→Sιʟҽɳƈҽ←

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Silenzio

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Silenzio.

Questo era ciò che si percepiva nella stanza, fatta eccezione per i nostri respiri accelerati.

Pensandoci, forse non era davvero silenzio.
Ero certo che, nella testa di entrambi, gli avvenimenti appena accaduti continuassero a ripetersi, senza fermarsi un secondo, creando un casino assordante.
Schiocchi di baci, ansiti mal trattenuti, morsi, gemiti, vestiti che finivano a terra, rumore di pelli che sbattevano. Decisamente per niente silenzioso.

Personalmente, il silenzio non mi era mai piaciuto, soprattutto quello in presenza di Jungkook, perché "calma" significava che le cose sarebbero andate presto a finire male, dato che avevamo tempo di riflettere sulle nostre azioni. Ed era proprio questo che mi stava tormentando in quel momento: cosa diavolo stavo combinando?

La riposta era una, semplice e concisa: sesso.

Quelle cinque lettere erano gli unici fattori che mi legavano effettivamente al corvino al mio fianco, ora intento a rivestirsi, come se non avessimo appena condiviso una parte così intima del nostro essere; ma che potevo aspettarmi? Era il nostro accordo.
Io non volevo altro da lui e lui non voleva altro da me.
Ci affidavano agli istinti primordiali, lasciando che prendessero il sopravvento, spegnendo ogni lume della ragione.

Mi misi a sedere, facendo attenzione a coprirmi con il mio piumone grigio, essendo pieno autunno. Prendere una polmonite non era proprio nei miei piani.

Come calamitati dalla sua bellezza, i miei occhi si posarono sulla schiena ampia del corvino; ero certo che se ne fosse accorto ma, per un tipo vanitoso come lui, essere osservati era un complimento e poi, non c'era nessun motivo per cui avrei dovuto nascondere la mia attrazione fisica, avevamo già superato quella fase.

Perché erano ormai tre mesi che finivamo in questo loop.
Erano tre mesi che io e Jeon Jungkook avevamo deciso di diventare i così detti "amici con benefici", - trasformando però quell'"amici" in "conoscenti" - evidentemente troppo attratti l'uno dall'altro.

Quel coniglio muscoloso e tremendamente sexy frequentava il mio stesso corso di legge, al college e, se non fosse stato per un avvenimento alquanto imprevisto, non saremmo mai arrivati fino a qui.
Il perché era semplice: lo stesso ragazzo che fino a qualche minuto fa mi stava scopando senza pietà, gemendo spudoratamente nel mio orecchio, continuava a dichiararsi etero.

Appena provavo a stuzzicarlo sulla cosa ricevevo un'occhiata gelida e tanti insulti ma mi divertivo troppo per smettere. Nemmeno ci rimanevo male per i suoi atteggiamenti: io e lui non eravamo amici, facevamo solo sesso, fine.

«Ci vediamo domani e, come al solito-»

«Lo so, farò finta di non conoscerti e bla bla bla»

Lo salutai con un gesto della mano, vedendolo annuire e lasciare il mio appartamento; non serviva nemmeno che lo accompagnassi, aveva passato fin troppo tempo qui per non sapere la strada. E con "qui" intendevo sia la mia casa che le mie mutande.

Back to you // KooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora