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Secondo giorno di scuola, Do-yun non mi parla, mi guarda soltanto e a volte accenna un sorrisetto fastidioso. Le ore sembrano passare lentamente, e sbuffo ogni due per tre. In mensa non mangio nulla, ho la nausea e non mi sento molto bene, non mi va di mangiare. Finalmente concludono le lezioni e mi avvio verso il bar, che però stranamente trovo chiuso, decido così di chiamare mia zia "Lyla ciao" "zia come mai il bar è chiuso?" "Oh, ho un po' di febbre, oggi puoi anche andare a casa, domani se sto ancora male ti darò le chiavi, dovrai stare lì circa alle 10:00" "come faccio con la scuola?" "Oggi ti firmo il permesso, passa più tardi" "va bene, ci vediamo dopo" concludo la chiamata e poso il telefono nella tasca, mi appoggio sulla porta con il cartello 'chiuso' aspettando l'arrivo del deficiente "oggi non fai altro che sbuffare principessa" sbarro gli occhi "come mi hai chiamata?!" "Cosa c'è? Non posso darti nomignoli?" "N-no è che... lascia perdere" sotto lo sguardo confuso del ragazzo stringo i pugni. Fa male... "vieni" mi dice, per poi prendermi la mano subito dopo e iniziare a condurmi non so dove.

Arriviamo in una specie di enorme parcheggio, isolato "cosa ci facciamo qua?" "Devo dirti delle cose importanti, non ne ho mai parlato con nessuno e questo posto è silenzioso, ci vengo spesso" dice il ragazzo sedendosi su un muretto, lo stesso faccio io subito dopo "allora?" Chiedo impaziente "ero ricco, cioè lo sono ancora... vivevo con i miei genitori, proprietari di una grande impresa. Avevo una villa a tre piani, piscina, giardino... non mi mancava nulla, tranne la libertà. Ero categoricamente sotto il loro controllo: alle 7:00 a scuola, 13:40 pranzo, dalle 15:00 alle 17:00 scherma, dalle 17:30 alle 20:30 studio e poi si cenava. Vivevo di regole..." si blocca qualche istante per poi girarsi e guardarmi negli occhi "...fin quando non mi stufai. Andai a vivere in una delle case che mi spettava una volta essere diventato adulto. Ora vivo delle mie regole e con i miei tempi, senza che nessuno mi ostacoli." Rimasi colpita dalle sue parole "posso farti una domanda?" "Dimmi" risponde per poi farmi un sorriso che pareva sincero "come mai i tuoi non ti hanno dato dei soldi? Insomma sono ricchi" "diciamo che non hanno affatto appoggiato la mia scelta..." "ah...e un'altra cosa, perché sei così scortese?" "È il mio carattere, è la mia corazza. Mi apro solo con chi so che riesce a darmi testa, e tu mia cara, ci riesci perfettamente..." mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio per provare a coprire il rossore sulle mie guance "ora che ti ho detto... praticamente tutto di me, parlami di te... senza urlare questa volta" mi scappò una risata.

"Sono nata e cresciuta qui a Busan, fin quando a settembre dell'anno scorso non mi trasferii a Seoul con mio fratello, Yoongi. Eravamo ospiti nella casa di alcuni suoi amici, con i quali mi trovai da subito bene, con uno in particolare... si chiamava Taehyung. Era dolce, sensibile, simpatico, solare. Quando voleva sapeva anche essere stronzo... da subito si mostrò disponibile ad aiutarmi nella nuova città. Mi portò in giro a farmi vedere i vari, meravigliosi segreti della capitale. Pian piano la nostra amicizia diventò qualcosa di strano... tra baci rubati e carezze di troppo, la paura costante che mio fratello potesse scoprire qualcosa... non ci mettemmo mai effettivamente assieme. Un giorno successe una cosa: mi rivelò che sua mamma aveva il cancro ed era ricoverata in ospedale. Insistetti per andare a trovarla, e quando lei chiese a suo figlio io chi ero, lui mi presentò a lei come la sua ragazza... ho i brividi solo a ricordarlo..." provo a fermare le lacrime che minacciano di uscire "...quando dovette fare l'operazione lo accompagnai all'ospedale. Quando ci diedero la notizia che non ce l'aveva fatta ho provato di tutto pur di farlo tranquillizzare, riuscendoci. Ci facevamo spesso delle promesse, e tra atti di gelosia e qualche frecciatina ci mettemmo insieme. Mi chiamava sempre principessa, ed è per questo che prima ho reagito in quel modo. Ne abbiamo passate talmente tante..." faccio un respiro profondo riprendendo poi a parlare "...non abbiamo fatto neanche un mese che dovetti lasciarlo per venire qui, ad aiutare i miei a mantenere la casa. Oltre a lui ho allontanato molti amici di lì che mi mancano infinitamente..." non ce l'ho fatta, sono scoppiata in lacrime.

Porto le mani in viso facendo respiri e singhiozzando pesantemente, quando sento poi un braccio sulla mia spalla. Il ragazzo mi attirò a se, facendo adagiare la mia testa sulle sue gambe e accarezzandomi piano i capelli continuando a ripetermi che andava tutto bene...

mყ groᥙρ of frιᥱᥒds... and Kim TaehyungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora