→Lσσƙ αƚ ɱҽ. Jυʂƚ ɱҽ←

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«Mi spieghi che ci fai qui?!»

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«Mi spieghi che ci fai qui?!»

Con un balzo, mi lanciai letteralmente fra le braccia di Bogum, ignorando la valigia che ancora teneva fra le mani.

Dopo il suo messaggio, gli avevo chiesto immediatamente dove fosse e così, con Hoseok eravamo andati a prenderlo all'aereoporto.
Nessuno dei due stava nella pelle nel rivedere quel ragazzo tanto dolce e carino.

La sua presenza sarebbe stata un'altra cura alla mia sofferenza.

«Abbiamo le vacanze di primavera, in America e dato che a Daegu non abbiamo avuto modo di passare tanto tempo insieme, ho pensato di venire qui, anche per rivedere Hobi»

Mi sorrise, scompigliandomi affettuosamente i capelli, dopo che mi fui staccato da lui per lasciare che anche il mio migliore amico potesse salutarlo per bene.

Era così strano essere riuniti tutti insieme, dopo due anni. Mi sembrava di essere tornato indietro nel tempo.
Un tempo di cui Jungkook non esisteva.
Un tempo in cui il mio cuore era ancora intatto.

Sorrisi amaramente a quel pensiero, notando i due ragazzi fissarmi, preoccupati.

«Va tutto bene, Tae?»

Mi riscossi immediatamente, scuotendo la testa, annuendo.

«Certo! Sai già dove stare, Bogum?» gli chiesi, cominciando a camminare verso l'uscita, seguito da loro.

«Pensavo di prendere una stanza in qualche hotel, magari non molto lontano da dove vivete voi»

Sia io che Hobi lo guardammo totalmente offesi, facendolo scoppiare a ridere, intanto che pronunciava un "che c'è?"

«Non ti lasceremo dormire in un albergo! Tu vieni a stare da me, punto»

«Tae, non voglio disturba-»

«Silenzio!» gli lanciai un'occhiata che non ammetteva repliche, causandogli un'altra piccola risatina, prima che acconsentisse.

In realtà, ero certo che avere Bogum a casa mi avrebbe aiutato a distrarmi.
Quel luogo stava diventando troppo oppressivo per me, quindi avere qualcuno lì con me, quasi 24 ore su 24, sarebbe stato solo un bene.

Avrei cancellato tutte le scie che Jungkook aveva lasciato.

«Tae mi ha detto che vi siete incontrati a caso in un supermercato di Daegu» continuò il castano, intanto che entravamo nella sua auto, diretti al mio appartamento.

«E ovviamente stava per scivolare e cadere» mi prese in giro Bogum, meritandosi uno schiaffetto sulla testa da parte mia, per quanto possibile dato che io ero seduto dietro.

«Avevi detto che non contava come primo incontro!» mi imbronciai, riuscendo a scorgere anche il mio migliore amico ridacchiare.

«Grazie per aver salvato quel cretino»

Back to you // KooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora