Con le gambe ancora instabili, si sedette silenziosamente sul suo letto morbido, per poi portarsi le ginocchia al petto e stringersi con forza le braccia attorno al corpo scosso dai brividi.
Il suo cuore sembrava pronto a fare un buco nel petto ed uscire dal proprio posto per quanto velocemente correva in una sequenza continua e implacabile di battiti.
La sua testa, piena di pensieri che si sovrapponevano l'un sopra l'altro fino a formare una colonna traballante e instabile, rischiava di scoppiare per la pesantezza immaginaria.
Si sentiva tremare dalla testa ai piedi, mentre il ricordo dei tocchi di Jonathan le riempivano gli occhi color giada di lacrime, salate come il mare e calde come il sole sulla pelle.
<< Cos'hai fatto?>> la sua voce rauca uscì in un bisbiglio appena udibile, mentre le sue mani si infilavano tra le ciocche scure dei suoi capelli arruffati e con alcuni nodi.
Capelli che, solo alcuni istanti prima, erano stati tra le dita di Jonathan, il quale li aveva accarezzato, baciato, tirato e annusato.
Era come se riuscisse a sentire ancora quel tocco accarezzarla in quel modo così intimo, intenso e sconvolgente. Riusciva a percepire quel piacere, incontrollabile e implacabile, raggrupparsi nel suo basso ventre per poi esplodere nella bomba più catastrofica.
Poteva ancora avvertire gli spasmi intensi di piacere, la pelle ricoperta di brividi, la bocca priva di saliva, la gola serrata e gli ansimi che le avevano lasciato le labbra per poi mischiarsi nei i loro respiri affannati.
Riviveva quel momento ricordandosi ogni millesimo di secondo.
Dall'euforia causata dal piacere che le aveva procurato, al sollievo e alla stanchezza che aveva provato dopo essersi liberata di quel peso enorme posato sul suo basso ventre.
<< Che cos'hai fatto? >> un singhiozzo le lasciò le labbra screpolate e fredde, mentre le sue dita tiravano la base della sua folta chioma scura.Gli aveva permesso di toccarla, di farle sfiorare con un dito il paradiso del piacere. L'aveva baciata e lei, con tutta la sua forza, si era aggrappata a lui gemendo e pregando, per poi ricambiare i suoi baci prepotenti e bagnati.
E allora, dov'era finita la tranquillità provata pochi istanti prima?
Quando lui l'aveva tenuta stretta e la sua mente era ancora troppo offuscata per rendersi conto di ciò che aveva consentito accadesse?
Quando lui, senza mai lasciarla, l'aveva accompagnata nella sua stanza per poi chinarsi e baciarle la fronte?
Dov'era finita quella serenità, mentre socchiudeva gli occhi sotto al suo gesto delicato e gli augurava, con un filo di voce, la buonanotte?
Non lo sapeva.
Sapeva solo che, nel momento stesso in cui si era chiusa la porta della sua stanza alle spalle, lasciandolo fuori nel corridoio, un'enorme secchio d'acqua gelido le era stato scaraventato adosso, stordendola e facendola precipitare da quella nuvola di spensieratezza e appagamento.
Un freddo glaciale l'aveva avvolta come una seconda pelle serrandole l'ossigeno nei polmoni strozzati. Il suo cuore, aveva smesso di battere per quell'uomo che l'aveva toccata facendole percepire sensazione mai provate, ma aveva preso a rimbombarle nel petto pieno di terrore.
Puttana.
Quella parola ruvida, glaciale e disgustosa le si era insinuata sotto alla pelle, mangiandole qualsiasi emozione non fosse paura.
Si strinse con forza, mentre rivedeva il suo volto osservarla con uno sguardo capace di mettere i brividi.
E no, non era Jonathan Thompson: l'uomo che l'aveva toccata in quel modo così intimo e carnale, l'uomo che l'aveva baciata prendendosi tutto l'ossigeno che i suoi polmoni custodivano, l'uomo che le aveva fatto battere il cuore con forza di un'emozione dimenticata ormai da anni e seppellita nei remoti della sua anima, colui che vedeva.
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Perso Senza Di Te
Romance☆COMPLETA☆ Dopo lo scandalo che segnò duramente il suo cognome prestigioso, disegnandolo come un uomo violento e senza cuore, Jonathan Thompson, l'uomo d'affari più influente del Paese, tenta in tutti i modi, aiutato dai suoi consiglieri di fiducia...