40."Vestiti a fiori e scialle colorati"

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Guardandosi allo specchio, si lisciò il vestitino estivo a fiori che indossava, per poi passarsi le dita tra i capelli sciolti e appena lavati dove, il profumo floreale del suo shampoo, le inebriava l'olfatto.

Era strana la sensazione di benessere che provava negli ultimi giorni e, mentre osservava i suoi occhi riflessi, non potè che notare la loro particolare luminosità.

Non era sicura di riuscire a trovare il motivo di tanta spensieratezza; se erano i bambini che, dopo due settimane in loro compagnia, l'avevano contagiata con la loro allegria e innocenza.

Se era il clima caldo e solleggiato, capace di abbronzare la sua pelle, che le metteva buon umore ogni qualvolta si sedeva a bere la sua tazza di caffè latte nel giardino.

O se era lui, Jonathan Thompson. L'uomo con cui si era lasciata andare come mai aveva pensato di potersi permettere. Se era a causa sua, dei suoi baci e dei suoi tocchi esigenti, a farla sentire, per la prima volta nella sua vita, come in una nuvola galleggiante fatta di libertà e spensieratezza.

Sospirando, distolse lo sguardo dallo specchio quando una notifica occupò lo schermo del suo laptop, posato sul letto fatto e sistemato alla perfezione, e senza pensarci due volte si diresse verso di esso.

Sorridendo divertita, osservò le immagini che sua madre le aveva inoltrato percependo, involontariamente, una stretta piacevole al petto notando la nuova vita dei suoi genitori. Le aveva mandato alcune immagini dell'orticello a cui si stavano dedicando, ridacchiando quando i suoi occhi si posarono su una foto di suo padre il quale, mentre si chinava ad osservare i pomodorini, arricciava il volto in una smorfia buffa.

<<Isabella, muoviti!>> urlò Sam, dall'altra parte della porta facendola sobbalzare e ruotare gli occhi al cielo.

Spense velocemente il laptop, promettendosi di rispondere presto a sua madre e anche a suo zio che, da giorni la tartassava con e-mail in cui le chiedeva di scrivere nuovi articoli per il blog il quale, nell'ultimo periodo, stava ottenendo numerosi iscritti, e afferrò la sua fidata amica fotocamera e la borsa.

Era sabato, e come sempre, quel giorno era dedicato alla visita turistica di qualche città o attrazione.

Aprendo la porta, si ritrovò davanti il volto della sua amica che, spiando dentro la stanza, arriciò le labbra.

<<Credevo di trovare il temibile Thompson>> mormorò, trattenendo a stento una risata e facendo sbuffare Isabella.

Non c'era momento in cui Sam non si lasciasse sfuggire qualche battuta sconcia e stupida, facendo pentire Isabella di averle raccontato ciò che succedeva tra loro. Si era ripromessa più volte di non farle sapere più niente. Ma poi la sua amica la guardava con i suoi occhi convincenti e lei cedeva dopo soli dieci secondi. Tra l'altro, non poteva nemmeno lamentarsi, le piaceva confrontarsi con la sua amica sull'argomento "sesso" e le facevano piacere i consigli di Sam, molto più esperta di lei.

Schiarendosi la voce, la seguì lungo il corridoio fino alla grande porta d'ingresso, già spalancata, per poi raggiungere il cancello.

I suoi occhi, si posarono involontariamente sulla figura muscolosa di Nathan che, accanto alla Jeep, fumava una sigaretta conversando tranquillamente con Tayson che, non appena le vide, si tolse il suo caro cappellino da baseball salutandole amichevolmente per poi dare una pacca sulla spalla al ragazzo accanto a lui e allontanarsi nella direzione del minibus.

Isabella immediatamente distolse lo sguardo, troppo imbarazzata per incrociare quello di Nathan, e lo posò sulla figura alta e atletica di Jonathan, appoggiato sul cofano del grande SUV mentre teneva il telefono contro l'orecchio.

Perso Senza Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora