→Sƚσɱαƈԋαƈԋҽ←

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Jungkook

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Jungkook

«Tocca a te»

«Mhm... Lisa»

«Lisa? Quella con il culo moscio?»

«Non era poi così male»

«Un budino sarebbe stato più compatto»

Voltai lo sguardo verso Taehyung, steso nella direzione opposta alla mia, con un sopracciglio inarcato e un sorriso divertito.

Non sapevo come fossimo passati dal rivestirci dopo il rapporto che avevamo appena avuto, al parlare di tutte le persone con cui eravamo stati, commentandoli con una naturalezza disarmante.

Fino ad un mese fa, dopo aver finito, me ne sarei andato senza nemmeno pronunciare una parola ma, stavolta, ero rimasto steso sul letto del grigio, osservandolo sdraiarsi a sua volta e poi il discorso era arrivato da sé ma, in tutta onestà, non mi dispiaceva poi così tanto.

Stare con Taehyung era divertente, nonostante dovessi mentire costantemente a Jimin su dove fossi.
La nostra nascente amicizia era ancora un segreto e mi andava bene così. Poter condividere con lui sia il corpo che la mente rappresentava un equilibrio perfetto.

Inoltre, sarebbe stato strano presentarci con la nostra chimica agli occhi dei nostri migliori amici, dopo che all'università ci rivolgevamo a mala pena un saluto. Farlo, avrebbe significato anche spiegare come tutto fosse iniziato... Come quella connessione, fosse iniziata ed era ancora fuori dai miei piani.

Taehyung doveva rimanere una parte segreta della mia vita.

«Perché sei offensivo con ogni ragazza che nomino? Non te ne sta bene una» alzai gli occhi al cielo, notandolo però fare un sorrisetto furbo.

«Sarà perché mi piace il cazzo, che dici?»

«Ti piace il mio cazzo, precisiamo»

Mi voltai a pancia sotto, stendendomi in modo che la mia testa fosse nella stessa direzione della sua, invece che da quella opposta.

«Ammetto che è il mio preferito ma potrebbe esserci di meglio, chi lo sa» mi stuzzicò, stringendosi nelle spalle e lasciando che le nostre iridi entrassero in contatto.

«E perché non lo vai a cercare questo "meglio" invece di accontentarti di me?» lo sfidai con lo sguardo, avvicinando anche maggiormente il viso al suo, sperando di farlo cedere con più facilità.

«Lo faccio per compassione. Non voglio distruggere il tuo ego da ragazzino, dovresti ringraziarmi»

«Ah sì? È un'opera di carità?»

«Assolutamente»

Eppure il suo sguardo lo aveva tradito nel momento in cui si era soffermato fin troppo sulle mie labbra, facendomi sorridere vittorioso.

Back to you // KooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora