→Uɳƚιʟ ƚԋҽ ҽɳԃ σϝ ƚιɱҽ←

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Era ormai un mese che io e Jungkook stavamo insieme ed era ormai un mese che quella recita con Sejin andava avanti

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Era ormai un mese che io e Jungkook stavamo insieme ed era ormai un mese che quella recita con Sejin andava avanti.

Era inutile mentire: mi pesava e un po' mi faceva anche stare male ma, almeno quel giorno, non volevo pensarci.
Volevo concentrarmi solo sulle emozioni positive che quel ragazzo bellissimo mi faceva provare.

In tutta sincerità, da quando avevo capito cosa provavo per lui, non avrei per niente scommesso su una durata così lunga. Non che mancasse l'affetto fra di noi ma, proprio come aveva detto Jungkook stesso, eravamo sempre stati un casino.

C'erano così tanti aspetti delle nostre personalità che collidevano ma altrettanti che si incastravano alla perfezione.

Ero sempre stato una di quelle persone convinte che, a volte, il semplice amore non basta, perché, per quanto tu tenga ad una persona, se le circostanze non sono favorevoli, allora tutto è destinato a finire.

Soobin ne era stato un esempio.

Avendo passato molto tempo insieme, in queste settimane, durante le pause pranzo, mi aveva raccontato di come lui e il suo ex fidanzato si fossero dovuti lasciare a causa di tanti, troppi, problemi.

Per tutto il tempo avevo continuato a sperare che tra me e Jungkook non accadesse lo stesso.

Perché il nostro incontro era capitato in un momento perfetto: il momento in cui il castano stava iniziando ad avere qualche dubbio, seppur nascosto, sulla sua sessualità.

Ero stata la persona giusta al momento giusto.
Ma, proprio per questo, sembrava che il destino ci stesse punendo per essere stati tanto fortunati.

Perché Jungkook aveva un padre omofobo.
Perché Jungkook non aveva del tutto sotterrato le sue paure.
Perché Jungkook ancora non accettava del tutto il suo essere "diverso".

E poi c'ero io.

Io che mi sentivo triste perché non voleva esporsi.
Io che mi sentivo egoista perché desideravo che lo facesse.
Io che facevo l'ipocrita, dicendogli che andava bene così.

Era tutto un casino.

L'unica cosa che mi permetteva di andare avanti in quella recita era il pensiero che, prima o poi, il mio ragazzo sarebbe stato pronto ad uscire allo scoperto.
Perché mi amava ed era ciò che contava.

Con quel pensiero in testa, ripetuto come un mantra, aprii la porta di casa, dopo una stancante giornata di corsi. Non avevo nemmeno visto il castano per tutto il giorno... Che mesiversario di merda.

Non me l'ero sentita di mandargli un messaggio per ricordarglielo; magari, per lui, non era una cosa importante. Infondo sapeva che non fossi un tipo romantico, quindi andava bene così.

Ciò che assolutamente non mi aspettavo fu di ritrovare il corridoio di casa coperto di petali di rosa.

Oh mio dio.

Back to you // KooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora