→Bɾσƙҽɳ ԋҽαɾƚ←

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Che cazzo mi era preso?Mi ero drogato? Avevo sbattuto la testa? Uno spirito si era impossessato di me?No, perché quello non ero io

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Che cazzo mi era preso?
Mi ero drogato? Avevo sbattuto la testa? Uno spirito si era impossessato di me?
No, perché quello non ero io.
Non potevo essere io.

Come avevo potuto dire quelle parole a Jungkook, come se fossero del tutto normali?
Non lo erano.
Non era giusto.

Ieri sera, a telefono con lui, mi ero lasciato scappare non solo che non riuscivo a stare senza sentirlo ma anche che mi mancava!
Certo, era ciò che davvero provavo, ma non potevo permettermi di ammetterlo ad alta voce. Non a lui.
Ma la goccia che aveva fatto traboccare il vaso era arrivata proprio dal corvino.

"Mi manchi anche tu, piccolo".

In quel momento, in quel fottuto istante, il mio cuore aveva iniziato a battere all'impazzata, come se mi stesse per venire un infarto.
Ero spaventato a morte.
Ero spaventato perché mi era piaciuta fin troppo la maniera in cui la sua voce aveva pronunciato quel soprannome.

Jungkook non si era mai permesso di chiamarmi in un altro modo che non fosse, al massimo, Tae, perché sarebbe stato troppo intimo.
Certo, ora ci consideravamo amici, ma non si usava quel fottuto nomignolo per un amico.
Non andava bene.

La cosa peggiore era che, pur sapendo che avrei dovuto dirgli di non chiamarmi così, perché era sbagliato, non ce l'avevo fatta.
La mia bocca era troppo secca.
Il mio udito era ovattato a causa del battito assordante del mio cuore.
E la mia mente era bianca.

Non ero riuscito a reagire.

Avrei voluto così tanto sapere che cosa aveva pensato lui, nel momento in cui quelle parole gli erano sfuggite da bocca ma la paura mi aveva fermato.
Così, augurandogli la buonanotte, avevo attaccato.
Ma non ero riuscito a dormire, la sua voce dolce e tranquilla echeggiava nella mia testa non-stop, mandandomi al manicomio.

Che diavolo stavamo combinando?

Se prima di quella telefonata non aspettavo altro che mi contattasse, ora non volevo che mi scrivesse.
Perché avrebbe significato dover riprovare di nuovo quelle strane sensazioni e non ne avevo la forza.

Ma il mio piano di non sentirlo andò a farsi fottere nel momento in cui, sdraiato sul divano di casa, a guardare una puntata di un drama a caso, il mio telefono iniziò a suonare.

Senza nemmeno guardare il mittente, lo tirai fuori dalla tasca, borbottando un leggero "pronto?", annoiato.

«Di solito sono io che chiedo a te se sei pronto, che ironia»

Sgranai gli occhi, iniziando a tossire compulsivamente dato che mi era andata tutta la saliva di traverso.
Pregai di morire in quel preciso istante se rimanere in vita significava parlare a telefono con lui.
Ma Dio sembrava odiarmi, solo perché non andavo in chiesa dal mio battesimo, che stronzo vendicativo.

Back to you // KooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora