→I'ʟʟ ɱιʂʂ ყσυ←

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Uscito dalla caffetteria, mi guardai intorno, cercando di scorgere quella chioma corvina, diventata ormai fin troppo familiare

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Uscito dalla caffetteria, mi guardai intorno, cercando di scorgere quella chioma corvina, diventata ormai fin troppo familiare.
Non sapevo perché avessi così tanto bisogno di parlargli ma ero certo che sarebbe stato anche l'unico a potermi dare una mano, per chiarire quella faccenda.

Non vedendolo da nessuna parte, decisi di affidarmi all'istinto.
Iniziai a correre verso il mio appartamento, non sapendo nemmeno bene il motivo.
C'era qualcosa che mi diceva che lo avrei trovato lì.
Quel luogo era diventato un po' il nostro posto segreto; un posto in cui potevamo essere noi stessi.
Una bolla in cui potevamo essere noi stessi insieme.

Non eravamo Kim Taehyung e Jeon Jungkook, i due studenti di legge che a malapena si rivolgevano la parola, ma semplicemente Tae e Kook, due ragazzi che avevano fin troppe paure, che li bloccavano dal poter essere ciò che davvero volevano.
Due ragazzi che avevano bisogno di urlare ma si fermavano ai sussurri, perché sarebbe stato pericoloso.

I momenti passati in quelle quattro mura erano gli unici in cui ci sentivamo tranquilli.
Potevamo parlare di qualsiasi cosa o rimanere in silenzio, ci saremmo capiti comunque.

Quella casa era stata lo scenario delle nostre passione più recondite e delle nostre litigate più violente.
Fin dall'inizio, per quanto la nostra relazione avesse dovuto essere superficiale, avevamo creato fin troppi momenti lì dentro.

Al mio profumo, si era aggiunto il suo.

Mi fermai di scatto, quando lo vidi seduto sui gradini.
Avevo ragione.

Trattenni un sorriso, andandomi a sedere accanto a lui, che ancora teneva lo sguardo puntato sulla strada, nonostante si fosse accorto della mia presenza.
Avevo come la sensazione che sapesse che lo avrei cercato.

«Che vuoi? Ti sei finalmente stancato di quel teatrino?» mormorò, appoggiando i palmi delle mani sul gradino, facendo sì che le nostre dita fossero tremendamente vicine.

«In realtà, per quanto mi pesi ammetterlo, ti ho seguito per dirti che hai ragione. Non siamo un gruppo e non potremmo mai esserlo... Almeno non fino a quando non ci decideremo ad essere sinceri gli uni con gli altri»

E questo comprendeva anche noi.
Noi e le nostre bugie.

Rimase in silenzio, non degnandomi ancora di uno sguardo.
Sapevo benissimo cosa significasse quel comportamento: non aveva intenzione di raccontare la verità e un po' lo comprendevo.
Ormai eravamo in un vortice di menzogne troppo grande per uscirne.

D'altra parte, nemmeno Hobi sembrava propenso a parlarmi per davvero.
Nutriva ancora dei dubbi su me e Yoongi ma non si azzardava a parlarmene, fingendo che andasse tutto bene.
Capivo che non volesse sembrare paranoico e probabilmente aveva anche paura di irritarmi ma fingere che tra noi ci fosse la solita fiducia, per poi rivolgermi certe occhiate, era anche peggio.

Back to you // KooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora