31. "Farfalle nello stomaco"

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Guardò le scale illuminate dalla fioca luce proveniente dalla lampadina, ed il suo cuore battè sempre più forte, fino a far quasi male.

Si contorceva le mani tra loro mentre la sua bocca si seccava ed un peso, fatto di eccitazion ed esitazione, le appesantiva il petto.

Chiunque l'avesse vista, a quell'ora della notte, ferma da ormai cinque minuti davanti alla scalinata che portava al piano di sopra, l'avrebbe senza dubbio presa per pazza. E forse, tutto sommato lo era.

Pazza per colpa di quell'uomo che si era infilato nella sua vita in un modo così imprevedibile ed inspiegabile. Non aveva nemmeno lei idea di quel che stava facendo, del guaio in cui si stava cacciando intraprendendo un specie di relazione con l'uomo più influente di Chicago ed una specie di dio della bellezza per la maggior parte delle donna.

Sapeva solo che, non era mai stata così tanto sicura di qualcosa in tutta la sua vita. Perché lei voleva Jonathan Thompson e, nonostante quella parte di lei le urlasse contro, a squarciagola, che stava solo commettendo un enorme errore e che ne sarebbe uscita più distrutta di quanto già lo fosse, a Isabella non interessava.

Non quando il suo cuore batteva al sol pensiero di lui e il suo ventre si contraeva. Non quando, per la prima volta dopo anni, aveva capito cosa volesse dire sentirsi nuovamente vivi.

E lei, si era persino dimenticata quella sensazione di libertà che per anni si era negata, per questo, ogni qualvolta pensava a lui, la sola parola che le veniva in mente era ossigeno.

Lui era quella boccata d'ossigeno che si concedeva dopo i suoi attacchi d'ansia e paura, era quel respiro profondo e tranquillo che tirava fuori dopo un incubo così reale da sembrare vero.

Per questo, mentre saliva la prima rampa di scale ed il suo cuore batteva forte contro il petto, non si pentì nemmeno un istante di quel che stava combinando.

Anzi, aumentò la velocità finche giunse davanti alla prima porta del pianerottolo.

E mentre alzava il punto chiuso e bussava con un tocco lieve ma pur sempre udibile, prese un respiro profondo intrecciando le mani davanti al suo corpo.

Si sentiva percorrere da scariche continue d'energia frizzante e scintillante. Da un forza che mai aveva percepito in vita sua e che le riempiva il corpo di tanti piccoli brividi, come se stesse già immaginando il tocco di Jonathan sul suo corpo.

E quando la chiave girò nella serratura e alcuni istanti dopo la porta si aprì mostrando il meraviglioso uomo che le riempiva i pensieri, ebbe quasi paura di svenire per colpa di quelle sensazioni troppo potenti e carnali.

Guardò i suoi occhi osservarla in modo lussurioso, e si sentì così bella e desiderata come da tanto tempo non faceva.

Perché lui la desiderava tanto quanto lei lo voleva, ed era l'unica cosa che contava.

Spostandosi di lato, le permise di varcare l'ingresso della grande e spaziosa stanza e lei, curiosa si guardò attorno.

Come si aspettava, non vi era un singolo oggetto fuori posto.

La scrivania, in fondo alla stanza, era occupata da diversi plicò e fogli tutti ordinati in modo ossessionato.

Il divanetto all'angolo aveva l'impressione di essere comodo così come la poltroncina, mentre il tavolino da caffè in legno rendeva il tutto più accogliente e caloroso.

Il suo sguardo poi, si posò sul letto matrimoniale dalle lenzuola bianche ed immediatamente, una sensazione di calore l'avvolse, facendola terribilmente imbarazzare. Distolse immediatamente lo sguardo, cosciente, invece, di quello di Jonathan fisso su di lei, e lo posò invece sulla porta chiusa che, suppose, portasse al bagno.

Perso Senza Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora