, a ricordargli che insieme eravamo più forti ma lui preferiva non sentire.
E allora avrei mollato la presa.
Avrei dimenticato Jeon Jungkook, in un modo o in un altro.

Mi ci vollero tre settimane per arrivare a questa conclusione.
Tre settimane in cui non avevo fatto altro che rimanere a casa, cercando un modo di rimettere insieme i pezzi del mio cuore, da solo.
Non permettevo più nemmeno ad Hobi e Yoongi di consolarmi. Stavolta, mi sarei rialzato da solo.

Così, ventuno giorni dopo la festa di carnevale, uscii di casa per tornare a vivere o, almeno, a provarci.

Eravamo a marzo.
La primavera sarebbe arrivata anche per me, con o senza il mio piccolo, indelebile, ora lontano, Koo.

❅❅❅

«Il tuo compleanno?»

«Sarà tra qualche giorno e pensavo di fare un pigiama party, solo che...»

«Non te la senti di dirlo ad Hobi» conclusi per lui, addentando un pezzo di torta al cioccolato, fissando il menta negli occhi.

Alla fine, dopo avermi raccontato di come era andato il ballo, per lui, mi aveva trascinato nella parrucchieria della zia di Jimin per tingerci insieme i capelli.

Sosteneva che con il nuovo mese avremmo dovuto rinascere; perché lui aveva capito i suoi sentimenti e io... Beh, io stavo provando a vivere senza un certo ragazzino.

Back to you // KooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora