19. "Proprio te cercavo..."

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<< Proprio te cercavo >>una voce rauca e maschile, le giunse alle spalle facendola sobbalzare leggermente e distogliere lo sguardo distratto posato sul muretto.

Voltando la testa verso la casa, osservò il signor McLaren avvicinarsi a lei. Le spalle dritte, il passo sicuro e il mento alzato come se stesse per sfidandare il suo acerrimo nemico.

Tornando a guardare davanti a sé, Isabella si portò la tazza di tisana calda alle labbra, prendendo un leggero sorso e preparandosi mentalmente a qualsiasi cazzata sarebbe uscita dalle labbra di quell'uomo tanto affascinante quanto irrispettoso.

<<Sono felice di essere divenuta il centro delle sue attenzioni nelle ultime ore >> mormorò, quando si fermò accanto a lei.

Erano passati due giorni da quando aveva colto lei e Jonathan con le mani nel sacco e Isabella evitava Nathan come la peste, nonostante le occhiatacce che lui continuava a lanciarle.

Aveva evitato anche Jonathan, non che lui si fosse avvicinato a lei.

Non si guardavano, non si sfioravano, non si toccavano e nemmeno si parlavano.

Entrambi scappavano l'uno dall'altro e il malumore di Isabella aumentava quando si accorgeva di Paige e del mondo in cui continuava a gironzolargli attorno.

Smettila. Si ripeteva.

Non restarci male. Si diceva, quando si accorgeva dell'indifferenza di Jonathan.

Le gente si bacia di continuo per poi continuare la propria vita. Si convinceva, per poi tornare a sorridere alle battute di Sam.

<< Quanto vuoi?>>

La domanda improvvisa, la distolse dai suoi pensieri asfissianti così, ricordandosi del signor McLaren accanto a lei, continuò ad ignorarlo.

<< Rispondi >> sbottò lui, la voce dura e irritata, quando lei non aprì bocca.

<< Salsicce? Patate? Caramelle gommose? Cosa dovrei rispondere se tu non chiarisci di cosa stai parlando?>> chiese Isabella, ruotando gli occhi al cielo e prendendo un sorso della bevanda calda e insapore.

Un grosso sospiro impazientito, uscì dalle labbra dell'uomo accanto a lei, e ciò non fece altro che divertirla maggiormente.

<< Posso farti un assegno capace di mantenerti la vita intera >> affermò Nathan, schiarendosi la gola e abbassando il timbro di voce.

<< Perché invece di regalarmi quei soldi, non li usi per comprarti qualcosa che può veramente servirti?>> domandò con noia Isabella, voltando la testa verso di lui.

<<Sai cosa intendo, giusto?>> chiese, colpendosi, con l'indice, la tempia.

<< Sono sicura che grazie a questo, le tue scelte diveranno più sagge e intelligenti>>affermò, osservando il volto affascinante di Nathan, contrarsi in un espressione dura e furiosa.

Non le importava portarlo al limite, farlo infuriare e fargli uscire lava dalle orecchie.

Le parole che le aveva affibbiato erano ancora nella sua mente.
Quell'aggettivo dispregiativo era segnato con l'inchiostro davanti ai suoi occhi.

Se lo guardava, il disgusto di Isabella cresceva ancor di più.

<< Sono stato fin troppo buono con te>> sibilò Nathan, gli occhi color nocciola che si scurivano di rabbia e le labbra serrate in una linea.

<< Avrei dovuto farti incontrare il mio avvocato già nel momento in cui ti sei rifiutata di firmare l'autorizzazione>> affermò a bassa voce, avvicinandosi di alcuni passi a lei.

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