Capitolo 6

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Mi preparo per la cena.
Ci saremo incontrati al ristorante, per l'occasione, mi ero vestita molto elegante.
Stivali alti fino al ginocchio e un vestitino rosso con un semplice trucco, un po' di correttore, mascara, matita per le sopracciglia e un rossetto rosso.
"Come sto?"
"Non è troppo corto il vestito?"
"Nono"
"Per il resto, stai benissimo"
"Atan dov'è?"
"Sai che non è sempre al tuo servizio"
"Che c'entra con questo?"
Si mette a sedere sul divanetto e inizia a sorseggiare il thè.
"Lasciamo perdere"
"Dai"
"Sono gelosa ecco"
"Di cosa?"
"Adesso farai tardi alla cena"
Alzo gli occhi al cielo.
"Va bene"
Prendo la borsa e scendo di corsa le scale.
Atan mi stava aspettando, appoggiato alla portiera.
Appena mi vede mi sorride e mi apre lo sportello.
"Gentilissimo"
"Dove andamo?"
"Si dice andiamo"
"Ah ok"
"Migliorerai, tranquillo"
Gli mostro l'indirizzo dal cellulare e in meno di venti minuti eravamo davanti al ristorante.
"Dove si trova?"
"Non lo so, lo provo a chiamare"
Il cellulare squillava, ma non c'era nessuna risposta.
Scendo dalla macchina, salutando Atan e mi metto a guardarmi intorno, cercando di trovarlo.
Quando mi sento chiamare.
Da dietro alcune macchine, vedo arrivare Valerio.
Lo saluto tutta contenta, ma mi accorgo che non era da solo.
C'era Nicole e in più lui stava spingendo il passeggino.
Ancora lei? Ma non ci può lasciare in pace? Era insopportabile!
"Come sei vestita!"
"Ti causa qualche problema?"
"Ad Instabul non si può girare in questo modo..."
"Ci abito da sei mesi e se lo sai, Instabul è metà europea e metà asiatica.
Al giro puoi vedere donne vestite come lo sono io, oppure ragazze completamente coperte.
Ci sono alcune regole però da seguire, non puoi indossare gonne troppo corte, shorts microscopici e scollature vertiginose e per il resto informati, prima di sparare qualche cavolata"
"Volevo essere solo educata"
Si rivolge verso Valerio.
"Tranquilla, ormai fa sempre così"
"Così come?"
"Forse è meglio andare a mangiare"
Nicole prende il passeggino e si dirige al ristorante.
"Smettila di fare così"
Mi dice Valerio, prima di raggiungerla.
Un po' scocciata, li seguo anch'io.
Ci fanno sedere in un tavolo, molto isolato da tutti.
"Perché siamo così soli?"
Chiede Nicole.
"Questo ristorante è per le coppie che vogliono avere un po' di privacy...ma qui siamo in troppi o meglio, sono io di troppo"
Nicole fa finta di non sentire e gioca con il bimbo.
"Che ci consigli da mangiare?"
Valerio si tocca i capelli, aggiustandosi il ciuffo.
"I miei piatti preferiti sono il borek e le kofte, oppure anche il dolma.
Ma posso consigliarti anche la lahmacun, che è tipo una pizza alla turca o una Çorba che è una zuppa"
"Fai te"
Appena arriva il cameriere, ordino due borek è una kofta.
"Vi sta piacendo Instabul?"
"Non l'abbiamo ancora girata, ma ci sta piacendo"
Esclama Nicole.
"Tornerai in Italia?"
Mi chiede Valerio.
"No...cosa dovrei ritornare a fare? Non ho ricordi molto belli"
"Ah"
Valerio abbassa lo sguardo.
"Voi dove vivete?"
"Italia"
Mi dice Valerio.
"Spagna"
Mi dice Nicole.
"Ehm..."
Non stavo capendo.
"Volevamo dire che viviamo sia in Italia che in Spagna"
Interviene Nicole.
"Capisco"
"Oggi io e Valerio, abbiamo pensato ad una cosa"
"Che cosa?"
"Se ti va di venire al battesimo di Mattia"
Mi sentivo una stupida in quel momento.
Cosa volevo fare? Riconquistarlo? Quando ormai non c'era più nulla da fare.
Era talmente evidente che io non lo volevo vedere, perché al solo pensiero ci stavo male.
Apro il portafogli e levo alcuni soldi e glieli passo, non avevo più fame.
"Questi sono i soldi per pagare la cena! Ciao"
Mi alzo dal tavolo e con le lacrime ai occhi me ne vado.
Chiamo un taxi e mi siedo su un muretto ad aspettarlo.
Vedo Valerio uscire dal ristorante e venire verso di me.
"Che ti prende? Nicole sta piangendo perché crede di averti ferita in qualche modo"
Rimango in silenzio.
"Mi puoi rispondere?"
Lo guardo con le lacrime nei occhi.
"Perché ogni volta che ti vedo mi fai stare male? Perché mi vuoi invitare ovunque, quando ormai non c'è più nulla fra di noi? Perché mi usi?"
Il mio taxi era arrivato, ma prima di salirci, mi giro verso Valerio.
"Se volete, domani potete ritornare a casa, perché non ho intenzione di farvi da guida...
Non voglio più vederti! Sono solo di troppo"
Salgo in taxi e mi metto le mani davanti alla faccia e piango.
Di nuovo quella sensazione di vuoto...
Di nuovo quella sensazione di rabbia, ma allo stesso tempo tristezza.
Decido di chiamare Tancredi.
Mi risponde subito.
"Che fai?"
"Sto facendo una live su Twitch e c'è anche Lele con me"
"Ciao Lucia, dove sei in questo momento?"
"In taxi, in Turchia"
"Perché sei lì? Lavoro?"
Mi chiede Lele.
"Ci abito"
"Comunque quando si tratta di te, Tancredi diventa rosso come un pomodoro"
Si mette a ridere.
"Volevo solo dirti, che avevi ragione..."
"Su cosa?"
Mi chiede Tancredi.
"Che mi avrebbe fatto solo star male e di non ritornare da te, se lo avrebbe fatto....
Ma mi sento così sola in questo momento, che avrei bisogno di qualcuno..."
"Che è successo?"
"Sapeva la verità, ma si è sposato veramente e mi fa pensare che non mi abbia mai veramente amato"
"Prendo un volo in questo momento dalla Turchia solo per te"
"Tu hai causato tanto dolore in questa relazione, ma forse volevi farmi aprire gli occhi..."
"Sai che me ne pento e forse non era giusto fare così"
Rimango in silenzio.
"Fidati di Tancredi! È sincero"
"Vorrei...ma non riesco"
"Vuoi che venga da te?"
"Non serve"
"Dentro di te, lo vuoi"
"Facciamo così, veniamo io e Tancredi da te, così ci facciamo un bel viaggio di coppia"
Mi metto a ridere.
"Vi aspetto allora"
"O magari, puoi ritornare te da noi"
"Ci penserò"
"Pensa che anche Diego, sta quasi riuscendo a perdonare Tancredi"
"Davvero?"
"Pensa se ritorniamo come una volta! Sarebbe fantastico"
"Lo spero"
Ci salutiamo e metto il cellulare in tasca.
Appena arrivo a casa, vado subito in camera mia.
Mi siedo sul letto e guardo fuori dalla finestra.
Piano piano, tutti stavano perdonando Tancredi e stavano ritornando come una volta.
Avevano iniziato a fare live insieme e anche qualche video per YouTube.
Ma non saremo mai tornati come prima, perché Valerio, adesso era felice con Nicole ed io invece ero sempre triste.
Mi guardo la mano, dove un tempo c'era l'anello di Tancredi.
"Forse è il caso di riprovarci di nuovo, lui era l'unico che veramente gli importava di me"
Mi dico, cercando di convincermi ad ogni modo.

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