Capitolo 25

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Entro dentro la sala comune mentre Cedric mi aspetta fuori. Appena varco la soglia vedo Blaise piangere sul divano davanti al camino tenendo in mano una foto.

Mi avvicino cautamente verso di lui, non l'ho mai visto così, sembra distrutto mentre i singhiozzi gli escono incontrollati. Non mi ha ancora vista dato che è di spalle, in questo momento non so se stare con lui perché è mio amico o andarmene visto che mi ha lasciata andare senza sentire la mia versione dei fatti, ma la nostra amicizia va davanti a tutto, è mio amico e lo sarà per sempre.

<< Blaise... cosa ti è successo?>> chi chiedo mentre mi siedo accanto a lui accarezzandogli la schiena. I singhiozzi non cessano e comincia a piangere ancora più rumorosamente, mi fa male vederlo in questo stato, è comunque stato un grande amico.
<< Meggie... mi spiace così tanto...>> prova a dire. La sua voce è soffocata dal pianto, vedo i suoi occhi pieni di lacrime che cercano di non uscire mentre le mani tremano.
<< Blaise tranquillo ci sono io>> dico abbracciandolo mentre la mia spalla si bagna.
<< Meggie, sono stato uno stupido.>>
<< Accade delle volte...>> dico abbassando lo sguardo.

Sciogliamo il nostro abbraccio e vedo che non piange più, meglio.
<< Vedi... questa foto è stata scattata alla festa di Natale al nostro primo anno prima del discorso di tuo padre, ancora andava tutto bene... eri spensierata e non avevi problemi... credo sia terribile.>> guardo la fotografia e vedo sia lui che io mentre sorridiamo dopo aver ballato tenendo un bicchiere con dell'Idromele. Eravamo felicissimi quella sera, stavamo con i nostri amici e le nostre famiglie come se tutto fosse normale, come sempre.

<< Lo è. >> dico triste
<< Torni a casa per Natale?>> chiede con occhi gonfi. Abbasso subito lo sguardo verso il pavimento.
<< Veramente non lo so...>> affermo
<< Cosa?! Non hai ancora scritto loro?! >> sembra sorpreso, incredibilmente sembra essersi ripreso dalla profonda depressione e accortosi che provo sentimenti anche io. Ha sempre saputo del complicato rapporto che ho con i miei, non perché non voglia loro bene, ma perché non abbiamo mai trovato un punto di incontro né nel modo di pensare che di agire.
<< Forza allora, manda subito un gufo!>> mi incita il mio amico.

<<Va bene.>> dico sbruffando e dirigendomi verso la torre dove ci sono i gufi.
Mentre esco dalla sala comune ancora non cambiata trovo davanti il Tassorosso.

<< Hai deciso di andare a cena cosi?>> chiede sorridendomi.
<< Ehm... veramente dovrei inviare una lettera ai miei genitori. Vedo il suo sorriso che non si spegne, anzi rimane tale.
<< Va bene, allora ci vediamo direttamente lì! >> dice andandosene. Perché i Tassorosso sono così sempre disponibili e felici?! Bah...

Camminando rifletto un po', sinceramente  non ho molta voglia di scrivere loro ma domani è l'ultimo giorno di lezioni e la mattina dopo si parte. Posso sentire il freddo entrare fino alle ossa mentre le mie scarpe si bagnano per colpa della neve. Non so se sono realmente pronta a rivedere i miei genitori, non mi hanno mai scritto durante la mia permanenza a Hogwarts e non si sono interessati del fatto che un evaso di prigione sia entrato nella scuola ma devo parlare con loro, raccontare tutto quello che è successo in questi anni e avere un normale rapporto come avremmo sempre dovuto. Delle volte penso al dolore che mi hanno causato nascondendomi tutto, mi lacera dentro, sento un vuoto perenne e molte volte, specialmente di notte piango ripensando ai bei momenti con la mia famiglia, quando si rideva credendo che la vita non ci avesse tolto niente ma solo dato, quando organizzavamo quelle infinite serate piene di amici e colleghi dei miei genitori nelle quali qualche volta mi annoiavo ma in altre invece mi perdevo nel guardare tutti gli invitati, erano bei tempi quelli. Vorrei tornasse tutta alla normalità, parlare di nuovo con mia madre, rivedere la mia elfa e chiedermi cosa ci sia davvero dietro la porta dell'ufficio di mio padre.

Appena arrivo scrivo velocemente una lettera poiché inizia ad essere davvero molto freddo e ho fame, non la rileggo nemmeno, ho buttato di getto quello che la mia testa pensava e se la rileggessi potrei anche cancellare delle parti ma non voglio perché se ho scritto quelle cose vuol dire che avevo bisogno di tirarle fuori.

Come sarei se i miei genitori fossero normali? Nel senso come tutti gli altri. Magari avrei più amici, non avrei il carattere da mocciosa figlia di papà, non soffrirei, piacerei più alle persone e sarei forse anche in un'altra casata, magari Corvonero o Grifondoro. Ma molto probabilmente non avrei avuto gli amici che avevo, il forte legame che ci teneva uniti e nemmeno i problemi che mi assillano, quelli che hanno tolto la mia unica briciola di felicità.

<< Sei stata fantastica oggi alle selezioni.>> sento dire da un ragazzo Serpeverde che nemmeno conosco. Accenno un grazie e continuo a camminare mentre altri miei compagni di casata mi fanno i complimenti, beh sembra che il Quidditch mi abbia dato notorietà, ma non voglio la loro, bensì quella dei miei ormai ex amici. Qualche volta sorrido altre volte faccio solo un cenno del capo per ringraziare, forse sono io che molte volte non vado avanti; insomma sono giovane, ho talento, vado bene a scuola, ho scoperto di avere una buona attitudine al Quidditch e tutti sembrano acclamarmi, io invece mi tirò giù pensando solo alle cose negative che la vita mi ha regalato. Ma ora basta! Se qualcuno non mi vuole peggio per lui, io continuo per la mia strada facendo finta di niente, perché so che tanto i problemi mi ritrovano sempre, come adesso ad esempio...

M  I  N  E  || Draco Malfoy (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora