Capitolo 85

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Dovevo lasciarlo sfogare Tancredi, anche se avrei voluto rincorrerlo e chiedergli di aspettare, ma non so se sarebbe servito a qualcosa...
Peia esce dal negozio e mi rende i soldi.
"Non li voglio!"
Lo prendo senza dire una parola.
"Dovresti andare da lui, perché non vai?"
"È meglio di no..."
"Ok"
Ritorna dentro senza nemmeno salutarmi.
Mi incammino verso casa, ma il tempo cambio all'istante, dal caldo al freddo, dal sole alla pioggia.
"Noo" non avevo nemmeno l'ombrello e avrei dovuto percorrere a piedi quasi quattro chilometri.
Mi appoggio ad un albero aspettando che smettesse, ma aumenta sempre di più, fra grandine e lampi.
Una macchina passa sfrecciando vicino a me, aveva il finestrino aperto, quindi potevo benissimo sentire che cosa stava ascoltando.
"LungoTevere..." sorrido inaspettatamente.
Una macchina mi suona il clacson.
Con la pioggia non riesco a vedere chi fosse, quindi mi avvicino ma un tuono mi fa indietreggiare.
Il ragazzo scende dalla macchina e mi invita a salire.
"Tu?" Non ci potevo credere che avesse il coraggio di presentarsi.
"Posso spiegarti?"
La pioggia cadeva fittamente che quasi non vedevo il suo viso.
"Saliamo in macchina!"
"No, preferisco rimanere qui...infondo non ho niente da chiarire con te"
"Dai vieni"
Mi prende il braccio e mi infila in macchina.
"Parto per l'America per sempre, ho trovato lavoro lì..."
"Ok"
"Non sei dispiaciuta?"
"Non mi interessa più..."
"Non sono così convinto"
"Perché lavoravi con Tancredi?"
"Mi aveva solo chiesto di aiutarlo, tutto qui"
"Però continuavi a fingere nonostante mi guardassi in faccia"
"Lo so"
"E allora cosa vuoi da me? Cosa vuoi che ti dica? Come dovrei reagire? Come dovrei comportarmi? Pensi che io sarei triste se tu te ne andassi in America? No, non lo sono!"
"Non lasci mai spiegare!"
"Mi hai deluso e non mi aspettavo questo da te, proprio dall'amico a cui tenevo di più!"
"Lucia per favore!"
Esco dalla macchina e corro via.
"Lucia però non puoi fare così...io sto cercando di rimediare!"
Adesso capivo il motivo perché Peia o Lele non volevano fare pace con me, sentivo anch'io quella rabbia, quella delusione dentro di me.
Non era facile accettarlo e nemmeno fare finta di niente, ma se volevo riuscirci, avrei dovuto farlo.

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