55."La resa dei conti"

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Il suo cuore batteva velocemente contro la gabbia toracica, così svelto che lei poteva sentirlo in ogni centimetro del suo corpo, scosso da brividi di gelo e terrore.

Le sue labbra erano intorpidite di sconforto, misto a quel retrogusto di amarezza che le bloccava la gola secca, e la sua mano bruciava per l'impatto doloroso contro la guancia del ragazzo, alto e massiccio, che, con i suoi occhi azzurri lucenti, la guardava sconvolto.

Gli avrebbe voluto tirare un'altra sberla sull'altro lato, così da riprodurre l'impronta delle sue dita sulla sua guancia ispida di barba, e da liberarsi di quel senso di disgusto che le riempiva lo stomaco.

La delusione colmava le sue iridi verdi, fisse sul ragazzo davanti a lei, e le lacrime quasi offuscarono la sua vista finché, in un battito di ciglia,  Nick scomparve da davanti a lei.

Uno strillo acuto lasciò le labbra di qualche volontaria alle sue spalle, ma Isabella non riusciva a far altro che guardare il corpo del ragazzo schiacciato contro il muro, ed una schiena massiccia e larga che lo copriva quasi totalmente.

Vide Nathan, il cui volto era contorto in una smorfia, afferrare con fervore il braccio di Jonathan, che era stretto contro la figura di Nick, ed i suoi piedi immediatamente si mossero verso di lui.

Il suo cuore batteva forte di terrore, e soprattutto preoccupazione per Jonathan.
L'ultimo cosa che voleva, era metterlo nei guai per colpa sua.

Anche Diego si avvicinò ai due, premuti contro il muro, bloccando la strada a Isabella, il cui braccio venne afferrato da Sam che, con un espressione preoccupata, scosse la testa impedendole di raggiungerli.

<<Lascia che se ne occupino i ragazzi. E Nick, se lo merita>> bisbigliò, accigliandosi in un espressione convinta, e che cercava di rassicurare la sua amica.

<<Lascialo stare. È ubriaco fradicio, non vedi?>> disse Diego, chiudendo la mano attorno alla spalla di Jonathan, e cercando, inutilmente, di tirarlo indietro e allontanarlo da Nick, la cui intera figura veniva coperta dall'uomo che lo teneva contro il muro.

Non sentì quello che gli disse il suo amico, e nemmeno quello che Jonathan stava sussurrando al ragazzo ubriaco, ma il battito sempre più veloce del suo cuore, lo udiva in ogni centimetro del suo corpo.

Staccò il braccio dalla presa della sua amica, che la chiamò esasperata quando si avvicinò ai ragazzi, e ignorò lo sguardo di Nathan che le diceva di allontanarsi.

S'infilò sotto al braccio teso di Diego, e afferrò la maglietta aderente di Jonathan.

Era chinato di lato, mentre sussurrava qualcosa sull'orecchio di Nick, i cui occhi chiari erano spalancati e le cui mani si serravano attorno a quelle di Jonathan, strette attorno alla sua polo bianca e spiegazzandone il tessuto morbido.

<<Jonathan, lascialo andare per favore>> sussurrò Isabella, tentando di non far tremare la sua voce e tirando la sua maglietta tra le dita, in un'inutile tentativo di allontanarlo.

Incontrò lo sguardo di Nathan, la cui preoccupazione le faceva stringere le budella in un nodo che le spezzava il fiato, e appoggiò la mano contro il petto di Jonathan, proprio sopra al suo cuore selvaggio e rumoroso.

<<Ti prego, lascialo stare e andiamo via>> mormorò sottovoce, facendo spostare i suoi occhi scuri su di lei.

Le sue iridi marroni, si erano trasformate in una tonalità di nero così oscuro che, per pochi istanti, Isabella non riuscì nemmeno a riconoscere quello sguardo che, di solito, riusciva a bruciarle ogni centimetro di pelle con una sola occhiata.

Era oscuro e annebbiato d'una furia accecante che era diretta al ragazzo ubriaco, spaventato e soffocato, ancora premuto contro il muro di mattoni.

Perso Senza Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora