→I'ɱ ɳσƚ ʂƈαɾҽԃ σϝ ʂҽҽιɳɠ ყσυɾ ɯσυɳԃʂ←

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Jungkook

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Jungkook

Non pensavo che sarei mai arrivato a provare questo enorme e schiacciante senso di colpa.
Mi sentivo uno schifo.
Il modo in cui avevo usato Taehyung, il modo in cui lo avevo usato solo per sentirmi meglio, mi aveva fatto capire che persona di merda fossi.

Ero arrabbiato quel giorno.
Con me, con mio padre e con il mondo intero, eppure me l'ero presa con l'unica persona che non c'entrava niente; me l'ero presa con l'unica persona che non aveva mostrato pietà nei miei confronti, ascoltandomi in silenzio e con un sorriso rassicurante.

Era per questo che quando avevo quel tipo di giornate evitavo Jimin: per non ferirlo.
Facevo in modo che mi lasciasse i miei spazi, per trovare il tempo di calmarmi.
Ma ieri non ci avevo pensato.

Dopo che mio padre aveva smesso di colpirmi, l'unica cosa che avevo avuto in mente era quella di distruggere qualcosa e, se credevo che quel "qualcosa" fosse il mio stesso corpo, facendo sesso con Taehyung, in realtà si era rivelato proprio il grigio stesso la cosa che avevo rotto.

Volevo dimenticare i suoi insulti, sbagliando ancora, affondando in quello che tutti definivano "un peccato" ma che mi faceva stare così bene.

E non mi ero reso conto del modo in cui avevo fatto diventare una persona in carne ossa, un semplice strumento di vendetta.
Vendetta contro me stesso.

Mi facevo schifo.

Per quanto mi dimostrassi stronzo, non lo ero davvero e Jimin lo sapeva... Certo, lui sì, ma Tae no.
Quello che avevo fatto non era altro che un'ulteriore prova per lui della persona di merda che ero.
E come biasimarlo?
Me ne ero andato, voltandogli le spalle, senza nemmeno una spiegazione o un "mi dispiace".

Ma la verità era che mi vergognavo.
Mi vergognavo di come mi ero mostrato.
Mi vergognavo della mia parte così egoista.

Non ero un mostro.
Non volevo esserlo.

Tutto questo mi distruggeva.

Il problema era che non sapevo se il mio senso di colpa dipendesse dalla paura di diventare come mio padre o dal fatto che la persona che avevo ferito fosse Taehyung.

Per quanto non lo accettassi, ci eravamo irrimediabilmente avvicinati e farlo soffrire non era tra i miei piani, soprattutto dopo essermi reso conto che non era poi così male.
Avevo quasi pensato che potevamo diventare amici ma mi avrebbe mai guardato in faccia dopo ciò che avevo fatto?

E se fosse stato spaventato da me quanto io lo ero da mio padre?
Non avrei potuto sopportare uno sguardo di terrore nelle sue iridi.

«Che succede, Kookie? Non stai mangiando niente...»

Continuai a tenere lo sguardo fisso sul mio piatto di pasta ancora pieno, non avendo per niente fame.

Avevo cercato Taehyung con lo sguardo a tutte le lezioni ma di lui non c'era traccia. Non che avessi potuto parlargli comunque, Jimin mi aveva letteralmente rapito appena ero entrato nel campus, per farsi spiegare la mia assenza.

Back to you // KooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora