47."Vodka al limone, che sa solo di vodka"

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<<Una relazione segreta...con il signor Thompson...>> borbottò Cassandra, stesa sul letto in cui Isabella piegava i suoi vestiti, appena lavati e profumati di detersivo alla lavanda e gelsomino.

Sbuffando, ruotò gli occhi al cielo e le diede le spalle per riporre i suoi abiti nell'armadio spalancato, mentre la risatina divertita di Sam le giungeva alle orecchie.

<<Voglio dire, ti avrei immaginata con chiunque...ma non con lui. Sei una donna fortunata, amica>> affermò Cassandra, incrociando le gambe e stendendo le braccia nel letto, in cui era stesa da ormai venti minuti, cercando di tirar fuori qualche gossip succulento dalla bocca di Isabella.

<<Com'è il sesso con lui? Erotico? Noioso? Eccitante?>> domandò, nascondendo un sorriso furbo e provocando una risata rumorosa da parte di Sam.

Quest'ultima, voltandosi verso la sua migliore amica, seduta invece sulla scrivania, scosse la testa esasperata quando lei sollevò le sopracciglia invitandola a parlare.

<<Non ne voglio parlare>> borbottò, fermandosi davanti allo specchio dell'armadio e sciogliendo i suoi capelli bagnati e raccolti nell'asciugamano.

<<Non faccio sesso da quasi tre mesi, non mi resta che ricordare i bei vecchi tempi con i racconti delle vostre avventure di una notte>> ridacchiò Cassandra, torcendosi una ciocca di capelli attorno al dito e scambiandosi uno sguardo divertito con Sam.

<< Perché non chiedi a lei>> ribatté Isabella, indicando la sua migliore amica.

<< Sbaglio o hai passato le ultime due notti con Diego? Perché non ci racconti qualche dettaglio sulle tue performance, Sam? >> affermò, aprendo il cassetto della sua biancheria e afferrando la prima canottiera che riuscì a trovare.

Non avrebbe certo parlato loro di come erano giorni che non passava la notte, o anche solo del tempo con lui. Non avrebbe certo detto di loro di come, d'un tratto, si era ritrovata sommersa da sentimenti più grandi di lei. O di come si era resa conto che a poco a poco stava annegando nel mare infinito che lei stessa aveva permesso si potesse creare. Era convinta di riuscire ad uscirne indenne, senza alcuna ferita o crepa nel suo cuore, ma si era resa conto che, fino a quell'istante, non aveva fatto altro che prendersi in giro. Era certa di riuscire a tenere a bada i suoi sentimenti, di uscirne vincente una volta che le loro strade di sarebbero separate, ma la verità è che lei aveva già perso senza rendersene conto. Credeva di avere la vittoria stretta tra le mani fino a quando lui non l'aveva portata su un colle per mostrarle l'alba più bella che lei avesse mai visto. Lì, mentre il cielo si colorava d'arancio, aveva abbassato le armi proclamandosi perdente.

Non avrebbe neanche detto loro di come le sue budella si stringevano dolorosamente al pensiero del poco tempo che le rimaneva con lui. Non avrebbe potuto farlo, neanche quando le lacrime le bruciavano gli occhi nel momento in cui si rendeva conto che sarebbe arrivata la mattina in cui si sarebbe svegliata senza di lui accanto nel letto, senza quella mano che le s'infilava tra i capelli lunghi e scuri, massaggiandole la cute fino a farla riaddormentare, con il capo posato su quel petto sodo e muscoloso che in quei mesi era divenuto il suo rifugio preferito.

Sospirando pesantemente, si tolse la felpa scura che indossava, e da cui proveniva un forte profumo maschile, e indossò la canottiera lilla che aveva prelevato dal cassetto, senza prestare attenzione alle parole ininterrotte di Sam che, d'un tratto, scese dalla scrivania con uno strillo.

<< Indovinate cos'ho rubato dall'appartamento di Diego e Tayson?>> ridacchiò istericamente, saltellando verso il suo armadio in cui frugò un paio di secondi prima di estrarre una bottiglia di vetro.

Perso Senza Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora