Capitolo 4

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Amel mi viene a svegliare.
"Non vai a lavoro che è tardi?"
Mi sveglio, ancora assonata.
"Il mio capo mi ha licenziata, non ricordi?"
"Ma vedendo quel ragazzo che ti ha abbracciato, poteva ritirare la frase..."
"Adesso lo chiamo"
Amel si siede sul letto.
Il mio capo, mi risponde tutto arrabbiato.
"Perché non sei a lavoro?"
"Ma, mi ha detto lei che ero licenziata!"
"Dovevi presentarti lo stesso!"
"M-ma"
Guardo Amel.
Lei mi prende il cellulare dalle mani e risponde al posto mio.
"Che discorsi sono!?"
Il mio capo si arrabbia ancora di più.
"È meglio che non si presenti mai più..."
"Meglio, tanto la paga che gli davi, non era sufficiente per pagarci l'affitto!"
Amel gli riattacca in faccia.
Rimango sbalordita.
"Ma che cavolo hai fatto?"
"Devi reagire alcune volte..."
"Ma non in questo modo..."
Mi metto a ridere.
Mi restituisce il messaggio e ci trovo una chiamata.
"Oddio"
"Che succede?"
Mi siedo sul letto.
"Mi sento male"
"Lucia che ti prende?"
"Che faccio?"
"Mi spieghi che succede?"
"È troppo lungo da spiegare in questo momento..."
Decido di richiamare.
Mi metto fuori a sedere su una sedia in terrazza.
Il cellulare suona ed io avevo l'ansia a mille.
"Pronto"
Oddio era proprio lui.
Il mio Valerio.
Rimango in silenzio.
"C'è qualcuno?"
Di nuovo sto zitta.
"C'è qualcuno?"
Sento che sta per attaccare, quando deciso di parlare.
"Sono io"
Dall'altra parte, cala il silenzio e penso che mi abbia attaccato in faccia, ma non è così.
"Lucia...."
"Ehm..."
Non sapevo che dire.
"Come mai chiami con un numero turco? Ieri Nicole aveva il mio cellulare in mano e mi ha detto che hai chiamato due volte....è successo qualcosa? Perché avevi bisogno di me?"
"Io non ho bisogno di te...volevo sapere solo come te la passi!"
"Bene...dovresti vedere il bimbo"
Iniziavo a vedere tutto sfuocato.
"Un giorno magari..."
"Va bene! Tu invece? Con Tancredi? Ti sei creata una famiglia?"
"Ci stiamo pensando..."
Mi mordo la lingua per la bugia più grande che mai avessi detto.
"Sono felice per te..."
Non mi sembrava così tanto convinto.
"Magari un giorno con Nicole, puoi venire in Turchia così ti faccio vedere un po', dove abito"
"Abiti in Turchia? Perché?"
"Per lavoro"
"Non abiti più a Milano?"
"No"
"Capito..."
"Adesso devo andare che mi chiama una mia amica"
Non era vero, ma non riuscivo a dire altro.
"Va bene...magari questa settimana, potrei già venire da te"
"Quando vuoi..."
Sentivo tantissimo caldo venirmi addosso!
"Vieni con Nicole?"
Stavo tremando.
"Deve guardare il bimbo...vengo solo io!
È un problema?"
"Nono"
Dentro di me stavo urlando dalla felicità.
"Adesso devo andare veramente"
"Ci sentiamo"
Prima di attaccare mi manda un bacio.
Urlo dalla felicità, ma così forte, che le mie vicine si affacciano e mi guardano male.
Ma non mi importava, ero felicissima.

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