→Fαƚԋҽɾ αɳԃ ʂσɳ←

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Jungkook non sentiva il padre da quando ci eravamo rimessi insieme, anche perché eravamo più che sicuri che la voce riguardante la nostra relazione fosse arrivata fino a lui

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Jungkook non sentiva il padre da quando ci eravamo rimessi insieme, anche perché eravamo più che sicuri che la voce riguardante la nostra relazione fosse arrivata fino a lui.

Eppure, non aveva fatto nulla per risalire al figlio, anche solo per urargli dietro o rimproverarlo; era come se non gliene fosse importato più niente.

Nonostante il castano mi ripetesse sempre che non ci stava male, sapevo che non fosse realmente così.
Certo, Jimin e i suoi genitori erano diventati la sua famiglia ma un padre, per quanto sbagli, non si riesce mai a dimenticare.

Dopo dei lunghi minuti, gli accarezzai i capelli, ottenendo la sua attenzione.

«Andiamo ad incontrarlo, Koo. Vediamo che ha da dire e poi decideremo sul da farsi»

«Ho paura, Tae...»

Mi si strinse il cuore al rivedere quello sguardo terrorizzato e spaventato che aveva sempre avuto quando si trattava di quell'uomo.
Non gli avrei più permesso di fargli del male.

«Io sono con te. Nessuno ti toccherà» posai la fronte contro la sua, rassicurandolo con delle carezze sulle guance. «Andrà tutto bene. Ti proteggerò dal mondo intero se ce ne sarà bisogno»

Annuì, rivolgendomi finalmente un sorriso.

Disdimmo quindi l'appuntamento con i ragazzi, senza specificarne il motivo e ci prendemmo qualche minuto per prepararci psicologicamente.

Il luogo dell'incontro era quella casa che tanto mi aveva dato i brividi, la prima volta, fin troppo fredda.
Immaginavo che per Jungkook sarebbe stato difficile rientrare lì dentro, dopo tutto ciò che era accaduto ma, stavolta, gli avrei tenuto la mano per tutto il tempo.

Rimanemmo per qualche secondo davanti la porta d'entrata, decidendo sul da farsi.
Bussare avrebbe significato trovarci direttamente faccia a faccia con quell'uomo; d'altra parte, entrare con le chiavi, ci avrebbe portato a non essere preparati alla sua presenza, che chissà dove ci stava aspettando.

Alla fine, il mio ragazzo prese un lungo respiro, stringendomi con forza la mano, intanto che infilava le chiavi nella serratura, rimanendo però fermo sull'uscio; se non si fosse voluto muovere sarei rimasto con lui fino a quando non se la fosse sentita.

«Non ci riesco» mormorò sottovoce, facendomi stringere il cuore.

Gli accarezzai dolcemente una guancia, cercando di catturare il suo sguardo, ritornato spaesato e spaventato come un tempo.
Odiavo vederlo così.

«Ci riusciremo insieme. Sei forte, Koo. Lo sei più di quanto tu creda»

E se pure non lo fosse stato abbastanza, gli avrei dato tutta la forza di cui aveva bisogno, affrontando anche quel mostro al posto suo, se me l'avesse chiesto.

Ma Jungkook era troppo responsabile per questo.
Le cose doveva risolverle piano piano, con la sua testa.

Mi sorrise lievemente, lasciando un bacio sul dorso della mia mano, che ancora teneva la sua, trovando finalmente il coraggio di entrare in casa, alla ricerca di suo padre.

Back to you // KooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora